GLI STATI UNITI ANNUNCIANO IL DISPIEGAMENTO DI ARMI A LUNGO RAGGIO IN GERMANIA A PARTIRE DEL 2026: “DETERRENZA CONTRO LA RUSSIA”
WASHINGTON PENSA DI INSTALLARE DIFESE SIMILI ANCHE IN ITALIA PER ALLARGARE L’OMBRELLO PROTETTIVO SULL’EUROPA… I NUOVI MISSILI RUSSI (COME IL KINZHAL E LO ZIRKON) SFIORANO I 10MILA CHILOMETRI L’ORA E DA KALININGRAD, CON GLI ISKANDER, PUTIN TIENE SOTTO SCACCO BERLINO, COPENAGHEN, VARSAVIA, VILNIUS E RIGA
Ricostruire la deterrenza della Nato contro la Russia, non solo per l’allarme generato dall’invasione dell’Ucraina, ma soprattutto per una serie di iniziative prese da Mosca che mettono a rischio la sicurezza dei Paesi membri dell’Alleanza. Così si spiega la decisione di schierare nuove armi a lungo raggio in Germania, nell’ambito di un piano che riguarda l’Italia per almeno due ragioni: primo, nell’immediato, la necessità di potenziare la nostra base industriale dedicata alla difesa, in modo da essere tutti più pronti; secondo, la possibilità che diventi utile o necessario schierare simili sistemi anche nel nostro Paese, a seconda della piega che prenderanno gli eventi strategici
Washington non ha fatto richieste a Roma e quindi non c’è un negoziato in corso, ma due autorevoli fonti notano che in futuro potrebbe avere senso aprire questo ombrello anche in Italia. La condizione irrinunciabile è ovviamente il consenso del governo e della popolazione, anche per evitare di ricreare le tensioni che durante la Guerra Fredda avevano accompagnato l’arrivo degli euromissili a Comiso. Gli Usa inizieranno lo spiegamento “episodico” di sistemi missilistici a lungo raggio della Multi Domain Task Force in Germania nel 2026.
Quando saranno pienamente schierate, queste forze includeranno SM-6, Tomahawk e armi ipersoniche in via di sviluppo, con «un raggio significativamente più lungo di quelle attualmente basate in Europa ». Ciò «dimostrerà l’impegno degli Usa in favore della Nato e i loro contributi alla deterrenza integrata europea».
Un segnale di lungo termine a Putin, la Nato avverte Mosca che non si farà trovare scoperta, se il Cremlino decidesse di spingere le proprie aggressioni verso i confini dell’Alleanza. I missili schierati in Germania hanno una gittata sufficiente a proteggere tutto il territorio Nato, quindi non c’è l’urgenza di aggiungere altro nell’immediato.
Allo stesso tempo, però, notano che avrebbe senso farlo, primo perché sul piano strategico non è mai saggio concentrare tutte le proprie capacità in un solo luogo; secondo perché l’Italia, come peraltro accadeva anche durante la Guerra Fredda, offre la possibilità geografica di coprire meglio alcune regioni. I Balcani, senza dubbio, ma anche il Southern Flank, che il vertice di Washington ha elevato nell’ordine delle priorità
Ciò non nasce solo dalla preoccupazione dell’Italia e di altri Paesi per l’emergenza delle migrazioni, ma anche dalla penetrazione sistematica condotta dalla Russia in Medio Oriente, vedi la base di Tartus in Siria; in Africa, vedi la presenza di Wagner in Libia, Mali, Sudan e oltre; e nel Mediterraneo, tornato per varie ragioni al centro del risiko strategico globale.
Ricomincia il grande duello missilistico. Una sfida di gittate che mira a tenere reciprocamente sotto tiro le capitali, riproponendo l’equilibrio del terrore che era stato cancellato alla fine della Guerra Fredda. Washington e Berlino rispondono alle minacce sempre più esplicite del Cremlino, cercando di recuperare il terreno nell’unico settore in cui i russi hanno dimostrato un vantaggio: i missili a medio raggio.
Siamo davanti a una rincorsa agli armamenti. Mosca dal 1999 ha investito le migliori risorse tecnologiche per sviluppare una generazione di ordigni, concepiti per superare le difese della Nato. Sono stati così progettati nuovi modelli di missili balistici, di cruise e di ipersonici: oggi dispongono di due sistemi operativi, il Kinzhal e lo Zirkon, con velocità che sfiorano i 10mila chilometri l’ora.
I russi hanno valorizzato l’ultimo rimasuglio dell’impero sovietico: la penisola baltica di Kaliningrad, incastonata all’interno della Polonia per volontà di Stalin. Putin l’ha trasformata in una fortezza, rendendola letteralmente una spina nel fianco della Nato. Da lì i missili balistici Iskander, che si sono rivelati particolarmente precisi, possono piombare sopra Berlino, Copenaghen, Varsavia, Vilnius e Riga. Spesso vi vengono trasferiti pure i caccia Mig31 con gli ipersonici Kinzhal che estendono l’ombra di morte pure a Stoccolma ed Helsinki, ultime entrate nell’Alleanza atlantica.
Il Baltico è un mare con fondali bassi e spazi ristretti, che offre margini di manovra limitati ai sottomarini e agli incrociatori statunitensi o britannici, i soli nella Nato a imbarcare ordigni a lungo raggio. Ed ecco che l’unico modo per introdurre un deterrente è portare i missili sul suolo tedesco, in modo probabilmente da esporre Mosca e San Pietroburgo a una rappresaglia.
Il condizionale è d’obbligo, perché negli ultimi venticinque anni nessun Paese occidentale ha costruito armamenti di questo tipo: dopo la scomparsa dell’Urss, i cruise Tomahawk sono stati convertiti nello strumento per punire dittatori e jihadisti,da Saddam Hussein a Slobodan Milosevic, da Osama Bin Laden a Bashir Assad. Soltanto nel 2019, con gli occhi rivolti alla Cina, il Pentagono ha riaperto le ricerche.
Poiché tutti gli euromissili erano stati rottamati e l’Us Army ne era completamente priva, si è deciso di prendere un lanciatore delle navi e infilarlo in un mega-container, trainato da una motrice. Una soluzione chiamata Thypon: può scagliare l’ultima versione dei Tomahawk, che non superano i 900 chilometri orari e arrivano a 1800 chilometri di distanza.
O in alternativa i recenti SM-6 Standard, nati come intercettori che volano a due volte e mezzo la velocità del suono. Di Thypon però ce ne sono pochissimi: una batteria è stata testata nelle Filippine lo scorso aprile, un’altra è in fase di completamento. Si tratta comunque di un “tappabuchi” in attesa che gli Usa riescano a mettere a punto il loro ipersonico: il Dark Eagle dovrebbe entrare in servizio nel 2025.
In questa competizione adesso vuole inserirsi pure l’Europa. Italia, Francia, Germania e Polonia hanno annunciato ieri il piano per realizzare un cruise con mille chilometri di portata […] La febbre dei missili ha un lato oscuro. Quelli russi sono tutti predisposti per colpire con testate nucleari tattiche, esibite dal Cremlino nell’esercitazione di un mese fa e presenti pure a Kaliningrad. La Nato invece nel territorio europeo ha solo tradizionali bombe americane “a caduta libera”, dislocate pure ad Aviano e Ghedi. Per questo motivo all’interno dell’Alleanza da un anno si è aperto un dibattito tra esperti sulla necessità di rinforzare lo “scudo atomico”, con l’ipotesi di dotare Tomahawk e Dark Eagle di ogive tattiche. Sarebbe il ritorno all’incubo della “mutua distruzione assicurata”, in sigla inglese Mad
(da agenzie)
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