FORZA ITALIA, LA GRANDE FUGA DAI TERRITORI. E L’INTERROGATORIO DI IMANE FADIEL SAREBBE STATO “DEVASTANTE”
L’ADDIO DELLA REPETTI E’ SOLO LA PUNTA DI UN ICEBERG… LA FUGA DELLE OLGETTINE E IL RISCHIO DELLA CORRUZIONE DI TESTIMONI
La grande fuga da Silvio Berlusconi ha il volto dolce e garbato di Manuela Repetti, una delle parlamentari più fedeli.
In una lettera al Corriere annuncia che passerà al gruppo misto. Ogni rigo è intriso nell’inchiostro della delusione: “Ciò che sta avvenendo (dentro Forza Italia, ndr) – scrive – è una vera e propria distruzione, con faide interne il cui unico fine è quello di spartire l`eredità politica di Berlusconi, a cominciare da coloro che gli stanno accanto”.
Parla di un clima da caccia all’uomo, di repressione del dissenso, all’interno del più grande fallimento storico sulla rivoluzione liberale e gli obiettivi della discesa in campo.
Prima Bonaiuti, ora la Repetti. Sandro Bondi qualche giorno fa ha mosso critiche analoghe prima di chiudersi nel silenzio.
Tutta gente che, fino a poco fa, era di casa ad Arcore e mandava report al Capo.
Sotto i big la grande fuga silenziosa nei territori.
Consiglieri provinciali siciliani si sono fatti vedere alla Leopolda di Faraone lo scorso fine settimana.
Salvini ha la fila di gente di ex Forza Italia che vorrebbe entrare nella Lega, soprattutto nel Sud. Silvio Berlusconi chiuso ad Arcore col gesso al malleolo e le stampelle è il simbolo di un partito azzoppato. Ripiegato nelle sue convulsioni.
Chi lo ha sentito in questi giorni racconta che “su un’ora di conversazione parla quindici minuti di politica e 45 di giustizia”.
La grande fuga avviene mentre ad Arcore torna la psicosi giudiziaria.
Mancano pochi giorni alla sentenza della Cassazione su Ruby e dalla procura di Milano filtrano spifferi sinistri.
Perchè c’è un’altra fuga fuori controllo, quella delle olgettine. Alcune si pentono, altre accusano. È stato “devastante” — dicono fonti azzurre informate — l’interrogatorio della grande accusatrice Imane Fadiel, rimasta lunedì quattro ore in procura a confermare precedenti dichiarazioni ma anche a confermare elementi usciti dalle perquisizioni delle olgettine di due settimane fa.
Su Repubblica, Emilio Randacio dà conto di un elemento cruciale della deposizione della grande accusatrice: “È stata lei a raccontare delle feste, dei video girati ad Arcore, ma soprattutto di un tentativo di metterla a tacere da parte di un misterioso cittadino siriano, presunto emissario di Berlusconi: ‘Se parli ci saranno conseguenza’ aveva detto a Fadil, spiegando che in cambio del suo silenzio, sarebbe stata ben ricompensata”.
Ecco, pare che il cerchio si stia stringendo davvero.
Le perquisizioni avrebbero cioè fornito gli elementi che mancavano all’accusa sul Ruby ter, dove Berlusconi è indagato per corruzione di testimoni.
E sarebbero tali che impatterebbero anche sulla decisione della Cassazione sul Ruby 1: di fronte a un processo falsato da falsa testimonianza ci sarebbero tutti gli elementi per farlo tornare in appello.
“Ottimismo” è la parola che filtra dalla procura. “Incubo” da Arcore.
Serve qualche altro giorno, forse qualche settimana per tutti i riscontri in merito alle perquisizioni di due settimane fa, ma l’accusa è convinta che il quadro si va chiarendo.
Tanto che, e questa è una novità , potrebbero addirittura non servire le deposizioni delle nuove “olgettine pentite”, a partire dalla Polanco.
Ovvero ci sarebbero già tutti gli elementi sufficienti a carico di Berlusconi. Queste sono le notizie che arrivano ad Arcore in giorni segnati dall’ennesimo countdown giudiziario in attesa della Cassazione su Ruby.
E la paura resta lì, avvinghiata all’ex premier. Non fugge.
(da “Huffingtonpost“)
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