GIORGIA MELONI HA FATTO UN MIRACOLO: È RIUSCITA A FAR SCHIERARE GLI AVVOCATI CON I MAGISTRATI
L’UNIONE DELLE CAMERE PENALI MARTEDÌ SCENDERANNO IN PIAZZA CONTRO IL DDL SICUREZZA, IN SOLIDARIETÀ CONTRO GLI ATTACCHI DELLA MAGGIORANZA AL TRIBUNALE DI BOLOGNA PER IL RICORSO SULLA QUESTIONE MIGRANTI
Il governo sembra stia riuscendo, a sue spese, nel miracolo di ricompattare il mondo della giustizia. Domani, a Bologna, l’Associazione nazionale magistrati si riunirà in assemblea per difendere i colleghi del tribunale bolognese che, dopo aver chiesto un parere sul decreto Paesi sicuri alla Corte di giustizia europea, hanno subito la scorsa settimana durissimi attacchi, anche personali, da parte del centrodestra e dei giornali che gli sono vicini.
Sempre lunedì inizierà poi uno sciopero di tre giorni da parte degli avvocati penalisti, rappresentati dall’Unione delle Camere penali, che hanno indetto anche una manifestazione nazionale a Roma, martedì, per chiedere al governo di modificare il ddl Sicurezza. E così, il mondo della magistratura e quello dell’avvocatura, che mai si sono amati, finiscono per trovarsi sullo stesso fronte, spalla a spalla.
Il presidente dei penalisti, Francesco Petrelli, tende platealmente la mano ai giudici: «Il tribunale di Bologna si è mosso con particolare prudenza e con correttezza giurisprudenziale. È francamente impossibile cogliere in quella scelta un attacco alla politica».
I successivi decreti voluti dall’esecutivo per correre ai ripari, invece, «non hanno cambiato la sostanza, ma hanno spostato ancora una volta in avanti la storica contesa fra veritas e auctoritas». Insomma, lo scontro in atto, visto dalle Camere penali, non nasce certo per colpa delle “toghe rosse” – come le chiama il vicepremier Matteo Salvini -, ma dalla volontà del governo di mettere un’impronta politica sul mondo della giustizia.
Le tensioni tra il mondo giudiziario e il governo continuano quindi a salire, mentre la maggioranza accelera sulla riforma per la separazione delle carriere dei magistrati e sull’Atto di indirizzo con cui si vogliono stabilire a quali tipologie di reato le procure dovranno dare priorità nella loro azione.
(da La Stampa)
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