FAREFUTURO ATTACCA BERLUSCONI: “DA LUI SOLO SLOGAN, EDITTI BULGARI E KILLERAGGIO”
DURO AFFONDO DEI FINIANI: “NESSUNO POTRA’ PIU’ CONVINCERCI CHE IL BERLUSCONISMO NON COINCIDA CON IL DOSSIERAGGIO E I RICATTI, CON LA MENZOGNA CHE DIVENTA STRUMENTO PER ATTACCARE L’AVVERSARIO E DISTRUGGERLO”….”ORMAI SI NUTRE DI PROPAGANDA STUPIDA E INTONTITA, DI SIGNORSI’ E DI CANZONCINE EBETI DA SPOT PUBBLICITARIO”
«Nessuno ci potrà più convincere che il berlusconismo non coincida con il dossieraggio e con i ricatti, con la menzogna che diventa strumento per attaccare l’avversario e distruggerlo».
È questo l’affondo di FareFuturo. Il duro editoriale di Filippo Rossi, pubblicato sul sito della fondazione vicina a Gianfranco Fini, arriva all’indomani dell’appello a «non tradire il mandato elettorale» lanciato dal presidente del Consiglio ai «finiani moderati» e alla vigilia del vertice del Pdl.
Rossi accusa il berlusconismo di nutrirsi «di propaganda stupida e intontita, di slogan, di signorsì e di canzoncine ebeti da spot pubblicitario».
«Eravamo convinti – scrive il direttore del periodico – che fosse un semplice dibattito politico, il confronto tra due idee di centrodestra, e che tutto potesse scorrere nei canali della democrazia interna a un partito».
Certezze in base alle quali, spiega la fondazione vicina al presidente della Camera, «abbiamo difeso per anni Berlusconi, sperando nella sua capacità di spiccare il volo e diventare un grande politico, uno statista».
Per questo motivo, Rossi ammette: «Il pensiero corre ai sensi di colpa per non aver capito prima, per non aver saputo e voluto alzare la testa. E oggi che gli editti toccano da vicino, è fin troppo facile cambiare idea. Oggi ha ragione chi dice: perchè non ci avete pensato prima? Non c’è una risposta – prosegue l’editoriale – che non contempli un pizzico di vergogna. Un vergogna che, però, non prevede ora il silenzio, il ripetersi di un errore».
Per Farefuturo, dunque, la questione, non è più soltanto politica: «È una questione di civiltà . Di democrazia. E di libertà », si legge sul suo periodico online.
«Questioni forse più grandi di noi – continua l’articolo – che impongono una scelta difficile. Intendiamoci, tutto questo poi non impedisce la “politica”, non impedisce di trovare accordi per governare il paese. Si parla d’altro. Si parla di qualcosa di più. Perchè quello che abbiamo visto in questi ultimi tempi, tra documenti di espulsione e attacchi sguaiati alle istituzioni che sembrano concepite come proprietà privata e non come bene pubblico, relazioni internazionali di dubbio gusto e killeraggi mediatici, per non parlare delle questioni etiche trasformate in propaganda di partito, ecco, tutto questo dimostra che c’è una distanza culturale prima di tutto”.
Dal punto di visto della giornata politica invece emerge tra i finiani la convinzione che non ci sono i margini per una campagna acquisti ad personam.
I finiani escludono che possa andare in porto l’operazione affidata ai suoi da Silvio Berlusconi per convincere i parlamentari moderati di “Futuro e Libertà ” a rientrare nei ranghi.
La risposta degli uomini vicini al presidente della Camera è stata affidata al vicepresidente dei deputati di Fli, Benedetto Della Vedova. “Se Berlusconi pensa di affrontare la questione a settembre”, dice il vicecapogruppo, “con una campagna acquisti ad personam tra i finiani ha sbagliato totalmente analisi e strategia”.
Inutile anche ogni tentativo di di provare a dividere il gruppo.
Della Vedova ci tiene a sottolineare che “non esiste nessuna possibilità di catalogare i finiani in falchi e colombe: c’è un gruppo compatto di parlamentari che insieme hanno reagito a ciò che è all’origine di tutta questa vicenda, l’espulsione di Fini e dei finiani in base ad un documento irricevibile e contraddittorio, per cui giocoforza abbiamo dovuto dare vita a nuovi gruppi parlamentari”.
Se poi, ragiona Della Vedova, “il premier vuole perseguire la strategia dell’autoribaltone espellendo i finiani oltre che dal partito anche dalla maggioranza, lo fa a suo rischio e pericolo”.
Bocciata insomma l’ipotesi di un riassorbimento, che non passi da un nuovo patto tra i due leader, Berlusconi e Fini. “Questa sarebbe, appunto, una non-strategia. L’unica possibilità – spiega il vicecapogruppo Fli – è quella di un patto tra ex amici, che possa garantire qualche semestre di riforme all’Italia. Il resto sono chiacchiere. Bisogna sedersi al tavolo, oggi, con un attore in più, che è Futuro e Libertà “.
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