GREGANTI IN CELLA: “E’ TUTTO UNA BOLLA DI SAPONE”
GRILLO PROVATO, GREGANTI FREDDO E DETERMINATO: ENTRAMBI CONTESTATO LE ACCUSE SULLE MAZZETTE EXPO
Luigi Grillo provato, stanco, in lacrime. Primo Greganti, invece, freddo e determinato. È la fotografia fornita dal senatore di Gal Lucio Barani, al termine di un incontro con due dei principali indagati nello scandalo Expo.
Il parlamentare si è recato domenica scorsa nel carcere di Opera dopo che la settimana scorsa aveva fatto visita anche a Claudio Scajola nel carcere romano di Regina Coeli.
E a quarantotto ore dal colloquio con Greganti e Grillo racconta cosa si è trovato di fronte.
Il più provato dalla vicenda è Grillo, sostiene Barani: «Ho 71 anni e se questa storia fosse capitata venti anni fa avrei reagito – ha spiegato l’ex parlamentare – Ora sono stanco, ho paura di non avere la forza per scagionare tutte le accuse».
Diversa, quasi opposta la reazione del “compagno G”: «È tutta una bolla di sapone, un caso mediatico e basta – ha confidato – Sono abituato a queste inchieste, non mi spaventano e passerà anche questa». Di più: «Questa storia si chiuderà il 26 maggio…».
Il faccia a faccia con i due detenuti – racconta l’agenzia Agi – si è svolto alle 11 di domenica mattina.
E non è stato un incontro semplice, giura Barani: «Il faccia a faccia più difficile è stato con Grillo. Non nascondo che non è stato l’unico a mettersi a piangere ». Lacrime, allora, per l’ex parlamentare berlusconiano. Recluso in una piccola cella, nel centro medico del carcere, prende dei farmaci a causa della pressione alta.
«Qui mi trattano bene – ha assicurato – ma non si mangia un granchè». Ha con sè frutta, una bottiglia di acqua minerale, gli atti del processo e un libro su Medjugorie – con l’immagine della Madonna – , che gli è stato donato dalla figlia.
Proprio quella figlia che, da giorni, staziona davanti al penitenziario. «Diglielo tu di tornare a casa – è stato l’invito di Grillo consegnato a Barani – è inutile che stia qui. Dille che sono orgoglioso di avere una figlia come lei e che non si pentirà di avere un padre come me. Riprenderò il mio onore che è stato infangato».
Contesta le accuse, Grillo: «Ho avuto la visita dell’imprenditore Meltauro nella mia vigna. Ha comprato 40 bottiglie di vino e poi il 28 dicembre mi ha telefonato. Per questo motivo l’ho ringraziato. Tutto qui, c’è anche la fattura che lo dimostra. Io – ha raccontato a Barani il detenuto – non ho fatto nulla, non ho ricevuto un euro, sono solo un privato cittadino, non posso certo influenzare gli appalti. E pensare che delle bottiglie di vino per Natale le hanno ricevute anche alcuni giudici.. ».
Poi la confidenza, amara: «Sono finito nel mirino per le mie frequentazioni e per aver partecipato a delle cene. È assurdo. Alcune di queste persone le conosco, ma mi hanno solo chiesto dei consigli».
E ancora: «Quando ero presidente della Commissione dei Lavori pubblici del Senato ho fatto fare le leggi sulla trasparenza per l’Expo, le infrastrutture si stanno realizzando anche grazie a me».
Nulla di irregolare, a sentirlo. E un ultimo interrogativo: «Se la procura non ha bloccato gli appalti vuol dire che è stato tutto regolare, no?».
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica”)
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