“GESTO DI FOLLIA, NESSUN COLLEGAMENTO CON L’ISIS”: SUICIDA IL 18ENNE TEDESCO DI ORIGINE IRANIANA
IL PM: “CHIARO LEGAME CON BREIVIK, MA IL KILLER ERA IN CURA PSICHIATRICA”… ALL’ORIGINE DEL GESTO IL BULLISMO CUI ERA VITTIMA A SCUOLA
Dieci morti e 27 feriti, tre dei quali in modo grave, nella strage compiuta ieri pomeriggio a Monaco di Baviera tra un ristorante McDonald’s e un affollato centro commerciale a nord della città .
A sparare, ha annunciato in nottata dalla polizia, è stato un ragazzo di 18 anni, nato e cresciuto in Baviera, ma di origini iraniane.
Secondo alcuni media britannici il giovane è stato identificato come Ali Sonboly. Il padre del ragazzo è un tassista e la madre lavora nella catena di grandi magazzini Karstadt. Dei numerosi feriti, solo 4 sono stati raggiunti da colpi di pistola.
Il ragazzo ha ucciso 9 persone e poi si è sparato.
Una giornata di lutto nazionale è stata proclamata per oggi in Baviera, in memoria delle vittime dell’attentato. Il presidente del Land ha dato disposizione che in tutti gli edifici pubblici vengano esposte bandiere a mezz’asta.
Il killer, con doppia cittadinanza tedesca e iraniana e da diversi anni residente a Monaco, ha iniziato a sparare con una pistola poco prima delle 18 davanti al fast food. È stato inseguito da agenti in borghese e poi, come confermato dal capo della polizia di Monaco, Hubertus Andrae, si è suicidato a circa un chilometro dal centro commerciale “Olympia”, teatro del massacro.
Il caos iniziale e le voci su un’auto partita a forte velocità con tre persone a bordo avevano fatto pensare inizialmente all’azione di un commando. Gli investigatori ora escludono che il giovane avesse complici o che ci fossero altri attentatori
Interrogato il padre del killer.
Il diciottenne viveva con i genitori nella periferia della città , a Maxvorstadt. Il giornale Bild ha scritto che andava a scuola nei pressi di casa e cita un suo vicino che lo aveva visto anche ieri: “Abitava vicino a me, lo conoscevo – ha detto il ragazzo-, un mio amico era suo compagno di classe e diceva che era un tipo tranquillo”.
Il padre del killer stato portato in caserma dalla polizia per essere interrogato e per verificare una circostanza legata ad alcune frasi urlate dal giovane mentre si trovava sul tetto del centro commerciale: parlando a distanza con un uomo che lo insultava da una finestra, il killer avrebbe detto tra l’altro: “Sono sotto trattamento”.
Gesto di un ‘forsennato’, nessun legame con Is.
La polizia bavarese, nel corso di una conferenza stampa, ha firnito alcune informazioni relative al killer: “era uno studente che viveva in un appartamento di una stanza che è stato perquisito. Nessun rapporto con l’Is”.
Il ragazzo, sostengono gli investigatori, ha agito solo, non aveva complici, e a casa sua non è stato trovato materiale legato allo Stato islamico, ma solo documentazione su stragi del passato: il capo della polizia di Monaco ha anche precistao che “non c’è alcun legame” tra la strage e il tema dei profughi. Quindi si propende per l’ipotesi di un gesto di “un forsennato”.
Certo è, per gli investigatori, il legame con la strage compiuta da Anders Breivik a Utoya 5 anni fa (77 morti) “di cui ieri cadeva il quinto anniversario”.
Per la Dpa, che cita fonti dei servizi tedeschi, il killer aveva trascorso molto tempo davanti al pc utilizzando giochi di sparatorie ed ammirava l’autore della strage di Winnenden, nei pressi di Stoccarda, dove nel 2009 uno studente 17enne uccise 15 persone in una scuola.
Nessun ‘parallelismo’, invece, con il recente attacco a colpi di ascia e coltello sul treno a Wuerzburg. Sulle frasi urlate durante l’attacco, le dichiarazioni dei testimoni sono contrastanti e non chiariscono il movente.
Zaino pieno di proiettili.
Il killer ha usato una pistola Glock 9mm con la matricola abrasa, ed aveva circa 300 proiettili nello zaino, dicono ancora gli investigatori. Stando a quanto riferito dal procuratore di Monaco Thomas Steinkraus-Koch, l’autore della strage si era sottoposto a terapia psichiatrica per curare la depressione: “Soffriva di crisi depressive ed era stato ricoverato nel 2012”, hanno spiegato gli inquirenti.
Il dialogo dal tetto.
Indagini anche sul video che ha ripreso un dialogo tra lo sparatore e un cittadino poco prima della strage: una persona, da un palazzo adiacente al centro commerciale, lo insulta chiamandolo con l’equivalente tedesco di “stronzo”.
Lo scambio fra i due avviene in dialetto bavarese. L’attentatore dice “sono tedesco, nato in Germania, in un quartiere povero e abitato da percettori di sussidio pubblico”. E fa riferimento al fatto di essere stato vittima di bullismo. In una chat room, un autore anonimo ha rafforzato questa pista:”Conosco questo maledetto, il suo nome è Ali Sonboly, era in classe mia, lo prendevamo sempre in giro e lui diceva sempre che ci avrebbe ucciso”, ha riportato il Daily Mail.
Vittime giovani. Tra le nove vittime dell’attacco di Monaco (la decima è l’assalitore, che si è suicidato) ci sono tre donne, ha detto Andrae, confermando che fra i morti ci sono cinque minorenni. Il capo della polizia ha riferito che alcune delle vittime hanno le seguenti età : una di 15 anni, tre di 14, una di 19, una di 20 e una di 45. I morti erano tutti “residenti a Monaco”, ha aggiunto. Secondo il ministero degli Esteri di Pristina, tra i morti ci sono anche tre giovani cittadini del Kosovo. Tra gli altri morti, tre sono turchi e uno è greco.
Violato profilo Facebook per attirare giovani.
L’autore della strage di Monaco ha violato il profilo Facebook di una persona per pubblicare il finto annuncio sul social network che offriva cibo gratis in un ristorante McDonald’s vicino al centro commerciale Olympia dove è avvenuta la carneficina: lo ha detto il procuratore capo della polizia di Monaco, Thomas Steinkraus, durante una conferenza stampa.
A quanto pare, il killer ha pubblicato un messaggip sul profilo di una certa Selina Akim: ‘Venite oggi alle 16:00 da Meggi (McDonald’s, ndr) all’OEZ (l’acronimo del centro commerciale Olympia di Monaco, ndr). Posso comprarvi qualcosa se volete, ma niente di troppo caro”.
(da “La Repubblica”)
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