DOPO LA BRUTTA FIGURA, IL GOVERNO COSTRETTO A CAMBIARE IL DECRETO ANTI-RAVE
PENA RIDOTTA E ADDIO A 50 PARTECIPANTI, NIENTE INTERCETTAZIONI
Un emendamento di maggioranza cambierà il decreto anti rave del governo Meloni. Abbassando la pena prevista per non far scattare la possibilità di utilizzare le intercettazioni per le indagini. E ridefinendo i contorni dei raduni «pericolosi per l’ordine pubblico» allo scopo di ripararsi da possibili interpretazioni estensive della norma.
Il provvedimento potrebbe essere presentato già all’apertura dei lavori sul testo. Come del resto avevano annunciato la premier Giorgia Meloni e il ministro Matteo Piantedosi dopo le prime critiche arrivate al testo. Il Messaggero spiega oggi che il punto centrale sarà l’abbassamento della pena per chi «organizza o partecipa ai» rave party.
La nuova pena massima per l’articolo 434 bis del Codice Penale sarà inferiore ai cinque anni.
In più, l’emendamento prevederà una tipizzazione del reato maggiormente circoscritta. Definendo meglio i raduni e con un riferimento più esplicito all’uso di droghe. Probabile anche l’innalzamento del numero dei partecipanti, oggi fissato a 50. Mentre le confische del materiale utilizzato per il rave saranno ancora possibili. E questo sarà esplicitato nel testo.
(da agenzie)
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