FUGATTI VUOLE AMMAZZARE UN’ALTRA ORSA CON CUCCIOLO, MA L’ORDINANZA FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI
SE AVESSIMO UN GOVERNO NORMALE LA PROVINCIA DI TRENTO SAREBBE GIA’ STATA COMMISSARIATA… L’ORSA IN OGGETTO NON HA MAI DATO PROBLEMI (SE NON VAI A ROMPERE I COGLIONI AI SUOI CUCCIOLI)
Ieri la scoperta de “il Dolomiti” che F36, con ogni probabilità era stata radiocollarata già da qualche tempo nel silenzio generale (oggi possiamo affermare con certezza che ciò è avvenuto ”nella notte tra il 29 e 30 agosto 2023 l’esemplare F36 è stato catturato, dotato del radiocollare e rilasciato immediatamente”), alla faccia della trasparenza e dell’informazione tanto invocata per avere una corretta gestione del fenomeno grandi carnivori.
Ora emerge che il presidente Fugatti l’ha già condannata a morte. E’ di ieri il decreto ”Autorizzazione al prelievo, quale misura di sottrazione all’ambiente naturale, tramite uccisione dell’esemplare di orso F36”. L’ennesimo atto che sarà sicuramente impugnato e bloccato dai tribunali perché mal congeniato anche solo a una lettura superficiale: infatti lo stesso decreto spiega che si procede per abbattimento perché la Provincia è inadempiente poiché non ha un posto dove metterla in caso di cattura.
Si legge chiaramente che ”il Centro del Casteller, di proprietà della Provincia autonoma di Trento e gestito dalle strutture dipendenti dal Dipartimento protezione civile, foreste e fauna, è dotato, all’interno di un più ampio recinto, di tre spazi, indipendenti ma eventualmente tra loro comunicanti, per la collocazione e la captivazione di orsi, dei quali uno è occupato stabilmente dall’orso M49, uno è occupato temporaneamente dall’orsa JJ4 e il terzo deve essere obbligatoriamente lasciato disponibile per poter consentire la collocazione temporanea dell’orso pericoloso MJ5 per il quale è già stata disposta la rimozione ovvero per la gestione di esemplari di grandi carnivori a seguito di situazioni di emergenza o di esigenze cura e riabilitazione in funzione del successivo rilascio a vita libera”.
Pare, quindi, impossibile che con queste motivazioni si possa procedere all’abbattimento di un esemplare che comunque, prima del falso attacco del 30 luglio, non aveva mai dato segnali di pericolosità.
Ancora più assurda l’ulteriore motivazione che Fugatti adduce nel suo decreto preso atto che F36 non ha mai presentato segnali di ”problematicità” prima dell’incidente avvenuto il 30 luglio: ”Considerato che il grado di pericolosità dell’orso F36 per le persone potrebbe essere ulteriormente confermato, di fatto, solo constatando o meno altri comportamenti pericolosi (ulteriori attacchi con contatto fisico), ma tale approccio non è assolutamente adeguato per garantire, anche in via precauzionale, l’interesse della sicurezza pubblica”.
Una considerazione che, a questo punto, vale per qualsiasi essere vivente. Per aggiungere anche questa considerazione piuttosto paradossale: ”Considerato che rispetto a possibili misure alternative alla rimozione va ricordato che eventuali azioni dirette di dissuasione a carico di F36 risulterebbero tecnicamente inadeguate (oltre che difficilmente praticabili) e non sarebbero soluzioni ugualmente valide a scongiurare il pericolo di aggressione da parte di un orso non confidente”. Quindi di fatto si ribadisce che F36 non ha mai causato problemi prima di questo incidente.
Quale? Lo lasciamo ricostruire dallo stesso decreto. Due giovani “mentre salivano dal sentiero denominato “Del Mandrel”, percorsi circa 200 metri dal parcheggio posto poco dopo l’imbocco della strada forestale di tipo “B” che porta alla Malga Avalina, si imbattevano in due orsi in fase di riposo, un adulto ed un piccolo, sicuramente una femmina con un piccolo. Gli animali si trovavano in un pianoro, probabilmente un ex carbonaia, tra alcuni abeti radi e stavano dormendo. L’orso adulto accortosi dei due uomini si alzava sulle zampe posteriori per poi scagliarsi contro di loro. Il [uno dei due uomini] che si trovava in posizione più arretrata ripercorreva il sentiero correndo verso valle, mentre il [l’altro dei due uomini] si arrampicava prontamente su una pertica di abete che si trovava all’inizio del pianoro arrivando ad un’altezza di circa 5-6 metri, tenendo tra le mani un bastone da montagna ed usandolo per difendersi dal plantigrado che lo inseguiva sull’albero. In un primo momento l’animale strappava dalle mani il bastone al ragazzo e successivamente lo agganciava per una ghetta e lo scaraventava giù dall’abete. Nella caduta [l’altro dei due uomini] sbatteva rovinosamente con il torace su un masso posto ai piedi dell’albero. Immediatamente si alzava da terra e scappava a valle in direzione della macchina lasciando sul posto alcuni effetti tra cui il bastone ed il cappello”.
Insomma come ricostruito qualche giorno dopo l’incidente mamma orsa con piccolo erano stati svegliati di soprassalto dai due giovani in un luogo comunque in alta quota tra i boschi e il ferito si era ferito nella caduta e non per un’azione diretta dell’orso.
(da Il Dolomite)
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