E’ RISSA TRA NO TAP E M5S, LA MINISTRA LEZZI: “NON MI FANNO PAURA” (TANTO HA LA SCORTA), CONTE FA IL PALESTRATO: “DATE LA COLPA A ME”
LA LEZZI DEFINISCE TEPPISTA IL SINDACO DI MELENDUGNO, CALENDA RIDICOLIZZA CONTE: “I CONTI ERANO NOTI, DILLO A DI BATTISTA”
“Le maniere da teppistello con le quali il sindaco di Melendugno mi intima di non tornare lì non mi fanno paura perchè non ho niente da temere”.
Lo dice il ministro per il Sud, Barbara Lezzi su Facebook, dopo le proteste dei no Tap. Riferendosi al sindaco di Melendugno Lezzi ha detto: “Non può dirmi dove andare, a casa mia ci torno quando e come voglio, perchè non ho nulla di cui vergognarmi e vado a testa alta”.
Dopo le accuse di tradimento degli attivisti No Tap, le tessere elettorali e le bandiere M5s bruciate, scoppia la rissa tra i No Tap e la ministra del Sud
Esilarante il commento di Salvini: “Il fuoco non è mai la soluzione, il fuoco e le minacce non sono mai le risposte a niente”, dimenticando il fantoccio della Boldrini bruciato in piazza dai suoi iscritti.
Scende in campo anche il premier Giuseppe Conte in una lettera aperta ai cittadini di Melendugno. Scrive: “Chi sostiene che lo Stato italiano non sopporterebbe alcun costo o costi modesti non dimostra di possedere le più elementari cognizioni giuridiche. Se il governo italiano decidesse adesso, in via arbitraria e unilaterale, di venire meno agli impegni sin qui assunti anche in base a provvedimenti legislativi e regolamentari, rimarrebbe senz’altro esposto alle pretese risarcitorie dei vari soggetti coinvolti nella realizzazione dell’opera e che hanno fatto affidamento su di essa”. “Ho detto l’altro giorno che adesso è arrivato il momento di “metterci la faccia” e lo sto facendo io personalmente, a nome del governo”
Secondo Conte “le variabili per poter quantificare l’esatto ammontare dei danni sono molteplici e alcuni dati essenziali sono nella esclusiva sfera di controllo delle società coinvolte nel progetto. E’ certo però che, interrompendo il progetto Tap, lo Stato italiano verrebbe coinvolto in un contenzioso lungo e perdente, i cui costi potrebbero aggirarsi, in base a una stima prudenziale, in uno spettro compreso tra i 20 e i 35 miliardi di euro”.
“Caro Giuseppe Conte se sostieni che esistano carte nascoste e penali dimostralo. Se invece parli dei costi di un risarcimento erano ben conosciuti da tutti. In primo luogo da quelli che hanno detto che avrebbero chiuso il Tap in due settimane. Fai la persona seria”. Così, in un tweet, l’ex ministro dello sviluppo Carlo Calenda risponde al premier Conte.
(da agenzie)
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