ERMAL META, EMOZIONE ASSOLUTA, SOFFERENZA PURA
LA STRAORDINARIA INTERPRETAZIONE DI “AMARA TERRA MIA” DI MODUGNO
Fino a ieri sera, lo confesso, non sapevo nemmeno chi fosse Ermal Meta… Stavo sistemando degli appunti. Seguivo il Festival di Sanremo distrattamente…Nel marasma dei miei pensieri, però, l’incedere, lento e drammatico del suono di una chitarra.
Il richiamo di “un’amica” che, senza la ben che minima forma di rispetto o di pudore, ti prende per mano per portarti con se.
“Amara terra mia” è stato uno dei più bei brani interpretati, cantati, da Modugno, almeno per me…
Sin da “piccolo” sono sempre stato affascinato dal senso estetico delle cose. Quando mi “propinavano” Modugno ero sempre restio, però. Facevo fatica. Non lo capivo. Aveva una bellissima voce, ma non riuscivo a coglierne il senso.
Era era ancora troppo presto: per capirlo avrei dovuto prima cadere. Rialzarmi. Amare. Soffrire. Innamorarmi, ancora, ancora e ancora, anche dell’idea del super-io, fino a ritrovarmi “nudo”, innanzi al mondo…
Modugno è stato davvero un grande. Voce potente. Intelligenza musicale molto sofisticata.
Una visione meravigliosamente rivoluzionaria che, pur inserendosi nella tradizione del bel canto “leggero” all’italiana, propose, in modo efficace e prorompente, dinamiche nuove, spezzando il senso del conformismo borghese; la “direzione” e la stessa presunzione aristocratica della bellezza ed il senso di un estetismo che, avendo raggiunto il massimo dell’espressione, abbisognava di essere “rotto”, travolto, rivisto. “Modernità meravigliosa”!
Modugno non “ruppe la forma”. Ne fu sempre rispettoso. Le diede un bellissimo cuore, però; il senso di una libertà che, pur nel rispetto delle regole interpretative, assumeva nuova linfa, passione e finanche un diverso colore…
Ieri sera il giovanotto che si è aggiudicato il “premio cover” Sanremo 2017 mi ha davvero stupito e rapito.
Mentre lo ascoltavo, lo confesso, a tratti avevo fastidio. Il suono non era sempre ben emesso. A volte era “fuori fuoco”, appena soffiato.
Nella seconda parte dell’esecuzione, poi, quella nella quale immagina una donna cantare per lui, il “falsettone” non sempre ha “funzionato fino in fondo”.
A tratti i suoni sono stati fissi e stridenti. Sembrava di ascoltare un “urlo” anzichè un suono.
Ma è stato proprio il senso dell’urlo e della disperazione a fargli scrivere una pagina musicale emotivamente bellissima.
Per una volta, l’emozione ha fatto prepotenza “alle mie orecchie”. La sostanza ha vinto sulla forma. Bisognava ascoltare col cuore e basta…
Ma chi lo “dice” che la sofferenza, che il dolore, che la disperazione debbano avere una forma esteticamente bella?
Credo che non lo abbia mai fatto nessuno. La sofferenza, la disperazione, il dolore, non hanno forma. Non assumono mai un confine netto. Irrompono. Travolgono. Possono arrivare anche a distruggere, annientare i ricordi, respingere il richiamo della vita.
La sofferenza si piange, si vive, si urla, si sussurra. Proprio come ha fatto ieri sera Ermal Meta.
Un filo di voce, spesso spezzata, rotta dall’emozione, dal senso delle parole, dall’incedere “dolcemente drammatico” della melodia.
La seconda pare della cover, poi, quella cantata in falsetto e “falsettone”, è stata di una bellezza emozionale assoluta. Sofferenza pura. Dolore, ma anche travolgente speranza.
Una piccola “perla” in un mare fatto di pochissime luci e moltissime ombre…
“Cantare Modugno” è impresa molto ardua. Impervia. O sei libero come la sua anima oppure rischi di fare soltanto brutte figure. Perchè Modugno non lo puoi “rivisitare”; non lo puoi declamare; non lo puoi sussurrare.
Devi riuscire a fare tuo il senso esteticamente rivoluzionario delle sue dinamiche interpretative. Cogliere il senso e la portata degli accendi coi quali scandiva parole, ritmo e melodia. Devi essere capace di sognare, di amare e di soffrire, insieme a lui. Devi permettere alle idee ed alle emozioni di essere più forti di tutto, anche della “indecente decenza”…
Per un grande cantante libero e di “libertà “, una bellissima interpretazione, “libera”, intima; capace di farti vivere la drammatica vibrazione della nostalgia… Anche sotto voce. Anche quando nessuno sente. Anche quando nessuno vede…
Per quanto mi riguarda, ieri sera, ha vinto il migliore…
Salvatore Castello
Right BLU – La Destra Liberale
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