GIORGETTI E IL GOVERNO CHE NON SI SA SE DURA
TEORICO DE “LA MANOVRA VA CAMBIATA”, OGNI TANTO COMMENTA IL GOVERNO : “CHE CINEMA”
Il Divo Giorgetti non sa se il governo dura. Anzi, chissà se dura, dice oggi nel pezzo di retroscena di Francesco Verderami sul Corriere della Sera che sembra sempre più la voce del sottosegretario salviniano sul giornale.
Lui si paragona, con poca modestia, ad Andreotti ma finora non sembra aver inciso nemmeno lontanamente sull’esecutivo come sapeva fare, senza neppure sporcarsi le mani, il mitico Belzebù, che i giornalisti li evitava
La sua stanza a Palazzo Chigi è un porto di mare per imbarcazioni in difficoltà di navigazione. È lì che ha riparato Savona negli ultimi tempi, ed è lì che –per sfogarsi – il ministro agli Affari europei gli ha rubato uno dei suoi intercalare: «È un disastro». L’altra frase che usa Giorgetti – insieme al famoso «sono tutti matti» riferito ai grillini – è «che cinema».
Gliel’hanno sentita pronunciare nell’Aula della Camera, il giorno dopo quel voto a scrutinio segreto con cui l’esecutivo era andato sotto sull’Anticorruzione.
Di Maio aveva chiesto la presenza di tutti i ministri ai banchi del governo per lavare l’onta. Giorgetti, che in vent’anni e passa di attività parlamentare ne aveva viste tante, non pensava di stupirsi ancora. Perciò nel vedere quella scena, non ha resistito: «Che cinema. Che cinema».
Teorico de «la manovra va cambiata», ben prima che il club si affollasse di autorevoli colleghi, ritiene sia ancora possibile una soluzione di compromesso con Bruxelles. Forse è più un atto di fede che un vero convincimento, in ogni caso –secondo Giorgetti – al governo servirebbe «un asso nella manica», uno scatto e uno scarto rispetto alla logica del braccio di ferro: «Qualcosa bisogna inventarsela».
Perchè è consapevole (al pari di pochi altri tra i grillini) che il reale problema stia nella gestione politica della trattativa. Ma su questo punto, oltre che dispensare suggerimenti non può nè vuole spingersi
(da “NextQuotidiano”)
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