“FAMIGLIA ROM RESTA QUI, HA DIRITTO ALLA CASA, LA LEGGE SI RISPETTA”: BRAVA RAGGI, PRENDERSI INSULTI DALLA FECCIA E’ UNA MEDAGLIA
E ORA LA POLIZIA FACCIA IL SUO DOVERE: SU 2000 ABITANTI NON SI PUO’ PERMETTERE CHE 30 RAZZISTI ROMPANO I COGLIONI, BASTA UNA CARICA DELLA POLIZIA E TORNANO NELLE FOGNE… E PER CHI FOMENTA ODIO RAZZIALE APPLICARE LA LEGGE LASCIANDO DUE OPZIONI: TRENTA GIORNI AL REPARTO ORTOPEDIA O DUE ANNI IN GALERA… “CUOR DI LEONE” CHE HA INSULTATO LA FAMIGLIA OGGI SI DICE PENTITO: UN ALTRO RIVOLUZIONARIO DELLA DOMENICA
“Questa famiglia risulta legittima assegnataria di un alloggio. Ha diritto di entrare e la legge si rispetta. Siamo andati a conoscerli e sono terrorizzati. Abbiamo avuto modo di far conoscere questa famiglia ad alcuni condomini. Chi insulta i bambini e minaccia di stuprare le donne forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Non è questa una società in cui si può continuare a vivere”.
Sono le parole che ha pronunciato la sindaca uscendo dalla casa popolare assegnata alla famiglia nomade a Casal Bruciato dove è stata accolta da una raffica di insulti e offese sessiste da parte di una cinquantina di residenti (su duemila) che da due giorni protestano contro l’assegnazione del Comune di un alloggio popolare a una famiglia bosniaca di 14 persone.
Momenti di tensione quando Raggi è stata letteralmente scortata da due cordoni del reparto mobile della polizia all’interno del piazzale condominiale dove si trova l’appartamento assegnato martedì scorso a una famiglia rom.
Insieme a lei, ci sono alcuni vicini di casa, il direttore della Caritas diocesana di Roma, don Benoni Ambarus, e un delegato del vicariato.
Raggi è stata contestata da circa una trentina di persone che hanno seguito il cordone di polizia che accompagnava la prima cittadina. “Salvini, Salvini” ha urlato un gruppetto di donne che manifestano.
Intanto sono al vaglio della Digos le immagini degli insulti alla donna nomade, tra cui la frase ‘ti stupro’, al suo ingresso ieri nella palazzina di Casal Bruciato a Roma scortata dalla polizia.
Gli investigatori sono al lavoro per accertare con esattezza l’accaduto e stabilire eventuali responsabilità . “Purtroppo ancora oggi, in molti Paesi d’Europa – anche in Italia, nella stessa città di Roma – assistiamo a episodi di riprovevole violenza, che costituiscono il sintomo di un progressivo arretramento dei presidi di civiltà , di un drammatico affievolimento della sensibilità collettiva di fronte all’emersione di antiche e nuove forme di razzismo, spesso di matrice antisemita”, ha detto il premier Giuseppe Conte incontrando 800 ragazzi russi, di origine ebraica, nel Tempio Maggiore di Roma.
“Quello che è successo ieri, di aver detto a quella signora rom, quello che tutti i giornali scrivono, ovvero che le avrei detto ‘ti stupro’, io non lo ho mai detto – si difende Daniele, il giovane cui è stata attribuita la frase – Gli ho detto tante altre brutte parole e mi scuso con lei per averle dette, il momento era quello che era, non si ragionava tanto bene. Io non appartengo a CasaPound, a nessun loro movimento, non sono iscritto, stavo lì da semplice cittadino. Ho preso parte a determinate iniziative con loro ma io non sono un militante di CasaPound, ma ho partecipato ad alcune loro iniziative” come dimostrano alcune immagini diffuse in rete.
Peccato che le immagini smentiscano questo “cuor di leone”: indossava un giubbetto con i simboli di Casapound ed era sempre vicino al segretario del Movimento.
Pure bugiardo, oltre che razzista “pentito del giorno dopo”
(da agenzie)
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