GLI ITALIANI IN UCRAINA: “LA NOSTRA VITA E’ TUTTA QUI”
LE TESTIMONIANZE DI TRE CHEF
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a cena venerdì sera nel suo ristorante, l’Osteria Il Tartufo di Kharkiv, trenta chilometri dal confine con la Russia. “E ieri i politici, il procuratore… Parlano, parlano, incontrano persone, qualcosa si sta muovendo. Stanno prendendo decisioni”.
È lo chef Salvatore Leo, originario della provincia di Salerno e in Ucraina da 13 anni, a raccontarlo ad Adnkronos. Dell’avviso diramato dall’unità di crisi della Farnesina agli italiani in Ucraina, ai quali si chiede di tornare in patria, dice di non essere informato. “Non ne so nulla. Io scappo quando scappano loro”, dichiara. Ma loro, gli ucraini, intanto “stanno trasferendo i soldi all’estero, lo fanno tutti. La guerra economica quella sì, è già iniziata”.
Nel frattempo “preparo da mangiare per i politici ucraini. Venerdì sera c’era qui il presidente, Zelensky. Ha mangiato poco. Qualche capesanta, un po’ di pesce, le quaglie”. Impossibile sapere come stesse, se fosse teso o meno. “Lui mangia in una sala chiusa, non possiamo avvicinarlo e non l’ho visto di persona. Ha un suo cameriere personale che gli porta i piatti che gli cucino”, ha aggiunto.
Intanto, però, “ieri mi sono registrato sul sito ‘dovesiamonelmondo.it'”, come aveva consigliato di fare l’ambasciata italiana in Ucraina, in modo da poter essere rintracciati e da ricevere informazioni utili in caso di emergenza. Per ora “in città non ci sono militari, non ci sono carri armati. Solo che la sensazione che qualcosa stia cambiando, qualcosa si stia muovendo”.
Nonostante l’invito della Farnesina ad abbandonare l’Ucraina ad unirsi alla voce di Salvatore Leo sono altri italiani all’estero, anche loro professionisti nel mondo della ristorazione che si dichiarano reticenti ad abbandonare la terra dove ormai hanno tutto: lavoro, famiglia, un’intera vita.
“Mi chiamano i parenti dall’Italia, mi supplicano di rientrare, ma qui per ora è tutto tranquillo, perché dovrei? Qui ho la mia famiglia, il mio lavoro…”, dice al Corriere della Sera Michele Lacentra, 53enne chef di origini lucane, nato in Svizzera, partito sei anni fa per l’Ucraina per sposarsi con Kateryna.
Lacentra, cuoco del ristorante “Il Siciliano” di Kiev dice che “ci sono italiani che sono già rientrati” e “altri che se lo possono permettere, parlo di imprenditori, businessmen italiani, hanno invece lasciato Kiev e si sono trasferiti a Leopoli, 50 km dal confine con la Polonia e l’Ungheria, sperando di raggiungere un posto più sicuro”.
A parlare al Corriere giunge anche Stefano Antoniolli, 45enne trevigiano chef italiano più famoso in Ucraina che in quella terra si è costruito una vita. Dopo l’annuncio della Farnesina, il cuoco ha preso una decisione: “Io resto qua. Mio figlio lunedì va a scuola. Non m’impressiono. Ci andava anche la mattina del 18 febbraio 2014, quando dai tetti spararono sulla folla di Maidan: la sua aula era a poche centinaia di metri da là… Vivo qua, lavoro qua. Dove vado? La mia sensazione è che non sarà una guerra di bombe, ma una guerra di nervi. Vince, chi li ha più saldi”, afferma Antonioli.
(da Huffingtonpost)
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