HARAKIRI DI MICHETTI DOPO LA FRASE SUGLI EBREI: “PER LORO PIETA’ PERCHE’ AVEVANO LE BANCHE”
COMUNITA’ EBRAICA: “FA TREMARE PENSARE CHE DIVENTI SINDACO”…FIANO: “SPERO TI VERGOGNERAI PER IL RESTO DELLA TUA VITA DI QUESTE PAROLE IGNOBILI”
Un limpido esercizio di benaltrismo, una perfetta esecuzione del “lancio della palla in tribuna”. Si potrebbe definire così l’ultimo articolo di Enrico Michetti su Radio Radio, di cui è opinionista, scovato e riproposto oggi dal Manifesto.
Dal titolo “Buonisti per caso o per interesse”, pubblicato il 19 febbraio 2020, il testo scritto dal candidato del centrodestra alle amministrative di Roma, ufficialmente in ballottaggio contro Roberto Gualtieri per il centrosinistra, tira fuori il più classico dei cliché dell’antisemitismo: “Ogni anno – si legge – si girano e si finanziano 40 film sulla Shoah, viaggi della memoria, iniziative culturali di ogni genere nel ricordo di quell’orrenda persecuzione. E sin qui nulla quaestio, ci mancherebbe. Ma mi chiedo perché la stessa pietà e la stessa considerazione non viene rivolta ai morti ammazzati nelle foibe, nei campi profughi, negli eccidi di massa che ancora insanguinano il pianeta. Forse perché non possedevano banche e non appartenevano a lobby capaci di decidere i destini del pianeta”.
“Non è tollerabile”, ha scritto su Twitter lo sfidante al primo turno per la corsa al Campidoglio, Carlo Calenda. “Le leggi razziali, l’Olocausto, come del resto la tratta degli schiavi, ed ogni altra forma di abominio contro gli esseri umani segnano il punto più basso della storia dell’uomo”, scrive Michetti. E avrebbe potuto fermarsi qui. Invece prosegue: “Ma fare ciniche ed opportunistiche distinzioni è altrettanto ignobile e vergognoso”.
Già nel novembre 2019 Michetti aveva preso di mira la commissione parlamentare guidata da Liliana Segre istituita contro razzismo e antisemitismo: “Per contrastare eventuali fenomeni di razzismo – scrisse in un pezzo intitolato ‘C’è più fascismo a destra o a sinistra?’ – bastano i rimedi ordinari. La mia patria, uno dei luoghi più umani e accoglienti al mondo, non merita commissioni straordinarie che possano limitare la libertà di azione e di espressione del mio popolo”.
Il deputato del Pd figlio di Nedo Fiano, deportato ad Auschwitz: “Non accetterò scuse. Non meritate scuse. Sono le frasi che venivano utilizzate da Goebbels, da Mussolini, da Hitler, nel Mein Kampf”
Le sue turpi parole sono colme dei peggiori stereotipi alla base dell’avversione che i fascisti hanno nei confronti degli ebrei, e non c’è niente che possa giustificare la vergognosa associazione tra eccidi contro gli ebrei e le lobby a cui (alcuni) appartenevano.
Nei campi di concentramento non c’erano però solo ebrei, e questo è bene ricordarlo, ed è giusto che lo faccia anche chi in famiglia è stato vittima dell’odio nazista.
“Non ho mai scritto nulla sul candidato della destra a Roma. Siamo in democrazia e ognuno vota chi vuole. Da quale parte stia il sottoscritto lo sanno anche i muri. Ma come si fa ad accettare frasi di Enrico Michetti come quella che ha oggi citato, virgolettato, Andrea Carugati su Il Manifesto”.
“In sostanza Michetti dice: si parla di più della violenza degli ebrei, perché in fondo una ragione c’era, erano i più ricchi e i più potenti. I miei nonni gasati ad Auschwitz erano molto più poveri di lei #Michetti, mio zio e mia zia idem, i miei prozii uguale. L’unica eredità che è rimasta a mio padre quando è tornato, sono stati lo scrittoio di mio nonno e un paio di scarpe scamosciate di suo fratello”
‘Spero – conclude Fiano – che ti vergognerai per il resto della tua vita di queste parole. Non ho pietà per adulti, acculturati, che nel 2021 dicano una frase del genere. Non accetterò scuse. Non meritate scuse. Sono le frasi che venivano utilizzate da Goebbels, da Hitler, nel Mein Kampf, nei Protocolli dei Savi Anziani di Sion. Sono alla base dell’odio verso l’altro in ogni secolo, dell’accusa falsa di deicidio, dell’accusa agli untori, dell’accusa al diverso perché una qualche colpa ce l’avrà di sicuro”.
“Giorgia Meloni ha detto che manderà via chiunque nel suo partito avrà tracce di razzismo o antisemitismo. Può cominciare.
(da agenzie)
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