ELLY CONTRO TUTTI: PIU’ LE CONSIGLIANO DI NON CANDIDARSI CAPOLISTA ALLE EUROPEE, PIU’ LA SEGRETARIA PUNTA I PIEDI: “DECIDERÒ IO”
L’IDEA E’ RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP MAGARI PORTANDO A CASA UN MILIONE DI PREFERENZE… SE DECIDESSE DI CANDIDARSI, POI CI SAREBBE UNA RESA DEI CONTI CON LA MINORANZA INTERNA
Per Elly Schlein quelli del «professor Prodi» sono «consigli». Certamente più benevoli di quelli che le rifilano Giuseppe Conte e Carlo Calenda (e cioè: non candidarti alle Europee). Come «consigli», ripete la leader del Pd in pubblico e in privato, li tratterà. Raccogliendoli, sì, ma riservandosi di non seguirli. «Farò le mie valutazioni». La leader è lei, d’altronde.
Certo poi dovrà far digerire la scelta al partito e anche a un pezzo della sua maggioranza interna. Il suggerimento consegnatole l’altro ieri in tv dal padre nobile dell’Ulivo, cioè di non candidarsi per l’Europarlamento, dove comunque non siederà dopo il voto, e tantomeno di farlo correndo in tutte e cinque le circoscrizioni, ha comunque un effetto sul Nazareno.
Il Prof ha ribadito la riflessione su tutta la linea: le pluri- candidature e in ogni caso le candidature finte sono «un vulnus per la democrazia. E se continuiamo a indebolire la democrazia in tutti i suoi aspetti, poi non ci lamentiamo se arriva la dittatura». Chiarissimo.
Il primo effetto è che nella cerchia di Schlein a questo punto spingono perché la segretaria annunci la sua scelta prima del previsto. Non più a marzo. Perché altri due mesi così, con tanti esponenti che si esprimono sulla sua corsa-non corsa, la esporrebbero a un logoramento inutile. Già hanno dichiarato in parecchi, sul punto. Non solo l’ex rivale delle primarie, Stefano Bonaccini, contrario alle pluri-candidature di «Elly».
Anche l’ala sinistra, che l’aveva sostenuta al congresso, con due big come Peppe Provenzano e Andrea Orlando, non entusiasti di una corsa a tutto campo modello Meloni.
Schlein ora non può annunciare di candidarsi a strettissimo giro, sembrerebbe un frontale col Professore. Ma potrebbe accelerare, comunicando la sua decisione entro fine mese o ai primi di febbraio. Tanti continuano a suggerire alla leader di calare nell’agone, a patto ovviamente che lo faccia la premier. Chi sono? Da Francesco Boccia a Marco Furfaro.
Da Sandro Ruotolo («Elly è un valore aggiunto, dobbiamo battere l’Europa sovranista») a Marta Bonafoni, che però ieri ammetteva: «Le parole di Prodi pesano sempre…». Ma anche nel giro Schlein c’è chi consiglia alla leader prudenza, come Chiara Gribaudo.
L’alternativa di una non-corsa sarebbe quella di avere 5 capilista forti. Magari Cecilia Strada al Sud. Ma si otterrebbe la stessa polarizzazione, con Meloni in campo? La leader comunque, raccontano nel giro dei fedelissimi, resta più che tentata dalla corsa
Il «brand Elly», con un milione di preferenze in cascina, uscirebbe rafforzato, anche nel caso in cui il Pd galleggiasse intorno al 20%, com’è oggi. Le darebbe più forza nell’affrontare altre tornate difficili. Le comunali a Firenze. Le Regionali in Emilia Romagna, Toscana, Campania e Puglia. Certo la minoranza interna non rimarrebbe in silenzio
Le liste vanno votate in Direzione e lì l’area di Bonaccini «darebbe battaglia». Lo scenario estremo sarebbe non votare le liste. C’è poi l’altro tema, che iniziano a porsi diversi big vicini a Schlein. Cioè se strutturarsi o meno con un’area.
(da La Repubblica)
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