FLOP SOCIAL CARD: APPENA 450.000 SU 1.300.000 PREVISTE… EROGATI 306 MILIONI, MA 250 SONO DI ENTI DONATORI
A DISTANZA DI UN ANNO, BILANCIO NEGATIVO PER LA CARTA SOCIALE: SOLO UN TERZO DI QUANTI PREVISTI NE HA USUFRUITO…CARICATI 306 MILIONI, SPESI 240….INIZIATIVA A COSTO ZERO PER LO STATO, VISTO CHE IRI ED ENI HANNO DONATO 250 MILIONI….REQUISITI TROPPO STRETTI E PROCEDURE INCASINATE
Istituita il 25 giugno 2008, la social card parte ufficialmente il 1 dicembre 2008. Chi ne può fare richiesta? Pensionati e coppie con figli al di sotto dei tre anni in stato di “assoluto bisogno”.
Rigidi i requisiti di accesso: avere un reddito inferiore a 6.000 euro l’anno o a 8.000 se si ha un’età pari o superiore a 70 anni, avere un Isee (indicatore della situazione economica equivalente) inferiore a 6.000 euro, non essere intestatario di più di una utenza elettrica o del gas, non essere proprietario di più di un autoveicolo, non detenere una quota superiore al 10% di immobili non a uso abitativo ( neanche quindi un orto o una cantina).
Quanti sono alla fine i “fortunati” che hanno vinto questa social card?
Il 26 novembre 2008, il ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti, annunciava che i richiedenti sarebbero stati 1.300.000 e dava il là all’invio di 780.000 lettere ad altrettanti possibili beneficiari.
Costo dell’operazione previsto: 450 milioni di euro il primo anno.
Tralasciamo il caos iniziale con la scarsità di negozi convenzionati e il ritardo delle ricariche, con una carta su tre che risultava senza credito e gente imbufalita.
Oggi, a distanza di un anno, che bilancio si può trarre?
I numeri ufficiali parlano di 830.000 richieste pervenute, 627.000 accolte con una incidenza maggiore dei pensionati ultra65enni rispetto ai genitori con figli sotto i tre anni.
Se si va poi a guardare nel concreto i dati sono chiari: i beneficiari della carta sono in realtà circa 450.000, i soldi caricati sulle carte 306 milioni di euro, quelli spesi 240 milioni per nove milioni di acquisti effettuati.
In pratica solo un terzo dei potenziali fruitori lo ha richiesto e utilizzato, un flop notevole, considerando le previsioni ciccate clamorosamente, e dato che in questi casi semmai ci si aspetta che lo chiedano più soggetti del previsto, mai meno.
Uno spot poi che allo Stato è costato poco e nulla finora: 240 milioni erogati, ma 250 milioni in cassa sono stati donati da Iri ed Eni.
Lo abbiamo sempre sostenuto: le norme sembravano fatte apposta per allontanare gli aventi diritto, tanto erano farraginose e incasinate.
Era tanto semplice mettere 40 euro in più sulle pensioni di chi ne aveva diritto, ma così qualcuno perdeva la spettacolarizzazione mediatica della card esibita in Tv, con flash e riprese, pose e sorrisi.
Si stava elargendo una elemosina e sembrava regalassero il biglietto vincente della lotteria.
Ora aspettiamoci un’altra polemica: i pensionati devono esibire ogni anno il rinnovo del certificato Isee, altrimenti il credito viene bloccato in automatico. Avete sentito forse in Tv qualcuno avvisare i pensionati che devono farlo ora a scadenza dell’anno?
Ma quando mai la Tv viene utilizzata per queste cose, tanto i pensionati pasteggiano a champagne, che cazzo vogliono di più.
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