FINI E IL COMIZIO IN VIA D’AMELIO. I FRATELLI BORSELLINO: “INOPPORTUNO”, GRANATA (FLI) “ABBIAMO IL VIA LIBERA DELLA FAMIGLIA”
RITA E SALVATORE: “MAI DATO IL NOSTRO CONSENSO”… GRANATA: “AVUTO CONSENSO DEL FIGLIO E DELLA VEDOVA”
Rischia di diventare un boomerang per Gianfranco Fini l’idea di tenere domenica 17 un comizio a Palermo, in via D’Amelio, luogo-simbolo in cui decise di staccarsi da Berlusconi e fondare Fli. I fratelli Rita e Salvatore Borsellino sono infatti contrari ed emettono comunicati per farlo sapere, mentre il gran regista dell’operazione, il delfino del presidente della Camera, Fabio Granata, sostiene di avere avuto il consenso della moglie e dei figli del giudice Paolo Borsellino
LO SCHIAFFO A BERLUSCONI
Per il momento, comizio confermato con famiglia divisa. Ma si macchia di sospetti e diffidenze un’iniziativa annunciata come uno schiaffo al Cavaliere, visto che, evoca Granata, «tutto cominciò in via D’Amelio».
Riferimento esplicito alle dichiarazioni positive espresse tre anni fa da Fini, proprio sotto casa Borsellino, nel giorno dell’anniversario della strage, a favore del pentito Gaspare Spatuzza.
Per dire che, pur con le sue accuse più o meno dirette a Marcello Dell’Utri e allo stesso Berlusconi, Spatuzza andava ascoltato, protetto e riconosciuto come collaboratore affidabile.
AGENDE ROSSE ESTRANEE
La pensa su questo punto allo stesso modo Salvatore Borsellino, ma sorpreso dallo sbandierato «preteso tacito assenso della famiglia», tiene a precisare di considerare l’iniziativa «inopportuna» e bacchetta: «Mi preme fare presente che nessuna adesione è stata data dal “Movimento delle Agende rosse” che è, per statuto, assolutamente trasversale e che si è sempre astenuto dal partecipare ad iniziative ed eventi legati a competizioni di tipo elettorale».
IL PRECEDENTE DA EVITARE
Durissima la reazione di Rita Borsellino, eurodeputato e leader di un Centro studi costituito da alcune settimane a Palermo: «Mi preme smentire che ci sia un assenso in qualsiasi forma da parte della famiglia: non spetta a noi darlo o negarlo. Mi chiedo soprattutto se sia opportuno che un partito faccia un’iniziativa pubblica in via d’Amelio proprio nel pieno della campagna elettorale, fatto che creerebbe un precedente».
LA FAMIGLIA AVVERTITA
Stupito dalle due reazioni, Fabio Granata, candidato per Fli in Sicilia, pur contestato all’interno della sua area da molti deputati fuoriusciti, rilancia assicurando di avere parlato dell’evento annunciato con Manfredi, il figlio di Borsellino «che ha riferito alla madre, la signora Agnese». Dettagli sui quali Granata vorrebbe non insistere, dice: «Ma senza quell’assenso richiesto espressamente non mi sarei mai permesso di dare il via libera all’iniziativa».
E ancora: «Per me quella è la famiglia, altrimenti non mi sarei permesso di citarla. L’iniziativa sobria e senza bandiere di partito, con un solo grande tricolore è rivolta simbolicamente al luogo».
LA DESTRA LEGALITARIA
Ma restano i malumori, a cominciare da Rita Borsellino che Granata critica: «Da rappresentante politica ma anche da sorella di Paolo, dovrebbe essere felice dell’esistenza in Italia di una destra che ha in quel luogo un suo riferimento sacro. È una destra legalitaria che dovrebbe ricordarle qualcosa di familiare…».
Una polemica spinosa che, fra le proteste di una parte della famiglia e nel silenzio dell’altra parte, rende inquieto lo stesso Fini perchè lo schiaffo al Cavaliere potrebbe diventare, appunto, un boomerang.
(da “il Corriere della Sera“)
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