GRILLO NON FA POLITICA MA SOLO MARKETING VIRALE PER INCREMENTARE IL FATTURATO DEL SUO SITO
GRILLO E’ IL NUOVO GRANDE FRATELLO ORWELIANO: LA PRATICA COLLETTIVA DEI “DUE MINUTI DI ODIO” ERA GIA’ CITATA NEL LIBRO “1984” DI GEORGE ORWELL
Parliamo di fatti e dati concreti: fino a pochi giorni fa la media settimanale di “mi piace” sulla pagina di Grillo stava sui 4.000/5.000, più o meno quella dei suoi avversari.
Già quelli erano guadagnati con la politica dell’insulto ma non gli bastavano.
Come vedete dai dati forniti da Facebook, nel momento in cui Grillo ha alzato il livello degli insulti è subito salito a quasi 24.000.
Come disse Federica Salsi dopo essere stata cacciata da 5 Stelle con con quella volgarissima frase di Grillo sul suo “Punto G”, questa campagna d’odio che ogni poco Grillo lancia contro qualcuno, serve solo per aumentare i contatti sul suo sito e quindi aumentare il suo fatturato attraverso la pubblicità .
I bi-leader Grilloleggio pensano di essere dei geni del marketing politico, ma gli studi dimostrano che a tanti “mi piace” non corrisponde un proporzionale successo politico, al massimo un successo di marketing aziendale.
Ed è forse proprio questa l’unica cosa che ha loro interessa veramente.
Fare spamming virale attraverso gli insulti per portare gente sul loro sito ed incassare i soldi con la pubblicità .
Grillo è il nuovo Grande Fratello orweliano. I “due minuti d’odio” sono una pratica collettiva esercitata dal governo del Grande Fratello nel romanzo “1984” di George Orwell.
Tale pratica collettiva viene attuata sui posti di lavoro, negli incontri di partito, ovunque sia possibile; consiste nel riunirsi “spontaneo” degli astanti, al segnale emesso da altoparlanti, dinanzi ad un teleschermo che proietta immagini del nemico supremo della patria Oceania, Emmanuel Goldstein: scene di guerra e sequenze studiate per coinvolgere psicologicamente gli spettatori, accompagnate da suoni e rumori fastidiosi.
Dopo pochi secondi il pubblico inizia a dare in escandescenze e ad inveire contro Goldstein o contro lo schieramento con cui ci si trova in guerra in quel momento – Eurasia oppure Estasia – e si arriva a lanciare oggetti contro il teleschermo, imprecando colti da implacabile furore, sotto lo stretto controllo di incaricati del partito.
Chiunque manifesti segnali di eterodossia, o perfino micro-espressioni facciali non consone al contesto, viene considerato come un possibile traditore.
Questo meccanismo rappresenta, tra le altre cose, una valvola di sfogo dell’aggressività dei cittadini ed un modo per demonizzazione un capro espiatorio su cui gettare tutte le colpe delle difficoltà della loro vita quotidiana.
I “due minuti d’odio” sono funzionali al mantenere un controllo ancora più stretto e serrato sul popolo e sui membri del partito.
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