GRILLO E “LA BATTAGLIA APPENA INIZIATA” CONTRO CONTE. MOSSE LEGALI E LISTE LOCALI “DI DISTURBO” DEL FONDATORE
IN ARRIVO UN VIDEO E LA DISCESA A ROMA… MA QUANDO CI DIRA’ PER CONTO DI CHI AGISCE?
«La battaglia è appena iniziata. Il voto è stato solo il preludio dello scontro»: l’ala movimentista non arrende di fronte ai risultati della votazione bis e al «parricidio» del ruolo del garante. Beppe Grillo aveva già messo le mani avanti, ipotizzando una sconfitta nonostante gli inviti dei suoi sostenitori ad andare per funghi. «Io scompaio per i due mandati», aveva detto il fondatore dei Cinque Stelle nel suo video-messaggio alla guida del carro funebre. «So che avete già deciso, io ho già perso».
«Oz ha preso più voti ora che alle Europee», avrebbe detto Grillo ai suoi fedelissimi giocando sempre sul silo del sarcasmo. Il fondatore non demorde. C’è chi assicura che ha vissuto queste ore della votazione «con la massima serenità», aspettando il gong delle 22 per capire come muoversi. Il fondatore si è confrontato anche ieri con il suo entourage e — secondo quanto filtra dalle indiscrezioni — sarebbe pronto per un blitz a Roma. Per muovere i prossimi passi. «Adesso mi ripendo il simbolo», ha ripetuto nei giorni scorsi. E nella capitale potrebbe tessere le fila del ricorso legale. Ma c’è anche e prima di tutto un risvolto comunicativo: ecco allora l’idea di un nuovo video per commentare i risultati. E non solo.
Le sue truppe, intanto, si raccolgono. «La strada era segnata», dicono i movimentisti. Paradossalmente, le mosse sullo scacchiere Grillo inizierà a farle ora. I livelli dello scontro saranno molteplici: comunicativo, legale e politico. Il fondatore ha intenzione di continuare la sua guerriglia di prese di posizione e boutade ironiche (come la lettera inviata a Elly Schlein). Il punto è «far capire ai nostri elettori che quello di Conte non è il Movimento che hanno sostenuto fino al 2022». Poi ci sarà un fronte legale. Anche in questo caso le carte in mano al fondatore sono diverse. Grillo può scegliere se dare battaglia — appunto — sulla proprietà del simbolo o se tentare la via dell’azzeramento della votazione che ha incoronato Conte leader nel 2022. Le due cause tecnicamente potrebbero seguire percorsi paralleli. Anzi, la seconda potrebbe anche non vedere il fondatore impegnato in prima persona.
Il terzo pilastro della controffensiva dei movimentisti è un ritorno alle origini, a liste ispirate da Grillo per Comuni e Regioni. La sfida è sottrarre voti al Movimento. «Dovranno scegliere se votare Beppe, cioè l’originale, o questa deriva senza colore», dicono. Un’idea che potrebbe arrecare danno al Campo largo, sottraendo voti alla coalizione in sfide che si giocano, come in Liguria, su confini sottili. Quello di nuove liste è però di un progetto che hanno in testa più gli ex M5S vicini al garante che Grillo stesso. Anche se il pressing per rivedere una sorta di «Amici di Beppe Grillo 5.0» tra le liste in corsa alle prossime Amministrative è forte.
Ma c’è anche un’ulteriore opzione: lo spettro di una terza votazione online. Ora il M5S dovrà infatti votare il nuovo statuto con le modifiche deliberate alla Costituente. «Ogni volta che delibera l’assemblea Grillo può chiedere il rinnovo della votazione — spiega Lorenzo Borrè —. L’ attuale statuto prevede ancora la figura del garante che sarà eliminata solo con l’approvazione del nuovo testo modificato. E a mio avviso anche in tal caso Grillo potrà chiedere il rinnovo della votazione non essendo immediatamente efficace la delibera di modifica». Insomma, ora tocca a Grillo scegliere quale carta giocare. «Attenzione a dare Beppe per finito: in passato è successo molte volte e poi sappiamo come è andata — dice un movimentista —. Lui è imprevedibile e anche Conte dovrebbe saperlo».
(da Il Corriere della Sera)
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