GIORGIA MELONI SENZA VERGOGNA: DI FRONTE AI DAZI DEL 20% CONTRO L’UNIONE EUROPEA ANNUNCIATI DA TRUMP, INVECE CHE PRENDERSELA CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO, VA AL TG1 AD ATTACCARE L’UNIONE EUROPEA
DOPO AVER MINIMIZZATO L’IMPATTO DELLE TARIFFE, AZZANNA URSULA VON DER LEYEN, CHE HA PROMESSO VENDETTA: “NON SI DEVE RISPONDERE CON ALTRI DAZI, PERCHÉ L’IMPATTO SULLA NOSTRA ECONOMIA POTREBBE ESSERE MAGGIORE” … POI LA CONTORSIONE LOGICA PER NON DARE LA COLPA A TRUMP: “L’UE DEVE INIZIARE A RIMUOVERE I DAZI CHE SI È AUTO-IMPOSTA…”
Cancella tutti gli impegni. Convoca d’urgenza i ministri e i vertici del governo a Palazzo Chigi. E in serata dà un’intervista al Tg1 per chiedere di “evitare allarmismi”, ma soprattutto per mandare un messaggio all’Unione europea: “No a contro-dazi che sarebbero dannosi per la nostra economia”.
Se a Washington Donald Trump si gode il suo liberation day, a Roma la sua alleata Giorgia Meloni decide di chiudersi nel suo bunker di Palazzo Chigi.
Sa che la strategia che ha utilizzato finora – sperare in qualche forma di esenzione grazie al suo rapporto privilegiato con la Casa Bianca – non ha dato i suoi frutti. E teme per l’impatto che i dazi imposti da Trump possano avere da qui ai prossimi mesi sulla tenuta economica del Paese e, di riflesso, anche sul suo governo.
Così, di buon mattino, la premier italiana riunisce a Palazzo Chigi i ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Francesco Lollobrigida e Tommaso Foti oltre ai due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani (collegato da Bruxelles).
Una sorta di task force anti-dazi, come la chiamano a Palazzo Chigi. Secondo fonti di governo, alla riunione viene fatta una panoramica sui settori che sarebbero più colpiti I principali sono quelli dell’agroalimentare che preoccupa molto Lollobrigida e che costituisce anche una parte dell’elettorato di Fratelli d’Italia.
Il messaggio che Meloni consegna ai suoi è semplice: evitare qualsiasi tipo di allarmismo perché, sostiene, sarebbe controproducente. E durante la riunione bacchetta anche il suo vicepremier leghista Salvini: ora il governo deve dare prova di “compattezza”, evitando di “alzare i toni”.
Anche perché ormai sul rapporto con gli Stati Uniti il segretario del Carroccio […] ha messo in piedi una diplomazia parallela.
Di prima mattina Salvini riunisce in video collegamento i responsabili economici del suo partito e dà l’ordine di attaccare l’Unione europea: “Prima di pensare a guerre commerciali o contro-dazi, l’Ue tagli burocrazia e vincoli a partire dal green deal”.
Ma si spinge anche a dire ai suoi che servirebbe una trattativa bilaterale con la Casa Bianca. Meloni è in difficoltà. Sa che alcune cose non le può dire (pur pensandole) e soffre l’attivismo di Salvini.
Eppure, in serata è proprio Meloni a parlare al Tg1 e ad attaccare chiaramente Ursula von der Leyen, con cui si era sentita fino a poche ore prima.
Pur ripetendo che quella dei dazi è una decisione “sbagliata” che avrà un impatto negativo “sull’economia europea e statunitense” ma non è “una catastrofe” perché l’Italia “continuerà a esportare negli Stati Uniti”.
Aggiunge che Palazzo Chigi sta preparando un piano per capire quali siano i settori più colpiti e se la prende con le opposizioni che “non hanno presentato nemmeno una proposta”.
Ma la parte più dura la dedica a Bruxelles: non si deve rispondere ai dazi “con altri dazi”, dice, perché l’impatto “sulla nostra economia potrebbe essere maggiore” rispetto ad altri Paesi
Quindi serve un dialogo “franco” con Washington, ma l’Unione europea deve iniziare a “rimuovere i dazi che si è auto-imposta – conclude Meloni – rivedendo il Green Deal ideologico sulle auto, avere più coraggio sull’energia e rivedere il Patto di Stabilità. Oltre alla trattativa europea, prima di Pasqua un passaggio importante sarà il faccia a faccia con il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance. Oggi intanto vedrà a Palazzo Chigi il leader del Ppe Manfred Weber, che domani parteciperà al Consiglio Nazionale di Forza Italia.
(da agenzie)
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