Editoriale
SE NAPOLITANO CONSULTASSE IL POPOLO DELLE RATE E DEGLI INDEBITATI…SAPREBBE COSA VOGLIONO GLI ITALIANI: VIVERE CON DIGNITA’
Il Governo Prodi ha esalato l’ultimo respiro, sommerso dai rifiuti e dalla scandalosa compravendita finale di voti; la Sinistra si sta sfasciando tra moderati e radicali, tra chi vuole votare e chi vuole fare le nomine negli Enti, Veltroni ha “regolato” i conti con Prodi il quale ben difficilmente non cercherà di restituirgli lo sgarbo ricevuto.
Napolitano riceve la processione istituzionale e abbozza, cercando una via d’uscita, pressato dal PD che non vorrebbe votare ora, pena sconfitta certa ( i sondaggi danno un vantaggio del centrodestra dal 10 al 15%, tradotto un vantaggio al Senato di circa 30 eletti). Chi voleva votare a breve ha cambiato idea, chi voleva il referendum ora vuole votare, il solito gioco delle parti italico.
Ha ragione Feltri quando su Libero sostiene la tesi che difficilmente si voterà prima di 8 mesi, quando la legislatura avrà compiuto esattamente 2 anni, sei mesi, un giorno, termine minimo per assicurare una pensione completa a deputati e senatori ( circa 3.000 euro al mese per un mandato, 5000 se sono già al secondo), argomento che trova sensibilità trasversali tra gli schieramenti…magari un breve governo tecnico che cambi la legge elettorale e assicuri l’arrivo al traguardo agognato.
Salvo che non si riesca ad arrivare ad un accordo e allora le elezioni sarebbero inevitabili e si parla come data di aprile. Certamente Napolitano le consultazioni sarebbe meglio le facesse scendendo in un qualsiasi supermercato di Roma e interloquisse con il cittadino comune, avrebbe un quadro esaustivo del grado di “incazzamento” del popolo italiano nei confronti della politica tout court e del Governo Prodi in particolare.
Altro che “duro perchè faccio”, qua di duro il premier ha dimostrato di avere solo la testa, finchè non se l’è rotta, schiantandosi nelle contraddizioni con cui aveva messo insieme cani e porci, uniti dal collante antiberlusconiano.
Mentre il Titanic affondava, a bordo ballavano il liscio romagnolo, incuranti del fatto che gli italiani erano allo stremo. I dati Eurispes resi ufficiali due giorni fa parlano di un popolo delle rate, un italiano su quattro ormai compra tutto a rate, ricorrendo al credito al consumo per libri, elettrodomestici, vacanze, dentista. Due famiglie su tre arrivano a fine mese con l’acqua alla gola o non ci arrivano affatto, ricorrendo a prestiti. Circa sei milioni di italiani integrano i redditi familiari con un secondo lavoro in nero per sopravvivere. Negli ultimi 12 mesi la situazione è peggiorata per il 50% delle famiglie. Salari bloccati e carovita stravolgono anche lo stile di vita collettivo. Penalizzati tempo libero, viaggi, vacanze, regali. Il 74,4% limita ormai le uscite serali, pizzerie e ristoranti. Il 63% ha rinunciato al cinema, il 50,4% segue il calcio in TV senza andare più allo stadio. Per la spesa grossa si preferisce ormai il discount e per l’abbigliamento si aspettano i saldi stagionali. Tra i poveri e quelli ormai al confine della soglia di povertà ci sono 15 milione di persone. Una conseguenza logica se si pensa che i salari italiani sono tra i più bassi d’Europa. Gli Italiani guadagnano il 10% in meno dei tedeschi, il 20% in meno degli inglesi e il 25 in meno dei francesi. Ben sei italiani su dieci non hanno fiducia nel futuro, minimo storico da 10 anni a questa parte.
Questa la voce che dovrebbe ascoltare Napolitano, la voce di un popolo in enormi dificoltà . Invece ecco la passerella dei “soliti noti”, tutti a recitare una parte, tempo perso per l’economia del Paese, ci sarà il solito tentativo di dare un incarico a tempo al “tecnico di turno” … con le falle che ha lasciato Prodi più che un politico sarebbe necessario un idraulico.
Il Centrodestra richiede giustamente le elezioni anticipate, con coerenza Silvio Berlusconi che si era battuto per la “spallata”, un po’ meno qualche alleato che fino a ieri auspicava il prepensionamento di Berlusconi e ora lo riconosce improvvisamente leader, già sentendo profumo di ministeri e cariche istituzionali. E’ questo l’aspetto che ci piace di meno, nessuno che dia un segnale forte di “cambiamento” nelle idee e nei programmi già da ora, ma tutti intruppati e coperti, dalle legioni padane a quelle storaciane, dalle truppe finiane a quelle degli alleati minori. Come se di fronte alla possibilità di riprendere le redini del paese valesse il principio finiano ” prima si va al voto, il resto dopo”…agli italiani interessa il resto Gianfranco…forse non ti è ancora chiaro. Il distacco dalla Casta diventa sempre più ampio, non ve ne rendete conto se continuate a parlare un linguaggio iniziatico, come se la res pubblica fosse un “affare” tra pochi eletti e gli altri fossero i “sudditi” che devono solo andare a votare. Se i sudditi non vanno più a votare o un partito della protesta prende il sopravvento, vedrete che fine fanno i vostri ministeri tanto ambiti.
Un passo indietro per tutti, questo auspichiamo, volti nuovi, un po’ di pulizia etica ( senza n) e un programma coerente da portare avanti senza compromessi e concertazioni del cavolo. Se gli Italiani vi danno il 60% di voti su 10 punti precisi, realizzateli e basta, a qualsiasi costo. E basta coi distinguo e i ricatti questa volta: il primo che rompe i coglioni si ritorna a votare così vi beccate Veltroni. E ricordate che fare qualcosa di Destra vuol dire aiutare i ceti più deboli non il capitalismo assistito, le lobbies e le grandi banche che appoggiavano non a caso Prodi…tassate loro e le Coop, invece che i poveri cristi che stentano a comprare un litro di latte per i propri figli, fate leggi severe contro i criminali invece che indulti, proteggete le donne dalla violenza quotidiana con una legge che triplichi le pene, svuotate le carceri dai delinquenti stranieri rispedendoli nel loro Paese, invece che mantenerli anche, dimezzate i costi della Casta dal Quirinale alla magistratura, fatevi a Roma un abbonamento al bus e al metrò così sentite cosa dice la gente e come funzionano i servizi, per Sanità e Giustizia chi sbaglia deve pagare d’ora innanzi, come per i comuni mortali, di tasca propria, E poi lavoro, occupazione, infrastrutture, tassazione europea, basta coi privilegi, pensioni dignitose…aumentate le tasse sul divertimento e sul lusso, non sulla povertà .
E governeremo per decenni perchè nessuno sarà più di sinistra se la destra saprà essere sociale, popolare ed etica.
Date l’esempio per una volta…
La vignetta è tratta da:www.ilgiulivo.com
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