GRASSO PROPONE L’ABOLIZIONE DELLE TASSE UNIVERSITARIE
COSTO 1,6 MILIARDI… ATTUALMENTE GIA’ UN TERZO E’ ESENTATO, NON PAGA CHI E’ SOTTO LA SOGLIA DI 13.000-15.000 EURO DI REDDITO FAMILIARE
Pietro Grasso durante il suo intervento all’assemblea programmatica nazionale di Liberi e Uguali ha proposto di abolire le tasse universitarie.
La misura, ha spiegato Grasso, costa 1,6 miliardi: “È un decimo dei 16 miliardi che ci costa lo spreco di sussidi dannosi all’ambiente, secondo i dati del ministero dell’ambiente”.
Secondo Grasso “avere un’università gratuita, come avviene già in Germania e tanti altri Paesi europei, significa credere davvero sui giovani, non a parole ma con fatti concreti. Ne beneficerà il Paese: dare a tutti la possibilità di studiare, mettere in moto la genialità e le intelligenze significa allargare il nostro orizzonte e rendere l’Italia più competitiva”. Poi ha concluso: sul fronte del lavoro occorre “far tornare prevalenti i contratti a tempo indeterminato”, reintroducendo “le garanzie eliminate dal Jobs Act. Altri aboliscono le tasse, noi aboliamo il precariato”.
In realtà , con il debutto dello “Student act”, nell’anno 2017/18 un iscritto su tre rientra di diritto nella no tax area, l’esonero totale dai contributi universitari previsto dalla legge di Bilancio del 2017 riconosciuto a chi ha determinati requisiti di reddito e di merito.
A certificarlo sono i dati dell’Inps che registrano al 21 novembre scorso oltre 543mila dichiarazioni Isee — l’indicatore di reddito e patrimonio familiare — presentate per le università (Iseeu) che si posizionano al di sotto dei 15mila euro.
Il tetto di legge per l’esonero è di 13mila euro, ma molti atenei hanno stabilito limiti a 15mila, se non addirittura a 23mila euro.
(da “NextQuotidiano”)
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