FIGURACCIA INTERNAZIONALE: IL TAR DEL LAZIO BOCCIA LE NOMINE DI FRANCESCHINI PER I MUSEI
“NON POTEVANO PARTECIPARE STRANIERI”…IL MINISTRO: “MEGLIO CHE NON COMMENTI”… DA PAESTUM A PALAZZO DUCALE DI MANTOVA SENZA DIRETTORI DA OGGI… IL RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO
La riforma dei musei voluta dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini rischia di tornare al punto di partenza.
Il Tar del Lazio con due sentenze ha infatti bocciato cinque dei venti direttori dei supermusei e le nomine, di conseguenza, sono state annullate.
Cinque musei, del calibro di Paestum o di Palazzo Ducale, sono qui da ora senza direttori. Una decisione che ha provocato l’immediata reazione del ministro su twitter: “Non ho parole”.
Il Tar del Lazio – accogliendo il ricorso di due candidati alle posizioni di direzione di musei di Mantova, Modena, Paestum, Taranto, Napoli e Reggio Calabria – ha ritenuto infatti in primo luogo che le procedure di selezione fossero viziate in più punti.
Tre i punti fondamentali che hanno convinto i giudici ad accogliere il ricorso di altri candidati: “Il bando della selezione non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani in quanto nessuna norma derogatoria consentiva di reclutare dirigenti pubblici fuori dalle indicazioni tassative espresse dall’articolo 38. Se infatti il legislatore avesse voluto estendere la platea di aspiranti alla posizione dirigenziale ricomprendendo cittadini non italiani lo avrebbe detto chiaramente”.
Nel testo firmato dal presidente Leonardo Pasanisi e dal consigliere Francesco Arzillo si parla della illegittimità delle modalità di svolgimento del concorso: “A rafforzare la sostenuta illegittimità della prova orale, la circostanza che questa ultima si sia svolta a porte chiuse” mentre in altri punti si parla di criteri magmatici nella valutazione dei candidati.
Con la riforma di Franceschini dopo le selezioni sette direttori sono stranieri tra i quali quello del parco archeologico di Paestum e del Palazzo Ducale di Mantova, interessati dal verdetto del Tar.
La riforma del ministrero dei Beni culturali ha assegnato a 32 musei la piena autonomia organizzativa, scientifica, finanziaria e contabile.
I primi venti già funzionano da due anni e i risultati sembrano essere positivi come iniziative e numero di visitatori. E’ quindi quasi certo che il ministero ricorrerà in appello al Consiglio di Stato.
(da agenzie)
Leave a Reply