È NATA UFFICIALMENTE “PRIMA L’ITALIA”, L’ASSOCIAZIONE FUNZIONALE ALLA CREAZIONE DELLA LISTA CREATA DA SALVINI PER CONVOGLIARE I VOTI DEL CENTRODESTRA IN SICILIA, PRODROMO PER LA FUTURA FUSIONE CON FORZA ITALIA
MA GLI AZZURRI GIÀ NICCHIANO: NON HA SENSO NON CORRERE CON IL PROPRIO NOME – A BATTEZZARE L’ASSOCIAZIONE CHE PRESENTERÀ IL SIMBOLO C’ERANO SOLO LEGHISTI
La «cosa» di Salvini è ormai in cantiere. Il nuovo soggetto politico che nasce per le amministrative siciliane, «Prima l’Italia», è stato «messo in cassaforte». Nel senso che è stata registrata l’associazione che presenterà il simbolo dopo che l’ingegneria costitutiva è stata messa a punto da Roberto Calderoli, il luciferino architetto di tutti gli statuti di ispirazione leghista.
«Prima l’Italia» è stato depositato nello studio del notaio romano Alfredo Becchetti, che per inciso è anche il coordinatore della Lega a Roma. Presenti, e dunque cofondatori dell’associazione politica, anche il tesoriere del partito Giulio Centemero e i due ultimi coordinatori siciliani: l’ex commissario Stefano Candiani e l’attuale responsabile Nino Minardo, colui che nell’isola sta conducendo le tribolate trattative con gli altri partiti. Perché come Salvini non si stanca di ripetere, «per la Sicilia decidono i siciliani».
Presente e futuro
Ora, si tratterà di capire se i risultati saranno all’altezza dell’ambizione con cui «Prima l’Italia» nasce. Se il sottolineare che tra i soci fondatori ci sono gli ultimi dirigenti del partito a accentuarne la vocazione territoriale, è vero che l’associazione potrebbe diventare l’incubatore della futura federazione del centrodestra di cui Salvini ha cominciato a parlare nel giugno dello scorso anno. Fin qui ha ricevuto il plauso soprattutto dell’Udc, ma i leghisti sottolineano il valore di laboratorio dell’esperimento siciliano.
Che dopo le Amministrative, potrebbe essere rilanciato anche per le Regionali. E in futuro, chissà, anche per un nuovo polo di centrodestra, in qualche modo (ma i leghisti respingono il paragone) con la vecchia Casa delle libertà berlusconiana. Di certo, Forza Italia al momento non ha alcuna intenzione di sciogliersi dentro alla nuova lista.
Anche perché la Sicilia resta uno dei vivai di consenso più significativi per il partito. I leghisti di certo non vogliono urtare suscettibilità interne, e dunque sottolineano con insistenza che alla registrazione del simbolo e dell’associazione erano presenti soltanto esponenti salviniani e nessun azzurro.
Al momento, insomma, la fondazione è derubricata a fatto esclusivamente burocratico. Un mettere in sicurezza nome e simbolo con la memoria che torna all’ormai remoto 2014.
Quando Roberto Maroni potè utilizzare il simbolo «Prima il nord» per le Regionali soltanto dopo un accordo con chi quel simbolo, annusando l’aria, lo aveva già registrato. E cioé, l’allora turbo berlusconiano Diego Volpe Pasini. La cosa fu risolta senza bisticci: la moglie dell’imprenditore friulano, Sara Papinutto, fu candidata al posto numero 2 della lista leghista in Emilia-Romagna. Con qualche amarezza interna al partito sia in Emilia-Romagna che in Friuli-Venezia Giulia.
Il test sull’Isola
Al momento, il valore aggiunto di «Prima l’Italia» potrebbe emergere soprattutto a Messina, una delle piazze più complicate dell’isola. Il sindaco uscente Cateno De Luca è in polemica con i partiti e soprattutto con i centristi. La confluenza del centrodestra sotto al nuovo simbolo potrebbe sgomberare la strada ad un accordo. Che cosa ci sia scritto nel documento fondativo del partito, non è dato sapere.
Di certo, è pensato per poter essere adeguato alle future esigenze e ai futuri compagni di strada, qualora l’esperimento funzionasse
(da il Corriere della Sera)
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