FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE: “L’ITALIA RISCHIA DI AFFONDARE”
LE TENSIONI SUL COMMERCIO E IL CAMBIO DI PASSO DELLE BANCHE CENTRALI RENDONO L’ITALIA VULNERABILE
Le avvisaglie che giungono dall’apertura degli Annual meetings dell’Fmi che quest’anno si tengono a Bali, nel clima di una Indonesia colpita dallo tsunami, non sono buone.
L’economia internazionale si sta contraendo: le previsioni appena sfornate indicato che il Pil mondiale crescerà dello 0,2 in meno quest’anno e il prossimo, collocandosi al 3,7 per cento; anche per l’Eurozona le previsioni sono state riviste al ribasso e, rispetto alla stima di luglio, quando si indicava per quest’anno il 2,2 ora l’Fmi si limita a prevedere il 2 per cento. Anche le proiezioni per la Cina sono peggiorate: nel 2019 crescerà dello 0,2 in meno.
I rischi che stanno pesando sull’economia mondiale – come ha ricordato il capo economista dell’Fmi, Maurice Obstfeld, nato a New York, che lascia il suo incarico a Gita Gopinath, nata e cresciuta in India – partono dalla guerra dei dazi e arrivano all’incertezza sull’esito della Brexit.
Ma il rischio dietro l’angolo è l’aumento dei tassi d’interesse della Fed e la fine della politica monetaria facile da parte della Bce: rispetto a dieci anni fa, dice il Fondo, molte economie di paesi avanzati e in via di sviluppo, hanno aumentato i debiti sovrani e delle imprese e dunque sono più “vulnerabili”.
L’Italia naviga in questo mare agitato in condizioni precarie.
E’ l’ultima per crescita in Europa: l’Fmi conferma il taglio delle stime di crescita effettuato a luglio e colloca il prossimo anno all’1 per cento, ben sotto l’1,5 per cento appena programmato dal governo gialloverde, rettifica al rialzo defcit e debito.
Ma soprattutto Obstfeld, nel corso della conferenza stampa, ha richiamato l’esigenza che l’Italia rispetti le regole della Ue per mantenere la stabilità dell’Eurozona, e ha detto che è indispensabile che l’Italia mantenga la fiducia dei mercati.
L’Fmi dice chiaramente che “l’incertezza sull’agenda di governo” e il rischio di inversione di rotta sulle riforme sono responsabili dell’attuale mancanza di fiducia nei confronti dell’Italia che si traduce nell’aumento dello spread. Forse sarebbe il caso di ascoltare le dissonanti armonie che giungono da Bali.
(da agenzie)
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