ELLY SCHLEIN LASCIA IL CAVIALE ALLA MELONI: LOTTA SULLA MANOVRA ECONOMICA E RICHIESTA AI DIRIGENTI DEM DI BATTERE LE PERIFERIE DELLE GRANDI CITTA’ E I CENTRI DELL’ITALIA PROFONDA
CAMPAGNA DI PRESENZA E ASCOLTO NELLE STAZIONI FERROVIARIE CONTRO I PERENNI RITARDI DEI TRENI… NON SI VOTA SOLO CONTRO, OGNI NO DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA UNA PROPOSTA ALTERNATIVA
Elly Schlein, che oltretutto è mezza americana e conosce bene quel Paese, non fa che pensare e ripensare a ciò che è accaduto nel martedì maledetto per i progressisti di tutto il mondo.
I ragionamenti che si fanno al Nazareno, per evitare che la destra spadroneggi anche qui, ma intanto governa, sono di questo tipo: ritrovare il rapporto con la gente, parlare dei bisogni delle persone, insistere sul temi forti di interesse quotidiano dei cittadini: sanità uber alles (ossia attese ospedaliere, tagli nel welfare e ieri ha avvertito: «Stiamo raggiungendo il minimo storico di spese sanitarie») e trasporti che non funzionano (eccola infatti l’altro giorno al presidio dei conducenti dei bus in sciopero). Elly come sinistra al caviale? Macchè!
La nuova fase di Schlein è quella dell’orizzontalità al massimo livello e nel massimo sforzo. E del format pop e laburista. La vedremo dunque alla manifestazione della Cgil e della Uil, il 29 novembre per lo sciopero generale? Non ha ancora deciso la segretaria del Pd se essere affianco a Maurizio Landini, ma ci sta pensando.
La sua strategia del, chiamiamolo gergalmente così, “gentismo” ossia calarsi nella vita vera delle persone e nelle loro esigenze quotidiane perché come s’è visto anche negli Stati Uniti a favore di Trump è l’unica strategia che funziona (ma Gramsci c’era arrivato prima di The Donald quando parlò della necessità della «connessione sentimentale» tra partito e popolo), farebbe pensare che andrà in piazza. Anche perché potrebbe esserci Conte con Landini ed è meglio marcare il territorio.
Questo si vedrà. Intanto, tra la sconfitta di Kamala, le elezioni in Umbria e in Emilia Romagna (in questi giorni sta facendo la spola), le difficoltà di Conte che portano sconquasso nell’ex campo largo, la segretaria del Pd ha bisogno di ridefinire il profilo della sua leadership.
La lotta sulla manovra economica, e si sta lavorando a emendamenti comuni con le altre opposizioni, al Nazareno la considerano un passaggio fondamentale. «Non dobbiamo essere soltanto contro ma che pro», è la linea che ha tracciato Schlein. Significa che per ogni critica alla legge di stabilità verrà presentata in Parlamento e nelle piazze una controproposta sostenibile, cioè basata sulla chiarezza del dove e come verranno trovate le risorse per concretizzarla.
Schlein in direzione del partito ha chiesto a tutti i dirigenti e militanti del Pd si sparpagliarsi nei centri minori dell’Italia profonda, nelle cosiddette aree interne, nell’enorme periferia del Paese – che non è ztl e che in piccolo è l’equivalente dell’America dove ha vinto Trump – per ascoltare, proporre e sforzarsi di recuperare alla sinistra il non voto dilagante.
C’è un report che sui tavoli del nazareno viene letto e riletto che dice infatti questo: l’astensionismo riguarda soprattutto le aree dove i servizi sono meno garantiti. E queste non sono certamente i centri della grandi città.
In questa strategia nazional-popolare sono state individuate le stazioni dei treni come un luogo cruciale. La prossima settimana, sul modello del Pd Toscana che ha già cominciato questa campagna di ascolto del malcontento dei viaggiatori, è prevista una riunione dei responsabili della comunicazione delle varie federazioni locali del partito proprio per allestire la lotta contro i ritardi nei trasporti ferroviari. Quelli che, da Nord a Sud, penalizzano la vita degli studenti e dei pendolari.
Il diritto alla mobilità, ossia a una migliore qualità di vita per le persone e per le famiglie, come uno dei diritti civili in cima all’agenda Schlein. Il Nazareno ha questo frame: «Il nostro è un Paese in cui ogni giorno c’è qualcuno che parte con un’ora di ritardo».
(da Il Messaggero)
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