FINI E BOCCHINO. SEPARATI IN CASA: SUL CASO SCORTE BOCCHINO ATTACCA LA CANCELLIERI, FINI SI DISSOCIA
SUL SITO UFFICIALE DI FLI, IN MANO A BOCCHINO, NON E’ STATA PUBBLICATA NEANCHE LA SMENTITA DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA CHE SI ERA LIMITATO A DIRE: “NON CONDIVIDO LE PAROLE DELL’ONOREVOLE” (NEANCHE VICE-PRESIDENTE QUINDI)
Aria tesa dentro Futuro e Libertà .
Il leader del partito, Gianfranco Fini, ha preso le distanze dalle dichiarazioni del suo vice Italo Bocchino, che sul tema dei costi delle scorte al presidente della Camera ha tacciato di “inadeguatezza” il ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri.
“Ribadisco di avere piena fiducia nei confronti del Ministro – ha detto Fini in una nota – e non solo per la questione delle scorte. Pertanto non condivido quanto dichiarato dall’onorevole Bocchino”.
Una rottura con il vicepresidente di Fli, che aveva utilizzato toni duri nei confronti della titolare del Viminale.
“Sulle polemiche relative alla sicurezza del presidente della Camera – aveva detto – il ministro dell’Interno Cancellieri ha dimostrato di essere inadeguata al ruolo. Prima il suo dicastero ha diramato un comunicato pasticciato e poi lasciandosi andare ad un futurista paro-liberismo con Francesco Merlo di Repubblica è venuta meno alla doverosa leale collaborazione tra poteri dello Stato”.
Il ministro dell’Interno aveva parlato di “spreco” e di “regole da cambiare” a proposito della scorta della terza carica dello Stato e delle nove camere riservate in un hotel di Orbetello, su cui ha chiesto una relazione 2 lo scorso 12 agosto: “Sono tante le attenuanti quando bisogna garantire la sicurezza e il diritto alle vacanze degli uomini dello Stato, specie nella stagione estiva; ma il regolamento deve cambiare e anche la sensibilità dei singoli deve entrare in sintonia con la sensibilità dei tempi, perchè il danaro dei cittadini può e deve essere speso meglio, molto meglio. E se non cambiano le regole, ogni volta la colpa è di nessuno. Ma non esistono le cattive azioni senza autore”
Secondo il deputato, invece, le massime cariche dello Stato vanno tutelate al massimo livello, sempre e ovunque.
La Cancellieri sarebbe quindi colpevole di “aver violato i suoi poteri”, per “seguire le scie dell’antipolitca”.
E ha concluso: “Un funzionario di provincia in pensione non può guidare il Viminale. Monti farebbe bene a prenderne atto e a valutare per quel ministero i profili di veri e leali servitori dello Stato come De Gennaro o Manganelli, lasciando al suo destino chi ha dato pessima prova si sè”.
Insomma a Bocchino vanno bene solo De Gennaro e Maganelli, ma non la Cancellieri (e qui è meglio stendere un velo pietoso).
Ma è evidente che il suo attacco sconsiderato al ministro degli Interni è stato fatto senza consultarsi neanche con l’interessato, ovvero Fini.
Non solo, ma colmo della vicenda, il sito ufficiale di Fli, in mano a Bocchino, non ha neppure pubblicato la smentita-precisazione del leader Fini, neanche fosse uno “scappato di casa” e non il presidente del partito.
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