GLI EX AN RESTANO A TERRA: IL TRAM PDL ORMAI E’ RITORNATO FORZA ITALIA
TUTTI GLI ESPONENTI DEL PDL ENTRATI NEL GOVERNO LETTA ARRIVANO DALL’EX PARTITO DI BERLUSCONI
Un monocolore targato Forza Italia. Tutti gli esponenti del Pdl che sono entrati nel governo di Enrico Letta arrivano dall’ex partito di Silvio Berlusconi.
Fuori, invece, gli ex di Alleanza Nazionale.
E così, tra coloro che sono confluiti in Futuro e Libertà e che poi sono scomparsi dalla carta geografica del nuovo Parlamento, e le ultime scelte fatte dal Pdl, la destra storica si ritrova a essere esclusa praticamente da tutti i posti chiave della politica.
Del partito che Gianfranco Fini aveva «emancipato» con la svolta di Fiuggi, portandolo poi, per la prima volta, nell’esecutivo del Cavaliere nel 2001, e che, nel 2009, aveva fatto confluire nella Casa della Libertà è rimasto poco o niente.
Almeno se si guarda a coloro che hanno in mano le leve del potere.
L’unico che, oggi, ha ancora un ruolo è Maurizio Gasparri, nominato vicepresidente del Senato. Un incarico che, alla fine, assomiglia molto a un premio di consolazione.
Anche la guida dei due gruppi parlamentari è andata a due esponenti di Forza Italia, Renato Schifani a palazzo Madama e Renato Brunetta alla Camera.
E tutti fuori gli ex di An sono finiti anche nella battaglia sui ministri.
Addirittura sono rimasti esclusi dal gioco dei nomi che in questi giorni sono stati fatti per il totoministri.
Tagliato fuori chi aveva già ricoperto incarichi nei precedenti esecutivi — come Maurizio Gasparri, Altero Matteoli o Mario Landolfi — ma anche chi poteva essere un volto nuovo come Barbara Saltamartini, Alberto Giorgetti o Andrea Augello.
Niente, scomparsi, eliminati, cancellati da qualsiasi trattativa.
E se nessuno di loro ha commentato ufficialmente la debacle, è stato Francesco Storace a dare voce al malcontento con una nota sul suo profilo Facebook: «Liquidata ogni traccia di destra dal nuovo Governo del Paese. Applausi a scena aperta agli strateghi».
Come se lui non appartenesse a questa categoria.
«Siamo rimasti schiacciati perchè non siamo riusciti a fare gruppo — spiega un parlamentare che vuole l’anonimato — ognuno di noi vale come singolo, non c’è coesione, non riusciamo a imporci. Hanno pensato di accontentarci con la vicepresidenza del Senato e tutto è finito lì».
Sembrano insomma lontanissimi i tempi, ed era invece solo un anno fa, in cui nel Popolo della Libertà si discuteva di come «pesare» i due partiti, dando il 70 per cento a Forza Italia e il 30 per cento ad Alleanza Nazionale.
Una quota che era stata addirittura messa in discussione perchè gli uomini di Gianfranco Fini volevano contare di più.
Oggi, complice anche la scissione con Fratelli d’Italia — il partito di Giorgia Meloni e Guido Crosetto nel quale sono finiti molti ex An — la destra nel Pdl non esiste più.
Pa. Zap.
(da “il Tempo“)
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