EX SINDACO LEGHISTA AUGURA LA MORTE A GIORNALISTA MA PER IL PM E’ “LESSICO NORMALE”
A SEREGNO CHIESTA L’ARCHIVIAZIONE PER CHI DEFINI’ I CRONISTI “ANIMALI, LADRI E SCHIFOSI”
Un politico augura la morte a un gruppo di giornalisti definiti “animali, ladri e schifosi”.
Ma per il pm quelle frasi non sono nè minacciose nè diffamatorie perchè “comunemente utilizzate nel lessico quotidiano”.
Succede a Seregno, ricco comune brianzolo coinvolto in passato da inchieste contro la ‘ndrangheta.
E’ qui che il 14 giugno scorso il sindaco uscente Giacinto Mariani festeggia la sua elezione in consiglio comunale nelle fila della Lega Nord e la vittoria elettorale del suo successore Edoardo Mazza, candidato di Forza Italia e Carroccio, con queste parole: “Che le opposizioni la smettano di rifarsi a siti anonimi gestiti da animali, da ladri e da schifosi. Perchè queste persone devono morire”.
Mariani non nomina i destinatari di quel macabro augurio, che però viene lanciato mentre in platea è presente Michele Costa, collaboratore di Infonodo.org, sito di informazione locale attento a quello che avviene a Seregno, con particolare attenzione ai temi di mafia, politica e imprenditoria e che spesso si è occupato proprio di Mariani.
Il sindaco uscente viene denunciato da Michele Costa per quelle frasi, che per il magistrato però non costituiscono reato.
“Risultano più che altro — scrive il sostituto procuratore di Monza Stefania Di Tullio — nella richiesta di archiviazione al gip — frutto di un momentaneo sfogo sortito anche dall’esito (positivo) delle elezioni amministrative e per tanto non accompagnate da alcun intento criminale”.
Dell’episodio si è occupato anche il fattoquotidiano.it ed è stato riportato anche dall’Index on Censorship’s Mapping Media Freedom, report geolocalizzato sulla tutela della libertà di informazione ed espressione in Europa, secondo cui l’Italia è seconda in Europa per numero di minacce nei confronti dei giornalisti.
“Farò ricorso, non si può commentare la decisione di un magistrato che considera lessico quotidiano le minacce e gli insulti a un giornalista”, dice Costa al fatto.it.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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