FELTRI DA’ FUOCO ALLE POLVERINI, MA FINIRA’ SCOTTATO LUI
FELTRI NON VOTERA’ MAI UNA SINDACALISTA COME RENATA? MOLTI ITALIANI DI DESTRA MAI I RAZZISTI SUOI COMPAGNI DI MERENDE…. AL DIRETTORE DE “IL GIORNALE” NON PIACE IL SUDORE OPERAIO, A NOI IL FETORE LEGHISTA…IL KILLERAGGIO DEL PARTITO DELL’AMORE CONTINUA
Mentre ad Arcore si studia sentimento e si regala amore a piene mani, anche perchè la trovata può rendere qualche decimale in più nei sondaggi elettorali, dalla sede de “il Giornale” prosegue il killeraggio di Feltri su qualsiasi soggetto animato che si muova nell’aria finiana.
Ora tocca alla candidata del Pdl alla presidenza della Regione Lazio, Renata Polverini, segretaria generale dell’Ugl dal 2006, finire sotto il fuoco “amico” del quotidiano controllato dal premier.
E questo la dice lunga sugli “intenti amorosi” che si agitano all’interno del Pdl, figuriamoci su quelli esterni.
Feltri ha sostenuto che se fosse un cittadino del Lazio mai voterebbe la Polverini alle prossime regionali, definendola “un Guglielmo Epifani in gonnella”.
Fondamentalmente a Feltri l’idea che le sue giacche inglesi da snob aristocratico possano incautamente essere macchiate da uno schizzo di macchinario di fabbrica o da una goccia di vernice di un lurido imbianchino fa talmente senso che piuttosto resta a casa a ricevere Calderoli, esperto in suini (ed altro).
La Polverini ha il torto di “essere troppo trasversale”, di aver ricevuto ( e rifiutato) a suo tempo un’offerta di candidatura da parte di Veltroni, di essere “gramsciana”, di “stare troppo in TV” (senti chi parla).
Altro reato grave: “di aver ricevuto complimenti da tutti”, da Epifani (“Renata è una tosta”) a Giorgia Meloni, da Fini a Bertinotti ( “quando parla di salari, io mi sento rappresentato dalla Polverini”), da Veltroni a Gianni Letta.
Il fatto di essersi diplomata in ragioneria e aver rinunciato a iscriversi all’Isef (le sarebbe piaciuto) per mettersi subito a lavorare e dare una mano in famiglia, fare tutta la gavetta nel sindacato, fino a essere l’unica donna mai eletta in Italia a segretaria generale di una organizzazione sindacale, per Feltri è un vizio imperdonabile.
Abituato al profumo delle stalle e allo sterco dei maiali, gli fa specie che il premier, che pur di stalle e stallieri è esperto, abbia accettato il consiglio di Fini e candidato la Renata alla presidenza del Lazio.
Come si può, dopo un uomo probo come Marrazzo, candidare una che divide il suo tempo tra fabbriche, tutela dei lavoratori e sermoni sindacali in Tv?
Ma dov’è finito il Pdl dei quartieri bene, dell’aristocrazia del nord, dei salotti buoni, delle tribune d’onore degli ippodromi?
La Renata non commenta i colpi dei cecchini, si limita ad andare avanti per la sua strada, ribadisce che nel suo programma avranno rilevanza tutela del lavoro e della famiglia, parla di asili nido, di case, di trasporti, di buoni famiglia, di buoni bebè, di sanità , di riduzioni degli sprechi, di pendolari.
Tutte cose che sporcano le mani raffinate e curate, insomma, meglio un Marrazzo che utilizzava l’auto di servizio per le sue frequentazioni altolocate. E poi almeno Marrazzo sniffavam, come certi politici di livello, la Renata al massimo si potrebbe fumare una Camel dopo pranzo, vogliamo dare la Regione Lazio e poveracci così?
Ufficialmente il Pdl ha preso le distanze dalle affermazioni di Feltri, ma segnaliamo una dichiarazione di Tajani: “Poi dovrà circondarsi di una buona squadra, equilibrata: è importante che sappia ascoltare chi la sostiene”. Tradotto dal politichese: deve darci dei posti, così la condizioniamo, non fare di testa sua.
Da un lato il killer, dall’altro i medici premurosi…
In ogni caso non lamentiamoci: Feltri non voterebbe la Polverini e spera che un suo insuccesso indebolisca Fini?
Nessun problema: ci sono migliaia di italiani di destra che non voteranno mai un candidato razzista, uno dei tanti compagni di merenda di Feltri.
Al nord, dove c’è la Lega alleata del Pdl, sia con un candidato presidente leghista, sia con un la vicepresidenza promessa, saranno in tanti gli amici della “destra vera” che non voteranno mai un’accozzaglia del genere. Nessuno ci potrà mai obbligare a sopportarne il fetore leghista.
Li avete voluti? Votateveli da soli.
La destra è altra cosa: non si vendono le idee per salvarsi da due processi o buttando a mare della povera gente che ha diritto all’asilo politico.
La destra vera si sporca le mani di lavoro e sacrificio, non di timbri di tribunali e di sangue innocente.
Ricordatevelo.
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