GLI SPICCIOLI CHE NON HANNO ARGINATO LA POVERTÀ: DALLA SOCIAL CARD AI BONUS
I RISULTATI DELLE MISURE GOVERNATIVE DENOTANO IL FALLIMENTO DELLE MISURE PRESE A SOSTEGNO DELLE CATEGORI PIU’ DEBOLI… CIFRE MINIME E PASTOIE BUROCRATICHE HANNO IMPEDITO A CHI AVEVA NECESSITA’ DI OTTENERE UN AIUTO REALE
I poveri in Italia dovranno aspettare a lungo Robin Hood.
La lotta contro la povertà da parte del governo Berlusconi-Tremonti, sbandierata con ampio riferimento all’eroe di Sherwood, non si è rivelata un successo.
Berlusconi, e con lui Tremonti, ha elogiato l’introduzione della “social card”, del“bonus per le famiglie”, oltre che dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa.
Ma tutto questo ha avuto risultati modesti.
Secondo la relazione annuale dell’Istat, illustrata lo scorso lunedì alla Camera, un cittadino su quattro è a rischio povertà .
La povertà tende a ramificarsi, a farsi più complessa mentre le misure adottate non la percepiscono nella sua durezza e quindi non incidono.
Di fronte a questo quadro le misure fondamentali del governo, spiega il Cies, la Commissione di indagine sull’esclusione sociale, sono state quattro: la “Carta acquisti” o “social card”, il “bonus famiglia”, l’abolizione dell’Ici sulla prima casa e il “bonus elettrico”.
Per la “Carta acquisti”, cioè quella carta da 40 euro mensili destinata a persone anziane o famiglie con bambini sotto i tre anni, erano stati previsti dal governo 1 milione e 300 mila destinatari.
Nel primo anno sono state avanzate 830 mila richieste e sono state rilasciate 627 mila carte, cioè la metà di quelle previste.
In seguito l’utilizzo è andato ancora diminuendo.
Secondo la Cies, a beneficiare davvero della “Carta acquisti” è stato solo il 18 per cento delle famiglie “assolutamente povere” .
E questo a causa dei criteri anagrafici di selezione.
“Sono fuori dal suo campo di applicazione, per esempio, le famiglie numerose con figli non in piccolissima età ”.
L’impatto della “social card” ha così ridotto la povertà assoluta ben poco, dal 4,2 al 4,1% della popolazione italiana.
Il “Bonus straordinario per famiglie, lavoratori, pensionati e non autosufficienti” è stato introdotto dalla legge 185 del 2008 per sostenere i redditi di lavoratori dipendenti e pensionati.
Quindi con un raggio d’azione più ampio della social card.
E infatti l’incidenza rispetto alla social card è stata superiore, osserva la Cies, ma l’indice di diffusione della povertà si è ridotto solo dello 0,32 per cento che equivale. Il bonus elettrico è stato introdotto nel 2009 per ridurre il peso delle bollette sulle famiglie con maggior disagio.
In questo caso l’efficienza nel raggiungere le famiglie a maggior bisogno economico è stata piuttosto ampia ma l’impatto abbastanza modesto visto “il basso ammontare previsto” (per il 2011 da 56 a 138 euro annui).
Anche l’abolizione dell’Ici sulla prima casa ha inciso poco sul fenomeno della povertà perchè buona parte del beneficio totale è andato a vantaggio dei redditi più alti.
La misura del governo Berlusconi, infatti, ha favorito per il 70 per cento la metà della popolazione più agiata favorendo solo al 30 per cento la metà più svantaggiata.
E al 10 per cento più povero della popolazione è andato meno del 4 per cento dello sgravio concesso.
La Commissione sull’esclusione sociale, nelle sue conclusioni, calcola che le “quattro innovazioni del sistema tax-benefit” applicate dal governo abbiano prodotto una riduzione complessiva della quota di famiglie assolutamente povere dal 4,27 al 3,89 per cento, cioè meno di 0,4 punti percentuali.
In termini assoluti, solo 91 mila famiglie su un milione sono uscite dalla povertà assoluta.
Il fatto è che, nonostante la grancassa , le risorse indirizzate alle famiglie povere sono risultate pari a 192 milioni di euro a fronte di un importo necessario che la Cies calcola in 3,86 miliardi.
Quello su cui il governo ha concentrato i maggiori sforzi è stato garantire alle imprese (dati 2010 dell’Inps) 3,166 miliardi per la Cassa integrazione con un aumento del 31 per cento sul 2009 e 1,273 miliardi per la mobilità .
Gran parte di queste cifre sono state recuperate dai Fondi per le aree sottoutilizzate (Fas), stanziati prevalentemente per il Meridione mentre il grosso della Cassa integrazione è al Nord.
Un favore alle imprese ma anche alla Lega (oltre che una misura tampone per gli operai) dalle caratteristiche congiunturali.
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