FRONTE DEL PORTO, È BRACCIO DI FERRO TRA FDI E LEGA ANCHE SULLA RIFORMA DEI PORTI, MESSA A PUNTO DAL VICEMINISTRO DEL CARROCCIO, EDOARDO RIXI , IL MINISTRO MELONIANO DEL MARE, NELLO MUSUMECI, VUOLE AVERE PIÙ PESO
IL NODO È SCEGLIERE IL NUOVO PRESIDENTE DELL’AUTORITÀ PORTUALE DI GENOVA, DOPO IL TERREMOTO POLITICO E GIUDIZIARIO DEL LIGURIA-GATE: SERVE UN NOME FORTE MA NON UN POLITICO
Il coinvolgimento di Art, la grana spinosa delle concessioni. Il pressing degli operatori (prima Augusto Cosulich, poi via via tutti gli altri) che hanno chiesto l’accelerazione della fine del commissariamento. Basterebbe questo elenco per capire le difficoltà del governo a trovare un nome in grado di far uscire l’Authority portuale dalle secche attuali.
Così il tema della riforma portuale -già complesso per sua natura – si intreccia con il nome del prossimo timoniere di Genova. Rixi lo dice apertamente: dobbiamo intervenire per dare un assetto più certo alle concessioni portuali
Certo, adesso anche i porti si inseriscono nel braccio di ferro dei rapporti di forza tra le diverse anime della maggioranza di governo e in particolare tra Lega e Fratelli d’Italia. Il partito della premier, con il “braccio armato” del ministero del Mare retto da Nello Musumeci, vuole un ruolo più attivo.
E la presentazione al Cipom della riforma, come ha annunciato ieri Rixi, sembra andare in questa direzione. Anche sulle nomine si riflette questo atteggiamento politico. In verità, almeno su questo fronte, c’è stata una semplice spartizione: alla Spezia i meloniani, a Genova la Lega.
Sulle altre Authority italiane la faccenda sembra essere più complicata. In Liguria almeno sulla carta sembra che lo schema possa reggere, ma poi le caselle vanno riempite con i nomi e non è così semplice trovare quello adatto. Soprattutto per Genova: in pista c’è Carlo De Simone, attuale subcommissario alla Diga. Il timore però, spiegano alcuni ambienti, è che forse servirebbe una figura che conosce bene le dinamiche portuali: concessioni, terminalisti, vecchie e nuove ruggini.
Quindi che fare? Intanto tagliare con la complicità di FdI un primo nastro della riforma dei porti. Poi rimandare la palla della nomina a fine gennaio. I commissari di Genova (Massimo Seno e Alberto Maria Benedetti che ieri erano ovviamente tra i più cercati dagli operatori genovesi tra le poltrone degli ospiti del Forum, ma non si sono palesati) rimarranno in sella quindi almeno un altro mese e mezzo, forse due.
Un primo scontento di questo temporeggiamento c’è già: Marco Bucci. Il governatore, seduto in prima fila ad ascoltare le parole di Rixi collegato da Roma, aveva rassicurato operatori e sindacati poco prima che il viceministro dettasse i tempi del nuovo presidente. E aveva assicurato: il nome arriverà entro fine mese. Poco dopo è andata in onda la prudenza del viceministro. Altro tema: la necessità di non scegliere un politico. Magari dal mazzo dei curriculum inviati a Roma salta fuori il nome giusto.
(da Il Secolo XIX)
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