FABIO RAMPELLI IL 21 DICEMBRE HA RIUNITO LA SUA CORRENTE: “SE VUOI AMMAZZARE UNO, TI DEVI ACCERTARE CHE SIA MORTO DAVVERO”
NON HA DIGERITO DI ESSERE STATO FATTO FUORI ANCHE DALLA CORSA ALLA REGIONE LAZIO E STA ARMANDO LA FRONDA INTERNA CRITICA DELLA GESTIONER MELONI
La festa dell’orgoglio “gabbiano” va in scena il 21 dicembre alle Scuderie Stant’ Eusebio, una sala eventi a Roma est, a un passo dal Grande raccordo anulare. Il protagonista è Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ma ci sono anche i parlamentari Federico Mollicone, Andrea De Priamo, Livia Mennuni e Marco Scurria, il coordinatore romano Massimo Milani e molti altri tra consiglieri comunali e presidenti di municipio. In tutto circa 300 persone.
È la nascita, o meglio la rinascita, di una corrente che ebbe molto potere in Alleanza nazionale: una notizia, in un partito personale come quello di Giorgia Meloni. Sono quelli di Colle Oppio, la prima sezione missina che nel Dopoguerra ha rappresentato l’embrione della militanza post fascista, raccolta nella catacombale sede di via delle Terme di Traiano.
Per contrappasso, oggi, sono proprio loro a rappresentare una possibile minaccia al potere di Giorgia Meloni
Il motivo è noto: Giorgia ha fatto fuori Rampelli anche dalla corsa alla presidenza della Regione Lazio, dopo averlo escluso da quella per il Campidoglio (preferendogli incredibilmente Enrico Michetti) e avergli negato una poltrona da ministro.
Per questo una tradizione dei “gabbiani” – la festa del solstizio d’inverno – stavolta ha un significato speciale. Se non di fronda, almeno di sfida e di rinascita.
Lo spiegano bene le parole pronunciate durante la cena (tra un’amatriciana, un risotto al radicchio e i fagioli con le cotiche) da una storica militante missina: “Una cosa che abbiamo imparato dalla Dc è che se vuoi fare fuori uno devi spiegare perché – allude al rapporto tra Meloni e Rampelli – e poi se vuoi ammazzarlo politicamente, ti devi accertare che quello sia morto per davvero. Altrimenti si rialza”.
Un messaggio poco distensivo. Poi tocca al “festeggiato”.
Cita una sola volta Meloni, ma pronuncia un discorso bellicoso e chiaramente rivolto a lei: “Dalla mezzanotte di oggi il sole ricomincia la sua crescita e mangia le tenebre – dice Rampelli, con una metafora sul solstizio – fino a oggi le tenebre sono state incombenti”
Poi rivendica i suoi meriti nella vittoria elettorale: “Il 25 settembre abbiamo toccato il cielo con un dito, ma questo successo lo abbiamo costruito collettivamente in maniera millimetrica, – spiega tra gli applausi – Questo governo lo abbiamo immaginato dieci anni fa”.
(da Il Fatto Quotidiano)
Leave a Reply