GOVERNO BATTUTO PER LA 35° VOLTA ALLA CAMERA, NONOSTANTE 80 DEPUTATI DI DIFFERENZA
E’ LA NONA VOLTA CHE IL CENTRODESTRA VA SOTTO SU QUESTIONI RELATIVE AL SUD… IL MONO-INCOLORE LEGHISTA CON APPOGGIO DEL PDL SI CARATTERIZZA ORMAI PER SPOT SUI MEDIA, MISURE RAZZISTE E DECRETI AD PERSONAM….FINI MALTRATTA LA RUSSA: “I PROVVEDIMENTI SULLA GIUSTIZIA NON LI LASCIO PASSARE A OCCHI BENDATI, SILVIO DEVE SMETTERLA CON QUESTI TRUCCHETTI”
Sforziamoci di fare un’analisi oggettiva, partendo da un fatto significativo avvenuto ieri alla Camera, dove la maggioranza di centrodestra gode di 80-90 deputati di differenza rispetto all’opposizione.
Per la trentacinquesima volta il governo è andato sotto, su una mozione del Pd relativa a iniziative per favorire l’occupazione nel Mezzogiorno. L’assemblea ha approvato, nonostante il parere contrario del governo, con 269 voti contro 257.
Si sono persi per strada un centinaio di voti, tra voti contrari (Mpa di Lombardo) e un quarto di deputati del Pdl assenti.
Seconda osservazione: è la nona volta che il governo viene battuto su questioni relative al Sud, segno evidente del dissenso ormai palese sul continuo e reiterato scippo dei fondi Fas al Sud da parte di Tremonti.
In pratica, i soldi che la Comunità europea ha destinato ai corsi di formazione e alle politiche indirizzate a favorire lo sviluppo nel Mezzogiorno vengono utilizzati dal governo per finanziare di tutto e di più: dalla cassa integrazione delle fabbriche del nord al terremoto abruzzese.
In questo contesto, come non rimarcare l’implosione del Pdl in Sicilia, dove metà partito (con Miccichè e finiani) governa la Regione con Lombardo, e l’altra metà (che ha come referenti Alfano e Schifani), insieme a Cuffaro, sta all’opposizione.
Ricorrere al voto di fiducia ogni momento diventa per il governo un motivo di sopravvivenza quindi, per evitare che in aula si materializzi il fantasma della disfatta.
Quanto sopra di cosa è frutto?
Del disamore verso un certo modo di governare, del dissenso latente sulle priorità che vengono stabilite dall’alto, dello svuotamento dei poteri del parlamentare, di una gestione assolutistica del partito.
Se guardiamo il famoso programma del Pdl, tanto sbandierato dai giullari di corte ad ogni accenno di dissenso, possiamo notare che non ci troviamo di fronte a una equilibrata coalizione di centrodestra, a un governo dove trovano spazio tutte le componenti, nazionali, sociali, cattoliche, liberali, laiche (che piacciono o meno, ha poca rilevanza ai fini del ragionamento che andiamo a fare), ma ormai a un “monoincolore” leghista con appoggio “interno” del Pdl.
Le cene del lunedi ad Arcore tra il premier e Bossi, accompagnato dai badanti (non va mai solo, avrà paura di perdersi per strada) hanno sostituito il confronto interno.
La megalomia e la presunzione di Silvio che è andata peggiorando con l’età , insieme col timore di essere condannato per reati finanziari, lo hanno indotto a dire sempre sì al duopolio Lega-Tremonti e a circondarsi di mediocri e nefasti signorsì.
Pur di salvarsi da due processi che andrebbero peraltro in prescrizione a breve, anche senza necessità di diventare ridicoli emanando quattro decreti per sottrarsi a un tribunale, il governo è bloccato da mesi sulle leggi ad personam del premier.
Basta con l’ipocrisia dei cortigiani che non capiscono il danno che il premier sta creando al centrodestra, facendosi ricattare ogni giorno dalla Lega, “alleato fedele” ( e interessato).
Dov’è finita l’anima sociale e liberale, moderata e riflessiva?
Siamo in preda al più retrivo becerismo, al più schifoso razzismo che ci fa inanellare figure di merda a livello internazionale.
Siamo di fronte a continue promesse non mantenute e a spot pubblicitari la cui credibilità è in fase di esaurimento.
Assistiamo a fenomeni di spaccio di (dichiarazioni) stupefacenti: si parla di riforma della giustizia, ma gli unici provvedimenti urgenti poi sono il legitimo impedimento, il salva-processi, il lodo Alfano e il processo breve.
Ieri si preannunciava il blocca-processi, poi, in un caos totale, si è detto che vale la sentenza della Consulta, tutto per rincorrere 60 giorni di bonus per non presentarsi a un processo, vi rendete conto?
Oppure di preannuncia che si tagliano le tasse, salvo ieri sostenere “E’ impossibile ridurle a breve”.
Che avreste detto, cari servi zelanti del centrodestra, se le stesse cose le avesse fatte la sinistra? Avreste o no gridato allo scandalo?
Certo non potete dissentire, perchè siete tutti nominati, nessuno è stato scelto con le preferenze in Parlamento.
Per fortuna qualcuno si smarca ogni tanto e si rifiuta di fare numero in aula, ecco spiegato il motivo delle scarse presenze durante le votazioni.
Ma quanto tempo potrà ancora andare avanti così?
Qualcuno obietterà : il Pdl ha però il 39% dei consensi, secondo i sondaggisti. Certo, finchè la gente non si renderà conto delle palle che raccontano ben 5 Tg su 6 ogni sera, ma a quel punto non ci sarà più margine di recupero, sarà troppo tardi.
Non a caso Fini ieri ha strapazzato La Russa che lo informava in ritardo delle decisioni di Silvio sul blocca processi.
Fini, co-fondatore del Pdl, che deve venire a conoscenza delle intenzioni del governo di presentare un decreto da un suo ex colonnello di An a cose fatte.
E giustamente sbotta: “I provvedimenti sulla giustizia non li lascio più passare a occhi bendati: Silvio deve smetterla con questi trucchetti, non può dire una cosa e poi farne un’altra”.
Ultima nota: checchè ne pensino i puttanieri sodali che stanno anche nel centrodestra, sostenitori dei “fatti privati” e personali del premier, non crediamo giovi all’immagine di una destra seria chi riceva 20 ragazze rigorosamente in abitino nero e poco trucco, in un Palazzo sede di incontri istituzionali, selezionate da qualche magnaccia, per farle cantare “meno male che Silvio c’è”, con ola incorporata, dopo aver loro propinato un filmato apologetico delle sue gesta.
Riservando un dopo cena alle preferite dal sultano.
Un uomo pubblico deve avere una vita privata non soggetta a ricatti e consona al ruolo che il popolo italiano gli ha affidato.
Se uno non se la sente, nessuno lo obbliga a fare politica a certi livelli: vale per tutti (Marrazzo docet).
Liberi di andare ai giardinetti e di aprire l’impermeabile, se hanno pulsioni irrefrenabili: ovviamente pagandone le conseguenze come i comuni cittadini. Ultimo dettaglio per gli anti-finiani (noi ci riteniamo osservatori a-finiani, per essere chiari) del Pdl che non perdono occasione di parlarne come estraneo all’elettorato del Pdl.
Secondo i rilievi di ieri della Ipsos di Pagnoncelli, Fini ha la fiducia del 75% degli italiani, contro il 49% di Berlusconi.
Se scorporiamo in base alla collocazione politica, nel centrodestra esprimono fiducia in Fini sempre il 75% dei pidiellini ( Silvio raggiunge l’87% in questo caso).
In pratica Fini che, come An, dovrebbe rappresentare il 25% del Pdl ( An aveva il10%, Forza Italia il 30%), balza al 75%, ovvero tre volte tanto.
A dimostrazione che le sue critiche sono ampiamente condivise dalla base. Perdente Feltri si consoli.
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