FEDERALISMO DEMANIALE: MAGGIORANZA SPACCATA, BOSSI TEME L’IMBOSCATA DEI FINIANI
OGGI APPROVANO IL DECRETO LEGISLATIVO, MA QUELLO ATTUATIVO, TRA QUALCHE MESE, DIFFICILMENTE PASSERA’…FINI: “NESSUNO DICE QUANTO COSTA IL FEDERALISMO” …BERLUSCONI E’ IL PRIMO A SAPERE CHE SARA’ UNA TASSA DA PAGARE: NEL PDL NON SOLO I FINIANI SONO PRONTI A IMPALLINARLO
Il primo dei quattro decreti legislativi oggi dovrà essere approvato dalla Commissione bicamerale e poi fatto proprio dal governo.
Dovrebbe entrare in vigore entro il 21 maggio, trasferendo dallo Stato agli enti locali spiagge, fiumi, laghi, caserme e strade.
Ma nel centrodestra non c’è assolutamente identità di vedute: i finiani si sono messi di traverso non solo con una serie di modifiche che hanno imposto, ma con le perplessità di fondo che restano: “la spesa pubblica che cresce è quella degli enti locali, in testa le regioni”.
Il sospetto che il provvedimento finisca per diventare un sistema per fare cassa, vendendosi anche la batteria di cucina, è per molti una certezza. Circolano già le quotazioni immobiliari: il Monte Cristallo a Cortina costa 259.000 euro, l’Arenile degli Alberoni a Venezia 1,5 milioni, l’isola del Buon Castello a Chioggia in svendita a 110.000 euro, i terreni del Golf ad Albarella 4,6 milioni, il monte Croda Rossa in liquidazione a 26.000 euro.
E’ solo l’inizio del prezziario del supermercato del federalismo: caserme dismesse, immobili statali, tutti in vendita al miglior offerente.
Ma quello che si approverà oggi sarà solo il cappello introduttivo: saranno i decreti attuativi che alla fine metteranno nero su bianco l’elenco dei bocconi prelibati su cui già volano gli avvoltoi.
E per quelli ci vorrà ancora un anno e tutti sanno che non passeranno mai.
I finiani per ora si limitano a segnalare che “serve un federalismo responsabile, il Parlamento deve essere più coinvolto su questa materia, non si può cancellare l’art.9 della Costituzione che difende il patrimonio culturale e paesaggistico solo per permettere a Regioni e Comuni di fare cassa”. L’opposizione rincara la dose: “la Lega fa il federalismo delle chiacchiere, chi paga il debito pubblico?”.
E Fini è già il punto di riferimento della sommossa di ambienti interni al Pdl, tanto da sostenere con tranquillità : “Farsi considerare da Bossi un piantagrane è un riconoscimento di merito, in realtà l’unica grana è sapere quanto costa il federalismo fiscale”.
E il presidente della Camera aggiunge: “Così il federalismo non passerà mai: in un momento in cui l’Europa ci chiede di stringere la cinghia, ci sono cose più importanti cui dedicarsi”.
Di ciò è ben consapevole Tremonti che preferisce non commentare, ma soprattutto lo stesso Berlusconi a cui in realtà del federalismo non frega nulla, considerandolo solo una tassa da pagare a Bossi.
Ma le voci anonime raccolte in parlamento dai giornalisti confermano: vi sono molti deputati insospettabili che non voteranno mai il provvedimento, quando arriveranno i decreti attuativi.
E se il governo cadrà si assisteranno a parecchi spostamenti, interni al Pdl, verso Fini.
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