GLI AUGURI DI SILVIO A PARISI: “VAI AVANTI, NON ASCOLTARE LE CRITICHE DI CERTI ESPONENTI DI FORZA ITALIA”
PARISI: “BASTA ESSERE CONTRO, COSTRUIAMO UNA NUOVA ITALIA”… “LA FRASE DI SALVINI SU CIAMPI? INCREDIBILE, SI QUALIFICA DA SOLA”… LA MISSION AFFIDATAGLI DA BERLUSCONI: RIPORTARE FORZA ITALIA AL 20%, POI SE SALVINI E MELONI NON CI STANNO, OGNUNO PER LA PROPRIA STRADA”
In mattinata Silvio Berlusconi ha chiamato Stefano Parisi. «In bocca al lupo. Vai avanti, non ascoltare le critiche che vengono da Forza Italia».
E lui ci prova con il progetto «Energie PER l’Italia». Con il «per» tutto maiuscolo, come quello enorme e azzurro che campeggi al lato del palco e del megaschermo illuminato da tre lampadine: una di colore verde, la seconda bianca, la terza rossa.
Nelle intenzioni di Parisi sono le idee per riaccendere l’Italia,partendo da questo ex stabilimento industriale scelto proprio per il nome, Megawatt.
Se riuscirà veramente in questa impresa, di rianimare l’esangue area moderata che ristagna attorno a Forza Italia, a portare nuova linfa e farla salire nei sondaggi, allora Parisi avrà dimostrato di avere quel «quid» che da anni va cercando il Cavaliere.
A quel punto gli affiderà il partito, molto probabilmente pure cambiando nome al «glorioso» brand azzurro.
Parisi non nomina mai Berlusconi, ma questo fa parte del gioco.
E’ la missione politica che conta: riportare la nuova Forza Italia (o quella che diventerà anche nel possibile nuovo nome) attorno al 20%.
Da quella posizione di forza sarà possibile trattare con Salvini e Meloni.
Se non sarà possibile un accordo, ognuno per la propria strada.
E se poi Renzi dovesse scivolare sul No al referendum, allora ok al governo di scopo per fare la legge elettorale e magari qualcos’altro. Cosa che non vogliono Salvini e Meloni, perchè sarebbe «inciucio».
Posizione che tra l’altro condivide l’altro oppositore all’«operazione Parisi», ovvero il governatore Toti.
Ed è subito chiara l’intenzione di Parisi, anni luce lontanto dal capo leghista, che definisce Ciampi un «traditore della Patria».
«Una frase incredibile – dice Parisi a margine della kermesse – che si qualifica da sola. Io, aprendo questa convention, ho invece esaltato la figura di Ciampi. E’ stato un pezzo importante della mia via. Ero capo del dipartimento economico a Palazzo Chigi con Ciampi premier. Salvò l’Italia dal crack economico.
E’ stata una persona che rimarrà nella memoria del Paese, ha dato molto all’Italia», osserva l’ex direttore della Confindustria.
Fa una pausa e poi, per sottolineare la differenza con Salvini, aggiunge: «Io difendo e stimo pure Mattarella».
In platea, non in prima fila, ci sono pochi politici di Forza Italia. Solo quelli amici come il senatore Giro, il coordinatore siciliano Micchichè, l’ex grande capo ligure Scajola («Parisi è una delle ultime cose grandiose che si è inventato Berlusconi»).
C’è pure la Gelmini, molti di Ncd e Comunione e liberazione (Lupi, Formigoni, Amicone).
Ci sono gli ex sottosegretari Catricalà , Polillo; l’ex ministro Sacconi; gli ex sindaci milanesi Pellitteri e Albertini.
Sul palco una serie di interventi che, per la verità , non hanno riscaldato i partecipanti a Megawatt. Tranne suor Anna Monia Alfieri (applauditissima).
Poi Giacomo Lev Mannheimer (figlio nel noto sondaggista), il portavoce del family day Massimo Gandolfini, l’antropologa Maryan Ismail, il filosofo Carlo Lottieri, Marco Morganti di Banca Prossima e Giancarlo Cesana di CL.
La prima giornata si è conclusa con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato i direttori Maurizio Molinari, Lucia Annunziata, Luciano Fontana, e Maurizio Belpietro.
Parisi in prima fila prende appunti. Bacchetta la platea che chiacchiera e non segue gli interventi («un vizio dei congressi dei vecchi partiti»)
Ogni tanto si alza per scambiare qualche battuta con i giornalisti. E quando gli chiediamo di Salvini che lo accusa di camminare sul marciapiede sbagliato della Merkel, risponde: «Noi siamo saldamente nel Ppe e in Europa. Vogliamo cambiare le regole, ma questa è la parte giusta».
Poi dal palco spiega cosa significa essere «PER». Dice basta al clima di odio che allontana le persone dalle urne.
«Siamo qui per costruire una piattaforma nuova. Vogliamo cambiare il clima, vogliamo che la gente non voti più “contro” qualcosa».
Certo, se Renzi perde il referendum per coerenza dovrà dimettersi. Poi? Si vedrà .
Intanto, bisogna preparare un’alternativa credibile, perchè non ci può essere solo quella tra il leader del Pd e il caos.
Un’alternativa di governo liberale, «affidabile e forte, che sia in grado di dare soluzioni programmatiche all’Italia».
Per Parisi quello di Milano è il primo passo che deve continuare nelle prossime settimane e mesi. «Presto avremo un nuovo programma di governo».
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa”)
Leave a Reply