GLI IMMIGRATI IN UN ANNO SONO AUMENTATI DEL 13,4%
I DATI ISTAT PER IL 2008 PORTANO LA PRESENZA STRANIERA A 3.891.295 PERSONE… LA POLITICA FASULLA DI MARONI: I NUOVI IMMIGRATI PROVENGONO QUASI TUTTI DAI PAESI DELL’EST, POI DALLA CINA E ULTIMI DAL MAROCCO… SONO IL 6,5% DELLA POPOLAZIONE, 519.000 SONO NATI IN ITALIA… SERVE UNA POLITICA DI INTEGRAZIONE CON DIRITTI E DOVERI
Sono stati diffusi gli ultimi dati Istat che fotografano la presenza di immigrati in Italia: nel corso del 2008, il numero degli immigrati è aumentato del 13,4%, rispetto all’anno precedente, per un totale, a gennaio 2009, di 3.891.295 stranieri.
L’aumento non è stato certo dovuto ai barconi arrivati in Sicilia, prima dei respingimenti maroniani, bensì, come da noi più volte sottolineato, all’immigrazione da Paesi che hanno recentemente aderito all’Unione Europea ( + 24,5%), tra cui, al primo posto, si colloca la Romania: la comunità romena in Italia è la più numerosa, 796.000 persone, pari al 20,5% del totale.
Segue l’aumento degli immigrati provenienti da paesi dell’Est europeo, non facenti parte della Ue (+12%).
Diamo un’occhiata ai residenti: è sempre l’Est a farla da padrone.
La metà dei cittadini non italiani proviene proprio dall’Europa dell’Est, alla faccia di tanti discorsi del ministro degli Interni che parlava di diminuzione degli sbarchi in Sicilia, come se tutti i clandestini provenissero dall’Africa e, bloccati quelli, il problema sicurezza fosse risolto.
Per uno che “respingi” a Sud, ne entrano cento dai paesi dell’Est, ma si fa finta di non saperlo.
Al secondo posto, come aumento, ci sono quelli provenienti dai paesi asiatici ( + 18,6%) come Cina, India e Bangladesh, chiude il Marocco con un + 10,3%.
Secondo l’Istat, gli immigrati rappresentano oggi il 6,5% della popolazione residente, contro il 5,8% dell’anno precedente.
Su tutti i residenti, quasi 519.000 sono nati in Italia, ovvero il 13,3% degli stranieri presenti nel nostro Paese.
I nuovi nati figli di immigrati sono stati 72.472.
Oltre il 60% degli immigrati risiede nel Nord Italia, il 25% si trova al Centro e il 12,8% vive al Sud. E’in crescita anche il numero degli immigrati che acquistano la cittadinanza italiana ( +18%), nel 2008 ne sono state concesse 53.696, soprattutto a seguito di matrimoni di donne straniere con uomini italiani.
Vi è anche un leggero aumento degli immigrati che, dopo aver trascorso un periodo di lavoro in Italia, decidono di tornare a casa: si sono cancellati all’anagrafe 27.000 cittadini stranieri ma secondo l’Istat la percentuale rientra nella norma rispetto al movimento emigratorio degli stranieri residenti.
Dai dati emerge che i più rilevanti flussi migratori verso il nostro Paese non vengono dall’Africa, come qualcuno voleva farci intendere, ma dai paesi dell’Est.
In secondo luogo che l’immigrazione non è un problema di mera sicurezza, ma molto più ampio, con risvolti che richiedono rispetto dei doveri ma anche garanzia di diritti.
Serve una moderna politica di integrazione degli stranieri che vivono in Italia con il riconoscimento dei fondamentali diritti allo studio, alla cittadinanza, alla salute, senza ottuse discriminazioni razziali.
Si è fatto finta che il problema “clandestini=criminalità ” si potesse risolvere propagandando sui media i respingimenti di un migliaio di somali ed eritrei, mentre sono arrivati centinaia di migliaia di cittadini dai paesi dell’Est .
La maggioranza per lavorare onestamente, altri per delinquere, ma che nessuno ha mai rispedito a casa al primo reato.
Per chi si comporta onestamente, paga pure le tasse e l’Inps, è tempo che lo Stato italiano adotti un piano di integrazione dignitoso e non li consideri più cittadini di serie B.
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