GIANLUIGI APONTE È STATO ASCOLTATO PER DUE ORE IN PROCURA A GENOVA COME TESTIMONE NELL’INCHIESTA SUL LIGURIA-GATE
LE INTERCETTAZIONI IN CUI APONTE SI LAMENTAVA CON IL PRESIDENTE DELL’AUTORITÀ PORTUALE, PAOLO SIGNORINI, PERCHE’ L’AREA “CARBONILE” DEL PORTO STAVA PER FINIRE A SPINELLI: “È UN LATROCINIO, È VERAMENTE MAFIA”… I PM SONO CONTRARI ALLA REVOCA DEI DOMICILIARI PER GIOVANNI TOTI. DOMANI DECIDERA’ IL GIP
Dura meno di due ore la testimonianza di Gianluigi Aponte in Procura a Genova nell’inchiesta che ha portato ai domiciliari per corruzione il governatore Giovanni Toti. Il più importante armatore del mondo è socio (al 45%) nel Terminal Rinfuse dell’imprenditore Aldo Spinelli (55%), anche lui ai domiciliari per aver finanziato Toti per prorogare di 30 anni la concessione del terminal (Aponte è estraneo).
Fu una clausola perfezionata da un avvocato di Aponte a favorire la proroga nel rispetto delle norme a dicembre 2021. Nove mesi dopo, quando l’Autorità portuale stava per concedere l’area Carbonile a Spinelli, Aponte si lamenta con il presidente Paolo Signorini (arrestato): «È un ladrocinio, è veramente mafia», «uno schifo, e tutta la sua organizzazione sotto di lei sono dei corrotti».
Sono ore di attesa per Giovanni Toti. Domani la decisione del giudice per le indagini preliminari sulla richiesta di revoca degli arresti domiciliari, misura a cui è sottoposto ormai da oltre un mese con l’accusa di corruzione.
In vista della decisione del giudice, anche la Procura depositerà il suo parere. E, da quel che trapela, sarebbe orientata a dire di no alla revoca degli arresti. Secondo i pm, il quadro del procedimento non sarebbe mutato rispetto al 7 maggio, quando è scattata la detenzione domiciliare di Toti. Se tornasse a fare il governatore potrebbe, agli occhi dei magistrati di Genova, inquinare le prove o reiterare il reato.
Il gip ha già detto di no alla revoca sia all’84enne Aldo Spinelli, il presunto corruttore, che resta ai domiciliari, sia a Paolo Signorini, ex presidente dell’autorità portuale, che rimane in carcere. L’unico in cella nel caso ligure.
Ieri è stato sentito in Procura per un paio d’ore un altro testimone illustre. L’armatore di Msc Gianluigi Aponte, socio di Spinelli nella società che gestisce il Terminal Rinfuse nel porto di Genova. Aponte non è indagato ed è stato ascoltato come persona informata sui fatti.
Per i pm il rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse a Spinelli sarebbe stato oggetto di un presunto scambio corruttivo: Toti avrebbe caldeggiato quella proroga in cambio di 74mila euro di finanziamenti – tutti trasparenti e leciti – da Spinelli ai suoi comitati elettorali. Ma il governatore ai pm ha negato l’esistenza di qualsiasi nesso tra le erogazioni e il suo interessamento.
(da agenzie)
Leave a Reply