DRAMMA SFRATTI: MILANO IN PIENA CRISI, MOROSITA’ IN AUMENTO
LE RICHIESTE PENDENTI SONO 14.766
La signora Liliana Tagliaferri, 82 anni, abita in zona piazza San Giuseppe. Per 40 anni ha vissuto in una casa dell’inpdap.
Quando è stato venduto il complesso di case, lei non ha potuto acquistare e oggi – sola, senza figli, mai sposata – vogliono mandarla via. Così rischia di veder arrivare la polizia da un giorno all’altro.
Anche la Milano dell’Expo ha le sue contraddizioni e, soprattutto, a cominciare dall’emergenza di chi non riesce più a pagare l’affitto e si ritrova senza casa.
Il numero di richieste di sfratto all’ombra della Madonnina è uno di quelli che nessuno vuole maneggiare: nelle 14.766 richieste pendenti al Tribunale, ben 10.707 sono per chi non paga l’affitto, mentre solo 2.791 sono per finita locazione (1.268 per altri motivi).
La proporzione tra sfratti per morosità e quelli per termine del contratto di affitto, è in aumento: all’inizio del 2014, infatti, il rapporto era di tre a uno, mentre adesso siamo quasi al quattro a uno.
Situazione analoga in provincia, con un totale di 7.061 sfratti, dei quali 4.998 per morosità , 1.679 per finita locazione e 384 per altri motivi.
A fine giugno il numero degli sfratti eseguiti con la forza pubblica nel 2015 era di 1.491 (dal 2010 la media annuale è di 2.800).
I numeri che fanno ancora più paura sono quelli che riguardano chi uno sfratto lo ha già subito.
A Milano ci sono 270 famiglie con sfratto eseguito – e quindi senza un tetto – con in mano l’assegnazione teorica per un appartamento.
Sono i più sfortunati di tutti – si tratta di coloro che hanno chiesto una casa popolare in deroga alla graduatoria perchè in situazione d’emergenza – e sono in crescita rispetto ai 150 dello scorso anno.
Quando non riescono a trovare una soluzione da parenti o amici, dormono in strada o in comunità . A queste cifre si devono poi aggiungere le oltre 3.064 richieste in deroga che sono giacenti presso gli uffici comunali e non ancora valutate.
A conti fatti, una marea umana cresciuta negli anni di crisi perchè rimpolpata proprio dalla grossa quantità di sfratti per morosità incolpevole.
“La cosa che fa più male – racconta Leo Spinelli, segretario del sindacato inquilini Sicet Cisl che guida gli sportelli dove ogni giorno si presentano decine e decine di persone in difficoltà – è che in passato una soluzione si trovava sempre. Venivano messi negli alberghi, per un periodo temporaneo, e poi gli veniva assegnata una casa”. Adesso non è più così.
Già , ma perchè? Tra le tante motivazioni, c’è la fatica, apparentemente insormontabile, nel riuscire a rimettere in circolo quelle case popolari vuote che rimangono sfitte. Quasi 10mila alloggi – fra proprietà del Comune e Aler, azienda regionale per l’Erp – che non si riesce a ristrutturare e assegnare. E che sarebbero oro colato per centinaia di famiglie.
L’idea del Comune di Milano, però, è diversa: per affrontare l’emergenza abitativa, spiegano, bisogna fare in modo che i privati affittino le case che tengono vuote (a Milano si parla di circa 80mila abitazioni).
“L’emergenza abitativa si è riversata in blocco sull’edilizia popolare a cominciare dalle famiglie sfrattate – ha detto l’assessore alla Casa Daniela Benelli – Ma rispetto a un patrimonio Erp insufficiente, c’è un bacino molto più ampio di alloggi privati, spesso sfitti, che vogliamo rimettere in circolo. Il nostro obiettivo è intervenire prima dello sfratto, evitando che le famiglie restino senza casa e tutelando i proprietari dal rischio della morosità “.
L’idea del Comune è stata quella di avviare l’agenzia sociale per la locazione con l’obbiettivo di mediare tra inquilini e proprietari per evitare sfratti e trovare canoni sostenibili.
“Ma a qualche mese dall’avvio dell’agenzia e dello stanziamento di risorse come fondo di garanzia – spiegano dal Sicet – i numeri delle morosità incolpevoli rientrate grazie a questi interventi si contano sulle dita di una mano”.
(da “la Repubblica”)
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