GOVERNO E OPPOSIZIONE: VA IN SCENA LA CENSURA RECIPROCA
LA SINISTRA ACCUSA IL TG1 DI CENSURARE LO SCANDALO SULLE FESTE A CASA DEL PREMIER, MA FA FINTA DI DIMENTICARE DUE SUOI ESPONENTI COINVOLTI NELL’INCHIESTA … IL GOVERNO ATTACCA REPUBBLICA PER AVER CESTINATO UNA LETTERA DI BONDI E IL CORRIERE DELLA SERA PER AVER TAGLIATO UN’INTERVISTA AL CONSIGLIERE DEL PREMIER… MA E’ COSI’ DIFFICILE NON CENSURARE NESSUNO?
Scoppiano gli scandali e “scoppiano” anche i media: mai come in questi giorni si dimostra il teorema che avere il controllo dei media in Italia (come altrove) vuol dire condizionare l’opinione pubblica.
Basti pensare all’esito del referendum, votato solo da un italiano su quattro: se fosse stato un argomento che interessava al “potere” state tranquilli che vi avrebbero anche accompagnato in limousine ai seggi, dopo avervi bombardato di spot pubblicitari anche in bagno.
Dato che, per varie ragioni, era meglio invece mancasse il quorum, più della metà degli italiani neanche sapeva che ci fossero.
Ma passiamo alla vicenda sui cui indaga la magistratura pugliese, quelle delle feste a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa. Qua è scattata una censura reciproca spaventosa: ognuno pubblica solo ciò che fa comodo e che avvalora la propria tesi.
Se così compri un giornale di centrodestra ti becchi dieci pagine finalizzate a una sola tesi: c’e’ un complotto eversivo in atto, il premier è in ballottaggio con il papa polacco per la beatificazione al grido di “santo subito”, alle feste si cantavano solo salmi religiosi e chi sostiene il contrario è una ricattatrice, un magistrato eversore o un giornalista venduto.
Se compri un giornale di sinistra ecco pronte altre 10 pagine di segno opposto, dove si parla di harem, di inviti, di prestazioni sessuali di escort, di gioielli distribuiti come i santini in chiesa, si ammirano foto persino dei cessi di Palazzo Grazioli.
Tutto pienamente legittimo, per carità , meglio sempre sapere di più che di meno, ma la cosa grave e non dare spazio alle tesi opposte.
Se Minzolini al Tg1 censura addirittura le notizie che appaiono sulla stampa di tutto il mondo farà forse un servizio al centrodestra che lo messo alla direzione del Tg1, ma non certo alla libera informazione del popolo italiano che paga un canone per “conoscere”, non per “ignorare” le notizie. Se Repubblica non pubblica una lettera del ministro Bondi o il Corriere della Sera taglia le parti che non gli piacciono dell’intervista a Giacomoni, consigliere personale di Berlusconi, non rende un servizio alla completezza dell’informazione.
Nessuno si rende conto che la maggior parte degli italiani è in grado di ragionare e di farsi un’idea da soli, senza bisogno di lavaggi di cervello a senso alternato.
Noi ce la siamo fatta e l’abbiamo esposta, esprimendo anche critiche severe.
C’e’ nel centrodestra, proprio per le carenze ideologiche e morali cui abbiamo fatto spesso cenno, la stupida equazione Centrodestra= Berlusconi, come se, venendo meno lui, ogni ragione di vita (politica) per il centrodestra venisse meno.
Tanti scrittori, storici, filosofi, artisti, politici, che hanno fatto la storia d’Italia e delle idee di destra, potevano per costoro anche non essere mai esistiti: prima e dopo Berlusconi… il nulla.
L’ignoranza di tali soggetti, cavallette ingorde saziate dalla conquista del campo del potere, fa sì che la difesa del premier non sia “ragionata e critica”, ma aprioristica. Anche di fronte ad eventi discutibili.
La sinistra fa il suo lavoro e ci interessa meno, ma a destra ci si scandalizza solo ora?
Ma dov’erano questi sedicenti destrorsi quando certa magistratura negli anni di piombo colpiva esclusivamente certi ambienti di destra solo perchè manifestavano le proprie idee?
Dov’erano certi gazzettieri che riportavano, delle sedute degli enti locali, solo gli interventi “comandati”, ignorando le denunce che venivano da partiti di destra? Lo diciamo per esperienza, possiamo dirlo: un giornalista si presentava in consiglio prov. a Genova solo quando era servita la cena, per il resto pubblicava solo le veline che gli passava la giunta di sinistra ( fosse stata di altro colore sarebbe stata la medesima cosa per lui, l’importante era scroccare la cena).
Questa è la realtà ancor oggi, non si pensa mai che anche l’avversario politico potrebbe avere qualche ragione, che forse la verità non sta mai tutta da una parte.
Si difende la postazione come una trincea, ma dietro non c’è rimasto nulla: i battaglioni non ci sono, l’artiglieria (come l’intelligenza) ha ripiegato, le truppe si sono sfaldate.
Mancano le idee, il veicolo del confronto politico.
Le leggi le decidono in 4 e gli altri ratificano, ti fanno sapere quello che gli conviene, tu voti ma non devi rompere i coglioni.
Vale oggi a destra come valeva un anno fa a sinistra, cambia la parrocchia ma non la messa cantata. Un segnale ancora più pericoloso si manifesta ora, quando ciascuno denuncia solo la censura subita dall’altro, facendo finta di non vedere quella che invece viene attuata ogni giorno dal proprio schieramento.
Non so se siamo alla frutta o al dessert, ma ciò dimostra l’arretratezza culturale del nostro Paese, rispetto al mondo che ci circonda.
L’incapacità a “essere di destra o di sinistra” fino in fondo, a esporre idee e valori anche contrapposti e a chiedere un consenso solo su quello.
No, uno deve scegliere per chi votare magari a seconda se tizio vuole o meno un nuovo svincolo autostradale sotto casa o se gradisce o meno affogare un clandestino prima che arrivi a Lampedusa. Ma vi rendete conto che la politica è volare alto, è progettualità , realizzazione di ideali, etica di comportamenti, visione globale dei problemi, sintesi di istanze, essere di esempio, stile di vita, tolleranza mentale, preparazione culturale, massima libertà per gli avversari politici, apertura al dialogo?
Non vogliamo un’Italia della censura, degli egoismi, degli interessi meschini.
Non è possibile chiamarsi Popolo della Libertà e poi oscurare la libertà del popolo, non può esistere un Partito democratico e un’Italia dei valori e poi non fare riferimento a democrazia e valori nella prassi politica quotidiani.
La prossima volta chiamatevi Ponte dello Stretto e Canale della Larga, così gli italiani alle prossime elezioni se ne stanno tutti a casa e vi votate ( e censurate) da soli.
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