GIAPPONE IN RIVOLTA: TROPPI RISCHI, ANNULLARE LE OLIMPIADI
APPELLO DI 6.000 MEDICI E SONDAGGI ESPLICITI: L’83% DEI GIAPPONESI CHIEDONO AL GOVERNO DI FERMARE I GIOCHI, MA GLI INTERESSI IN BALLO SONO ENORMI
I giapponesi sono molto diversi da noi italiani, non ultimo perché, loro, i giornali li comprano, e li leggono.
L’Asahi Shimbun – che non è nemmeno il primo, bensì il secondo quotidiano del Paese del Sol levante – vende quasi 6 milioni di copie, e anche solo per questo motivo, quello che scrive non passa certo inosservato.
Quindi, quando stamattina l’edizione si è aperta con un editoriale che, rivolgendosi direttamente al primo ministro Suga, chiedeva, motivandolo, lo stop ai prossimi Giochi Olimpici di Tokyo – già rinviati lo scorso anno e in programma quest’estate dal 23 luglio al 7 agosto – tutti in Giappone hanno cominciato a porsi seriamente il problema.
In un accorato appello, l’autorevole quotidiano nipponico – considerato vicino ai liberali di sinistra e spesso critico nei confronti del Governo del partito liberal democratico di Yoshihide Suga – ha scritto testualmente: “Chiediamo al primo ministro di esaminare in modo calmo e oggettivo le circostanze e poi annullare i Giochi olimpici questa estate”.
Più chiaro di così…
La presa di posizione radicale contro i Giochi, assunta dalla testata, è ancor più significativa in quanto l’Asahi Shimbun è anche uno dei partner ufficiali dei prossimi Giochi olimpici di Tokyo. Troppo rischioso, scrive il quotidiano, pensare di dar il via a una kermesse che attirerebbe in Giappone migliaia e migliaia di stranieri, tra atleti, team tecnici e visitatori, in una situazione sanitaria che l’editoriale definisce “incompatibile con l’attuale quadro epidemico”.
Per la verità, l’appello del giornale arriva dopo una lunga serie di interventi, prese di posizione e iniziative popolari contrarie allo svolgimento dei giochi. Una settimana fa, circa seimila medici della capitale hanno firmato un appello pubblico contro lo svolgimento dell’olimpiade, ritenendo “impossibile” organizzare l’evento, considerato che la nazione è attraversata dalla quarta ondata del virus”.
Anche lo stesso sindacato nazionale dei medici giapponesi aveva, poco prima, esplicitato le stesse richieste, sostenendo che “la cancellazione di un evento che ha tutte le potenzialità per aumentare in modo esponenziale i contagi da Covid e le vittime della malattia, è la cosa più giusta da fare”, mentre di recente una petizione popolare che chiedeva la cancellazione dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020 aveva raccolto più di 200.000 firme in due giorni.
E gli ultimi sondaggi dell’agenzia Kyodo, che risalgono a due settimane fa, evidenziano come circa il 60% degli intervistati sia nettamente contrario allo svolgimento dell’evento sportivo, pronunciandosi, senza appello, per la cancellazione. Una percentuale che, oggi, sarebbe salita addirittura all’83 per cento: compreso il parere di Masayoshi Son, il presidente e CEO di SoftBank, una delle holding finanziarie più grandi e importanti al mondo, che si è schierato anch’egli contro le olimpiadi.
I più preoccupati, in vista di una possibile cancellazione dell’evento olimpico, sono però i giganti del settore assicurativo internazionale, che sono esposti per cifre astronomiche.
Il gigante della riassicurazione Swiss Re, ha un’esposizione su una possibile cancellazione delle Olimpiadi di 250 milioni di dollari, mentre quella di Munich Re sarebbe pari a ben 500 milioni di dollari.
Nel complesso, gli analisti di Jefferies stimano che le Olimpiadi di Tokyo siano attualmente assicurate per circa 2 miliardi, con ulteriori 600 milioni di dollari a coprire l’ospitalità. Il CIO – Comitato Olimpico Internazionale – sul punto cerca di tranquillizzare i giganti assicurativi, precisando di avere già messo in atto una politica di copertura dei danni derivanti dalla cancellazione degli eventi del valore di circa 800 milioni di dollari, che copre la maggior parte dell’investimento di 1 miliardo previsto in ogni città che ospiterà i giochi. Inoltre, il comitato organizzatore locale di Tokyo avrà una propria polizza che si stima in circa 650 milioni di dollari.
Malgrado nessun atleta di spicco si sia opposto finora pubblicamente ai Giochi che si terranno quest’estate, la star del tennis giapponese Naomi Osaka . numero 2 del mondo – ha detto in un’intervista che è giunto il momento di discutere l’opportunità di tenere l’evento nel mezzo di una pandemia. “Ovviamente voglio che le Olimpiadi si facciano”, ha detto il campione, “ma penso che stiano succedendo così tante cose importanti, e soprattutto impreviste, che sento che si stanno mettendo a rischio le persone … in fondo stiamo parlando soltanto di una competizione sportiva, e c’è un’intera pandemia in corso, là fuori….”
Così il Sol levante si dibatte nell’indecisione, tra il partito dei “prudenzialisti”, e quelli che preferiscono mettere sul piatto della bilancia il peso delle conseguenze economiche di una cancellazione. Che non sarebbero cosa da poco.
Secondo il Nomura Research Institute, infatti, la cancellazione avrebbe un costo pari a circa 1.810 miliardi di yen, l’equivalente di 13,8 miliardi di euro, quantificando in 147 miliardi di yen il valore dei benefici economici dall’organizzazione dei Giochi senza l’afflusso degli spettatori stranieri, rispetto ai 1.660 miliardi di yen nel caso si fossero svolti con regolarità, con la presenza del pubblico dall’estero. Una montagna di soldi, considerando anche che il Giappone, pur disponendo di una economia solida e molto ben strutturata, ha già sofferto – e continua a soffrire – gravissime conseguenze dalla pandemia.
Sempre secondo i calcoli degli analisti del Nomura, infatti, il primo stato di emergenza entrato in vigore nella primavera del 2020 ha provocato un deficit economico di 6.400 miliardi di yen, e il secondo – tra gennaio e marzo di quest’anno – un’ulteriore perdita di 6.300 miliardi. Quello attuale, introdotto il 25 aprile, toglierà all’economia nipponica altri 1.900 miliardi di yen, con una stima al rialzo, nel caso di un’estensione di altre tre settimane.
Il Giappone sta affrontando – ormai da fine marzo – come si è detto, la quarta ondata di contagi, mentre due settimane fa il governo aveva deciso di estendere lo stato di emergenza in molte province del paese e nella stessa capitale, dove si dovrebbero tenere i Giochi.
La situazione epidemica è piuttosto critica soprattutto in quanto il Paese è molto indietro nella campagna di vaccinazione contro il coronavirus, avendo iniziato le somministrazioni agli ultra 65enni soltanto a metà aprile. Ad oggi, meno del 5 per cento della popolazione giapponese ha ricevuto almeno una dose di vaccino.
Un ospedale di Tachikawa, nella parte occidentale di Tokyo, mostrava all’ingresso uno striscione che avvertiva che la capacità medica aveva ormai raggiunto il limite. “Dateci una pausa! Le Olimpiadi sono impossibili! ” si leggeva.
Nella prefettura di Osaka, che ha visto di recente un aumento esponenziale dei casi, con più di 13.000 persone con diagnosi di Covid-19, le autorità hanno chiesto ai cittadini di rimanere a casa, perché gli ospedali sono al collasso.
Da parte sua, l’uomo che ha il potere decisionale nella vicenda, il primo ministro giapponese Yoshihide Suga, ha detto che il CIO avrebbe avuto l’ultima parola, insistendo sul fatto che il suo governo non aveva mai dato la priorità ai Giochi a scapito della salute pubblica.
A una domanda precisa, nel corso di una riunione della commissione parlamentare, Suga ha risposto: “Non ho mai messo le Olimpiadi al primo posto”. Ed ha aggiunto: “La mia priorità è sempre stata proteggere la vita e la salute della popolazione giapponese. Dobbiamo prima prevenire la diffusione del virus”. Esternazioni che sembrano più che altro frutto di propaganda elettorale, tenuto conto che, finora, il portavoce del governo giapponese e quello del comitato olimpico hanno sempre dichiarato che i Giochi si terranno come da programma.
(da agenzie)
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