FDI SPIAZZA GLI ALLEATI: “CAMERA E MINISTERO IN RITARDO SULLA MANOVRA”
IN REALTA’ I RITARDI SONO DA IMPUTARE ALLA MAGGIORANZA NON AGLI UFFICI… LA PRIMA USCITA DA CAPOGRUPPO DI BIGNAMI E’ TRAGICOMICA, RIESCE A ESSERE SMENTITO ANCHE DAI SUOI ALLEATI
«Gli abbiamo dato 32 ore per essere pronti e ora parliamo di ritorno in commissione?». Alza la voce, Galeazzo Bignami. Nella biblioteca del presidente della Camera, la conferenza dei capigruppo è riunita per definire il calendario della manovra. Il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia se la prende con i funzionari di Montecitorio che stanno confezionando il testo della legge di bilancio per l’esame in aula. Un lavoro complesso e delicato perché i 144 articoli approvati dal Consiglio dei ministri vanno aggiornati alla luce delle modifiche validate dalla commissione Bilancio.
Bignami teme che le opposizioni possano rallentare la manovra approfittando del ritorno in commissione, un’opzione che la capigruppo mette in conto alla luce delle verifiche in corso alla Ragioneria. Poche o tante che siano, correzioni o stralci, il passaggio è dato per scontato. Non dal rappresentante di FdI, che si ritrova però isolato. I capigruppo di Forza Italia e Lega, Paolo Barelli e Riccardo Molinari, restano in silenzio. Basiti per i toni dell’alleato.
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, decide di non intervenire per evitare di esasperare la situazione. Ma il capogruppo di Azione, Matteo Richetti, rompe l’imbarazzo per replicare a Bignami. I ritardi — è il ragionamento — sono da imputare alla maggioranza, non agli uffici del Parlamento. Anche Pd e Avs vanno all’attacco: la colpa è delle richieste last minute di FdI, Lega e FI che hanno ingolfato i lavori della quinta commissione di Montecitori
Bignami affida alle opposizioni un altro sfogo: la colpa, dice, è anche del ministero dell’Economia e in particolare della Ragioneria. Lamenta ritardi nella messa a punto dei testi. Le accuse sono accolte con freddezza dentro FdI, dove l’atteggiamento di Bignami viene ritenuto fuori luogo. Anche Fontana chiede conto. I due si incontrano nella stanza del presidente per evitare che la discussione in capigruppo diventi un caso. Ma le voci corrono veloci a Montecitorio.
E i tecnici del Mef ritornano nel mirino della maggioranza all’indomani del pressing di Forza Italia per modificare la norma della manovra sui revisori del Mef nelle società che ricevono contributi pubblici. Da via XX settembre trapela un messaggio di difesa dei tecnici. Anche ieri, alla Ragioneria, si è lavorato fino a tarda sera per completare le verifiche sul testo approvato dalla commissione
Galeazzo Bignami, all’esordio come capogruppo di Fratelli d’Italia, si è arrabbiato moltissimo per l’allungamento dei tempi, prendendosela con il governo e con la presidenza della Camera, difesa anche dall’opposizione. Un intervento che ha stupito anche i colleghi di maggioranza. Pd, Avs e M5S hanno chiesto al governo di non utilizzare una eventuale riapertura del testo in Commissione per presentare ulteriori emendamenti. «Ho visto più buonsenso nell’opposizione» ha commentato uno dei presenti alla riunione.
(da il Corriere della Sera)
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