FABIO GRANATA: “PATRIOTTISMO REPUBBLICANO, OLTRE LA DESTRA E LA SINISTRA”
“C’E’ CHI VUOLE COSTRUIRE PERIMETRI E STECCATI INTORNO A FINI PER LIMITARNE LA POTENZIALITA’ DI RAPPRESENTARE UNA NUOVA ITALIA”… “OCCORRE ESSERE AVANGUARDIA CULTURALE E POLITICA OLTRE OGNI PERIMETRAZIONE SCONTATA, OLTRE LA DESTRA E LA SINISTRA”
Domenica a Roma, sullo sfondo del palcoscenico dell’Adriano, accanto al nostro bel simbolo, si notava la riproduzione ossessiva di uno slogan, “il vero centrodestra”, diventato una sorta di “coperta di Linus” per futuristi in crisi di identità …
Con franchezza vorrei dire che sono veramente stanco, e per certi versi nauseato, da tutta una serie di “perimetri e steccati” costruiti attorno a Gianfranco Fini per limitarne lo straordinario potenziale di rappresentanza della nuova Italia e di una politica nuova.
Affermare che veniamo da Destra è scontato, ma a dare forza al nostro progetto c’è molto di più e di più complesso.
In un passaggio epocale nel quale le categorie politiche del ‘900 non riescono più a spiegare il mondo, la nostra grande ambizione è quella di rappresentare e costruire il movimento del Patriottismo Repubblicano e costituzionale.
Gli strascichi di qualche piccola ambizione personale frustrata rischia invece di determinare una dinamica nella quale, dopo la zavorra rappresentata da alcuni personaggi poi regolarmente approdati alle aree di responsabilità e coesione nazionale, dovremmo adesso sorbirci quella di un diuturno richiamo alla perimetrazione rigida e inesorabile nel centrodestra.
In questa logica ci si rifugia nell’ipocrita formula del postberlusconismo, come se la “ragione sociale” della nascita del nostro progetto non fosse intimamente collegata alla deriva incarnata dal Premier e dai suoi uomini.
Fini e Futuro e Libertà hanno rappresentato una speranza per tanti italiani di destra e non di destra: per questo bisogna essere avanguardia culturale e politica ben oltre ogni posizionamento scontato.
Sui referendum, ad esempio, io rappresento un’area contraria al nucleare, favorevole alla gestione pubblica dell’acqua e contro ogni meccanismo ad personam di “legittimo impedimento”, ma non ho l’arroganza di indicare questa mia sensibilità come “linea di partito”.
Quei provvedimenti furono infatti sostenuti in un altro quadro politico: ora che tutto è cambiato tutto va democraticamente ridiscusso al nostro interno.
Non dimentichiamo, infine, che Fini e alcuni di noi sono stati espulsi dal Pdl e da Berlusconi perchè difendevano la legalità , l’etica pubblica e la coesione sociale e culturale della nazione in nome di una certa “idea dell’Italia”.
Il 14 dicembre la sfiducia da noi proposta e votata è stata conseguenza logica e doverosa di quel percorso: chi oggi, dall’interno di Fli e mentre si costituisce in corrente, mette in dubbio la bontà di quelle scelte, dà implicitamente ragione ai “quaquaraquà ” di cui ieri parlava Gianfranco Fini.
E al groviglio di interessi torbidi ai quali il nostro progetto fa paura.
Fabio Granata
Leave a Reply