FINI “POLVERIZZA” BOSSI: RENATA A ROMA FA IL SOLO VERO MIRACOLO
RISPETTO ALLE EUROPEE DI UN ANNO FA, IL PDL PERDE IL 5,6%, LA LEGA, NONOSTANTE I REGALI DEL PREMIER, AUMENTA SOLO DELL’1,4%… REGGONO PD, IDV E UDC….COTA VINCE IN PIEMONTE GRAZIE AI GRILLINI
E’ finita 7-6 per la sinistra la disfida delle regionali che, sulla base dei voti di un anno fa, avrebbe dovuto veder prevalere il centrodestra per 10-3.
Eppure, per i vertici berlusconiani si tratterebbe di un grande successo: nulla di più falso se si esaminano i voti raccolti dai singoli partiti.
Iniziamo dal Pdl che alle europee, con una percentuale di votanti quasi omogenea, aveva raccolto il 32,3% di consensi: pur scorporando i dati della provincia di Roma, dove il Pdl non era questa volta presente per le noti vicende, il Pdl è sceso al 26,7%, ovvero ha perso il 5,6% .
Due anni fa alle politiche aveva il 33,3% in quegli stessi collegi dove ieri era presente, in 24 mesi una perdita secca del 6,6%.
Il povero Bondi ieri sera ricordava che esistevano le liste dei governatori che avrebbero sottratto voti, peccato che due dei sei fossero leghisti e che il Pd, che aveva anch’esso le liste dei propri governatori, è passato dal 26,2% delle europee al 26% di queste regionali.
Argomento risibile quello di Bondi.
Il calo del Pdl non è stato compensato affatto dalla Lega che non ha avuto alcuna vittoria travolgente: dall’11,3% delle europee è arrivato solo al 12,7% con un incremento dell’1,4%.
Questo grazie al regalo del Veneto che ha permesso a Zaia di trainare il partito nel sorpasso al Pdl: sarebbe bastato confermare Galan e la Lega sarebbe rimasta alle sue percentuali.
Per non parlare di Cota che vince solo grazie alla stupidità degli avversari (la lista dei grillini porta via il 3% alla Bresso) e che rimane fermo intorno al 15-16% di voti che la Lega aveva già alle Europee.
In Liguria la Lega viene addiritura stoppata e si deve accontentare di un aumento dello 0,3%, in Emilia è vero che arriva al 13,5%, ma già aveva l’11,1%. Miracoli non ce ne sono stati, insomma, a parte la campagna elettorale di Zaia finanziata coi soldi del Ministero dell’Agricoltura (diversi esposti sono stati presentati alla magistratura in tal senso).
Se comunque Berlusconi si è accreditato, per salvarsi da due processi, come il futuro candidato alla segreteria della Lega, agendo per adesso come quinta colonna padana, il vero vincitore di queste regionali ha il nome di Gianfranco Fini.
Ha stravinto con Scopelitti in Calabria (stesse percentuali di Zaia) e ha fatto il miracolo Polverini in Lazio (vittoria ben diversa da quella leghista in Piemonte). Non dimentichiamo gli inviti a non votare la Polverini da parte di Feltri, in quanto troppo “sociale”, gli attacchi che ha subito da parte dei vertici forzisti per settimane, fino alla vergognosa farsa di far saltare la lista in tribunale per “momentanea assenza” del presentatore.
Se la Polverini ha vinto lo stesso, nonostante l’assenza della lista del Pdl nella provincia di Roma, non ci si venga a raccontare che è merito di Berlusconi: il premier voleva l’imprenditrice Todini, ha dovuto rassegnarsi perchè Fini ha preteso la candidatura di Renata.
Quando l’Udc ha scelto di convergere su Renata, qualcuno ha fatto di tutto per far saltare l’accordo: si voleva che la Renata perdesse e si è lavorato in tal senso nei corridoi di Palazzo Grazioli.
E invece Renata ha fatto il miracolo: ha pescato voti anche a sinistra e ha potuto usufruire della unica, vera militanza romana, quella degli ambienti di destra.
E’ stata la vittoria del cuore e della solidarietà contro gli apparati, di una visione sociale e sindacale contro gli aristocratici dei salotti del Pdl, il miracolo di una donna combattente e umile che ha avuto il coraggio di dire anche cose scomode.
Nessuno ora metta il cappello su una vittoria della base della destra romana e sulla cocciuta volontà di una donna di destra vera e non velinata.
La Lega ieri ha solo vinto la coppa del nonno Silvio, la Champion l’ha sollevata Fini.
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