“E’ STATA L’ITALIA A DECIDERE”: LA LETTERA DI BRUXELLES SUL SALVA BANCHE
LA PUBBLICA LA REUTERS: EMERGE L’AVVERTIMENTO MA NON C’E’ UN DIKTAT
Prosegue il rimpallo di responsabilità tra l’Italia e l’Unione europea per l’azzeramento del valore di titoli subordinati di banca Etruria, Banca Marche, le Casse di risparmio di Chieti e Ferrara.
In una lettera riservata del 19 novembre scorso (tre giorni prima del decreto), i commissari Ue alla Concorrenza e alla Stabilità Margrethe Vestager e Jonathan Hill sollevano le loro obiezioni all’uso del Fondo Interbancario di tutela dei depositi nel caso delle quattro banche.
Di fatto per l’esecutivo il paletto messo da Bruxelles ha lasciato aperta solo una strada a Palazzo Chigi.
L’Ue, però, respinge ogni velata accusa: “Non abbiamo mai detto all’Italia cosa fare, abbiamo solo dato indicazioni giuridiche”.
La Reuters ha reso pubblica la lettera che i commissari europei Hill e Vestager hanno inviato all’Italia pochi giorni prima del varo decreto che fatto scattare la procedura di risoluzione per le quattro banche in crisi (Banca Etruria, CariFerrara, CariChieti e Banca Marche) per appurare la posizione dell’Europa in merito all’utilizzo del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per il salvataggio degli istituti in crisi.
Dal documento sembra emergere un evidente orientamento negativo di Bruxelles per questa soluzione, anche se non traspare comunque nessun diktat nei confronti dell’Italia.
I due esponenti dell’esecutivo Ue, rispondendo alle richieste dell’Italia, spiegano che l’utilizzo di un meccanismo di garanzia dei depositi (Il fondo interbancario ndr) in casi come questo è soggetto alla disciplina sugli aiuti di Stato e “se la valutazione porta a concludere che l’uso di questo schema è aiuto di stato, scatterà la risoluzione della direttiva Brrd”, coinvolgendo quindi anche i risparmiatori.
La Commissione però puntualizza anche che se l’utilizzo dello schema di garanzia non fosse giudicato aiuto di Stato e fosse invece considerato un puro intervento privato questo non farebbe scattare automaticamente questo meccanismo.
Cioè, in altre parole, l’utilizzo delle risorse del fondo sarebbe così consentito. In ogni caso l’esecutivo Ue nella stessa lettera puntualizza come “sia in capo alle autorità italiane la scelta degli strumenti e delle politiche da adottare” in caso di crisi bancarie pur ribadendo che “la Commissione preferirebbe sempre soluzioni di mercato” e quindi che riducano al minimo l’intervento pubblico.
(da “Huffingtonpost”)
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