GLI IMPRENDITORI DI VICENZA E TREVISO SCARICANO BOSSI: “DOBBIAMO FARCI CARICO DELLE ESIGENZE UMANITARIE”
GLI IMPRENDITORI VENETI FRENANO LA DEMAGOGIA LEGHISTA: “ATTENZIONE ALLE CAMPAGNE MEDIATICHE CONTRO GLI STRANIERI, CI VUOLE ACCOGLIENZA”…IL SISTEMA ECONOMICO LOCALE VIVE SULLE BRACCIA EXTRACOMUNITARIE: 20 MILIARDI DI EXPORT L’ANNO E IL 20% DELLA MANODOPERA E’ STRANIERA… “QUA LA CONVIVENZA E’ TRANQUILLA, BASTA SOFFIARE SUL FUOCO”
«Svuotare la vasca», sibila Umberto Bossi.
«Il problema immigrazione va risolto alla radice, ma intanto dobbiamo farci carico delle esigenze umanitarie…», aiutando chi fugge da Lampedusa, rispondono i presidenti di Confindustria Treviso e Vicenza, la vandea della Lega.
«Ognuno deve fare la propria parte, anche Treviso», precisa Alessandro Vardanega, leader degli imprenditori della Marca.
«Non si può semplicemente rilevare il problema e poi dire ma tanto si arrangeranno alcune aree del Paese».
«E’ doveroso, nell’emergenza, che ciascuno faccia il proprio dovere», rincara il collega vicentino, Roberto Zuccato.
«Vale per il governo nazionale che deve approntare un piano per gestire la situazione nel rispetto dei diritti umani, per le regioni che hanno il dovere di accogliere i rifugiati che il governo destinerà al loro territorio, e per l’Ue che non può pensare che gli sbarchi siano un problema solo italiano».
Peraltro, «abbiamo già dimostrato di essere un Paese in grado di gestire situazioni complesse, con il giusto equilibrio tra solidarietà e fermezza…».
Insomma, dopo l’appello del vescovo trevigiano Gianfranco Agostino Gardin – «noi cristiani non possiamo dire mandiamoli via ed è tutto risolto» -, anche gli imprenditori locali, tradizionale riserva forzaleghista, battono un colpo. Vicenza e Trieste sono le due grandi province manifatturiere venete dov’è più densa l’immigrazione.
Nella Marca il Carroccio spopola: alle scorse Regionali ha preso il 48,5% dei consensi stracciando il Pdl (15,5%).
Idem nel Vicentino: 38,1% contro il 25,2% dei berluscones.
«Maroni fa il ministro, ma qui la Lega non ci sta…», tuona da giorni il bossiano Giampaolo Gobbo.
Eppure nessuno dei padroncini si sogna di cacciare coi forconi l’orda che potrebbe salire dal Maghreb, anzi. «Attenzione alle campagne mediatiche anti stranieri», spiegano dalle stanze confindustriali.
Il sistema economico trevigian-vicentino vive da tempo sulle braccia extracomunitarie.
Insieme fanno 20 miliardi di export l’anno e più del 20% degli addetti industriali è straniero.
Non a caso le due province leghiste, al netto degli slogan alla Gentilini, sottopelle sono campioni di integrazione. Il lavoro è da sempre un passepartout potentissimo.
A certificarlo, i rapporti Caritas-Migrantes.
Nel Vicentino ci sono 93 mila stranieri residenti (10,8% della popolazione) e il 23,6% dei nati 2009 è figlio di genitori stranieri.
Nel Trevigiano gli extracomunitari sono 96 mila (11% del totale), di cui 16 mila nati in provincia.
«La convivenza è tranquilla, sarebbe sbagliato soffiare sul fuoco anche per la ripresa economica», ragiona Gigi Copiello, segretario uscente della Cisl vicentina.
Questa è l’altra ragione della fronda confindustriale alla propaganda leghista che vorrebbe ricacciare i profughi in Nordafrica.
«Dopo aver pagato la prima fase della crisi con il crollo delle assunzioni (-10,3%) e 10.500 posti di lavoro stranieri bruciati nel saldo 2008/2009, nel 2010 la percentuale è tornata positiva», spiega Bruno Anastasia di Veneto Lavoro.
«A trainare la piccola ripartenza occupazionale sono proprio Vicenza e Treviso (rispettivamente +12 e +9% sul 2009), riducendo di 3 mila unità i disoccupati extracomunitari nell’industria».
Per questo gli imprenditori locali frenano la demagogia padana.
Ne va della ripresa.
Tanto più nella terra del leghismo di governo.
Marco Alfieri
(da “La Stampa“)
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