GIALLO SU UNA STRAGE A LAMPEDUSA: PERCHE’ E’ STATA TENUTA NASCOSTA?
SECONDO VARIE TESTIMONIANZE, UN ANNO FA L’ERRATA MANOVRA DI UNA MOTOVEDETTA DELLA GUARDIA COSTIERA AVREBBE CAUSATO LA MORTE DI 15 IMMIGRATI ….SULLO SPERONAMENTO CHE AVREBBE FATTO RIBALTARE IL BARCONE ORA INDAGA LA PROCURA DI MESSINA… IL CASO SEGUITO ANCHE DA “LE IENE”
Nel mare davanti alle coste siciliane vi sarebbero quindici morti, di cui l’opinione pubblica italiana non è stata mai informata.
Una strage tenuta appositamente nascosta, denunciata da una lettera anonima inviata sicuramente da un marinaio della motovedetta della Guardia Costiera che ha assistito al fatto.
Missiva ricca di particolari e foto allegate, spedita sia alla Procura di Messina che alla trasmissione “le Iene” di Italia Uno.
Il terribile fatto sarebbe avvenuto il 28 giugno 2008 quando, secondo la denuncia, 15 extracomunitari, somali ed eritrei, annegarono mentre l’equipaggio di una motovedetta della Guardia costiera tentava di soccorrerli.
Un errore nella manovra di abbordaggio avrebbe causato la strage, provocando il ribaltamento del barcone.
Il racconto contenuto nel testo della lettera è stata confermata dai superstiti del naufragio che si trovano ancora chiusi nei centri di accoglienza dell’isola di Malta, dove furono trasferiti subito dopo la tragedia.
Secondo il portavoce del Ministero dell’Interno maltese, i superstiti avrebbero raccontato quello che realmente accadde e la causa della morte per annegamento di diversi loro compagni.
Più in dettaglio hanno confermato all’inviato de “le Iene” che il 28 giugno, dopo aver vagato per giorni in mare sul barcone, furono avvistati e soccorsi da una motovedetta italiana.
Durante le operazioni, il comandante fece calare in mare la “scaletta di banda” lungo la murata, allo scopo di far salire a bordo i profughi.
La scala però, per una errata manovra, sarebbe finita addosso agli extracomunitari, la barca si ribaltò e parecchi morirono annegati.
Il marinaio, autore della denuncia, ha allegato numerose foto che proverebbero la responsabilità del comandante della motovedetta che poi, a causa del panico per l’errore commesso, si sarebbe chiuso in cabina.
Diversi profughi sarebbero stati risucchiati dalle eliche del motore, andando incontro a una morte straziante.
I superstiti inizialmente non avrebbero neanche saputo della morte dei loro connazionali, in quanto a bordo avevano detto loro che si trovavano sottocoperta per essere curati. Una bugia che avrebbe impedito qualsiasi accertamento delle responsabilità .
La Procura di Messina deve ora stabilire la competenza territoriale dell’indagine, sulla base delle carte di bordo, stabilendo dove è avvenuta precisamente la disgrazia, delegando pertanto la Procura competente.
Se i fatti venissero confermati nella loro gravità , pur in presenza di un errore umano, ci chiediamo chi fosse realmente a conoscenza dei fatti, a che livello è stato imposto il silenzio, perchè l’opinione pubblica italiana è stata tenuta completamente all’oscuro di questa strage.
Mentre in altri Paesi di riferimento ( vedi Stati Uniti) si toglie il segreto persino a operazioni riservate, in Italia qualcuno decide ( a che titolo?) quello che dobbiamo conoscere e quello che dobbiamo invece ignorare?
Si tratterebbe di un atto gravissimo contrario a tutte le leggi vigenti e ai principi che reggono la nostra Costituzione.
O forse non era opportuno diffondere la notizia perchè avrebbe generato pietà per quei poveri disperati, mentre occorre alimentare all’opposto l’odio verso di loro?
Leave a Reply