FORZA ITALIA: ALL’EUR POCO ENTUSIASMO E NIENTE EFFETTI SPECIALI
SONO LONTANI I FASTI DELLA PRIMA FORZA ITALIA
Mentre ‘dentro’, nel catino dell’Auditorium si tiene l’evento tanto atteso – morte del Pdl e rinascita di Forza Italia via maratona oratoria del Cav – all’ingresso solo un paio di poveri vecchietti reggono un baio di bandiere di Forza Italia e pochissimi sono i parlamentari e componenti il Consiglio Nazionale (870 aventi diritto, 613 presenti, “ma con i 27 assenti giustificati con delega siamo oltre al 75%!”, annuncia trionfante Renato Brunetta) che la portano al bavero della giacca dove sempre la ostentavano i forzisti.
Insomma, se è vero che ‘rinasce’ il partito Forza Italia e i suoi club, araba fenice che riparte dalle proprie ceneri nella speranza che sappia difendere il ‘Caro Leader’ (Silvio B.) meglio di come ha fatto sinora il Pdl, è altrettanto vero che ‘spirto guerrier’ e la ‘voglia di vincere’, come nel ’94, appaiono lontane e sfocate.
E non solo nel discorso — tutto all’attacco — di ‘Silvio’, che pure a un certo punto si emoziona, s’accascia, sembra svenga, ma anche nell’animo e nelle facce dei suoi, peraltro tutti dei ‘fedelissimi’
“Più che una festa di compleanno o di rinascita, quella che Alfano e i suoi traditori hanno provato, senza riuscirci, a rovinare mi ricorda Ceaucescu che insisteva a voler celebrare in pompa magna se stesso e il suo regime”.
Il paragone con cui, all’uscita dell’Auditorium Conciliazione dell’Eur, sbotta un deputato pidellino che pure è rimasto ‘fedele’ a Berlusconi, sa di macabro e iper-depressivo (Ceaucescu, come si sa, fece una pessima fine), ma è abbastanza calzante. L’atmosfera e il mood dei pretoriani berluscones (della ‘prima’, ‘seconda’ o ‘terza’ ora che siano) è combattivo, fiero, certo, ma ricorda più gli ‘ultimi giorni di Salò’ che nuovi, e fantastici, trionfi.
Sarà la location (un palazzone triste e cupo dell’Eur), il giorno (un sabato invernale gravato da un cielo plumbeo) o la fretta, cattiva consigliera di una macchina organizzativa che non ha più nulla a che spartire con i fasti che furono, delle convention Forza Italia 1.0 c’ poco.
Fratelli d’Italia ad aprire e a chiudere, nessun effetto particolare o speciale, audio o video, solo un filmato, quello ormai ‘storico’ che il Cav fa riavvolgere e rimandare ‘in onda’ a ogni occasione utile.
Quello che va dalla ‘storica’ discesa in campo del marzo 1994 all’ultimo ‘Io non mollo’ di agosto 2013. Persino niente o poche belle donne, presenza fissa e gradita, dagli azzurri.
Vero è che azzurri e i pidellini rimasti berlusconiani (o ‘falchi’ o ‘lealisti’) si mostrano spavaldi e con i denti aguzzi, davanti alla selva di telecamere. Nitto Palma si presenta con un look total- jeans sportivo ma elegante e digrigna i denti mentre dice, sardonico, a una collega tv (che non capisce) “Alfano ha fatto una grande operazione politica, ora il governo è saldo…”.
Giorgio Lainati, invece, in un perfetto completo grigio Principe di Galles, che indossa, sospira: “Sono stato il primo capoufficio stampa di FI nel ’94, non posso che essere qui con il Cavaliere, cos’altro potrei mai fare?”.
Solo Solo Lucio Malan (almeno lui con spilla Forza Italia d’ordinanza sulla giacca) cerca di farsi coraggio: “Alfano ha fatto una scelta poco oculata per loro stessi e il Paese. Prenderanno il 4%, alle Europee, se va bene”.
Malan ‘ci crede’, a Berlusconi, ma è anche valdese, cioè un uomo di fede. Ed è proprio la ‘fede’ — di solito incrollabile – in Silvio che, all’Eur, illumina poco i fedeli. E quando il prete laico Brunetta dice “per chi vuole c’è il pranzo, potete andare”, ricorda il mesto “andate, la ‘festa’ è finita”.
(da “Huffingtonpost“)
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