FARSA GELMINI-FORMIGONI: I PRECARI SI PAGANO LO STESSO MA NON INSEGNANO
SIAMO AL TEATRINO DELLA POLITICA: PRIMA LA GELMINI TAGLIA I PRECARI E SI INIMICA IL MONDO DELLA SCUOLA….ORA 60% IL GOVERNO, 40% LE REGIONI, LO STIPENDIO VIENE GARANTITO LO STESSO… TUTTO QUESTO CASINO PER PAGARE LO STIPENDIO INTERO: TANTO VALEVA FARLI INSEGNARE ALMENO, INVECE CHE PAGARLI PER STARE A CASA
La Gelmini aveva tagliato quest’anno circa 20.000 precari della scuola, più il personale Ata, suscitando ovviamente le proteste dei docenti in tutti Italia.
Professori che insegnano, si badi bene, non da ieri, ma anche da 9-10 anni, improvvisamente si sono trovati a casa, non vedendosi rinnovare il loro contratto annuale che di anno in anno veniva confermato.
Lo abbiamo detto e ripetuto: i tagli non si possono fare all’Istruzione, era un’iniziativa sbagliata che avrebbe messo il governo alle strette, con il rischio di un autunno caldo, attraverso la congiunta mobilitazione degli studenti e dei docenti.
A seguito delle prime avvisaglie di proteste, la Gelmini ha concesso gli ammortizzatori sociali, circa il 60% dello stipendio verrebbe garantito: e qui bleffa perchè l’indennità di disoccupazione non l’ha certo inventata lei, ma passiamo oltre.
Notizia di due giorni fa: la Regione Lombardia, integrando con il restante 40% lo stipendio del precario, garantisce a circa 2.000 precari disoccupati lombardi il 100%.
Ovvero al 60% della busta paga viene garantito dal sussidio di disoccupazione, la Regione Lombardia aggiunge un contributo per arrivare alla cifra totale.
Idem per i mesi successivi, quando il sussidio statale scenderà al 50%.
Accordo fatto con la Gelmini che scodinzola e la Regione Lombardia stanzia 15 milioni di euro del contribuente.
Piccolo inciso: a marzo Formigoni deve essere rieletto e dato che, a differenza di altri, fesso non è, non ha certo intenzione di perdere qualche migliaio di voti per errori altrui.
Si precisa che al progetto sono interessati non solo i docenti annuali, ma anche il personale amministrativo e tecnico, titolari di sussidio di disoccupazione che nell’anno scolastico 2008-2009 hanno lavorato nelle scuole della regione con un contratto a tempo determinato e che quest’anno non hanno avuto conferma nell’incarico.
In cambio i precari contribuiranno a realizzare progetti interni alla scuola: dalle attività di orientamento a iniziative contro la dispersione scolastica.
Fumo negli occhi, come i lavori socialmente utili: si fa vedere che restano eventualmente a disposizione, qualora convocati dalle rispettive sedi, ma se non li chiamano per irrigare i fiori del giardino, possono stare in pratica a casa.
Ovvero prendono lo stipendio senza insegnare, perchè qualche mente illuminata ha tagliato i posti e le cattedre.
Così si finisce cornuti e mazziati: il servizio peggiora, il tempo pieno viene ridotto, i genitori si incazzano, i docenti corrono a tappare i buchi da una scuola all’altra e lo Stato alla fine non risparmia un euro, perchè paga lo stesso gli stipendi. Grande operazione, Mariastella.
Postilla: i docenti precari avranno altri due vantaggi: godranno di una corsia preferenziale per ottenere supplenze per brevi periodi e continueranno a maturare punti in graduatoria come se avessero un contratto annuale.
La Gelmini ora vuole “eliminare piano piano i precari, collegandoli ai pensionamenti annuali”: quello che noi e tutte le persone di buonsenso hanno sempre sostenuto.
Integrare coi precari le carenze annuali e farli diventare quindi gradualmente tutti fissi.
Tra parentesi anche Campania e Sicilia hanno già preannunciato che seguiranno l’esempio di Formigoni e mano a mano sarà così in tutte le Regioni italiane.
Conclusione: si pagano tutti i docenti precari e quindi non ci sarà un euro di risparmio ( che poi paghi il governo o la regione, sempre soldi dei cittadini sono) e dall’altro cattedre vuote perchè possono stare a casa o andare ogni tanto a dare l’acqua ai fiori.
In compenso il governo è riuscito a far incazzare mezzo mondo per poi rimangiarsi tutto. Ovviamente siamo felici per i precari, ma avremmo preferito vederli tornare a insegnare, assicurando loro la dignità che merita la loro professione.
Leave a Reply