I “CONTI DORMIENTI” SI SONO SVEGLIATI E IL GOVERNO NON DORME SONNI TRANQUILLI
L’ESPROPRIO DEI CONTI BANCARI E POSTALI NON MOVIMENTATI DA 10 ANNI RENDE AL GOVERNO SOLO 1,8 MILIARDI DI EURO, CONTRO I 10 PREVISTI… DOVEVANO DI VOLTA IN VOLTA FINANZIARE LA SOCIAL CARD, I RISPARMIATORI VITTIME DEI CRAC FINANZIARI, GLI AZIONISTI ALITALIA, I PRECARI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE….SBAGLIATI I CONTI: QUALCUNO CADRA’ DAL LETTO
Sicuramente è poca cosa rispetto alle attese, il tesoretto nascosto dei “conti dormienti”. In effetti qualche esperto di cose bancarie aveva avvertito di non farsi troppe illusioni, molti “dormienti”, avvertiti del rischio di perdere i soldi si sono bruscamente svegliati e molti titolari di conti bancari e postali non toccati da dieci anni li hanno rivendicati o movimentati.
Le previsioni di un introito per il Ministero dell’Economia di circa 10 miliardi si è così ridotto a un dato realistico, pari a 1,8 miliardi, neanche il 20% di quanto ipotizzato.
Considerando che fino al 16 dicembre sarà ancora possibile svegliarsi in extremis, la cifra se non si riduce, non aumenta di sicuro.
In sè la cifra non è modesta, il problema è che ci si è ripromessi di attingere ad essa per una moltitudine di provvedimenti che ora sono a rischio, l’errore è stato di imputare troppe iniziative a una voce di entrata che non era attendibile.
Questi fondi dormienti avrebbero dovuto finanziare la social card, indennizzare i risparmiatori colpiti dai crac finanziari del 2001-2005, come Cirio, Parmalat, bond argentini, risarcire i piccoli azionisti Alitalia e garantire i precari della Pubblica Amministrazione.
Sono invece solo previste un’entrata di meno di 1 miliardo dalle banche e di 800 milioni dai depositi postali.
Ovvio che le banche abbiano “recuperato” molti clienti sonnacchiosi e mantenuto il controllo delle fonti finanziarie, evitando il 16 dicembre di doverli “girare” allo Stato. Il bottino questa volta è significativo in quanto comprensivo di anni di “stato di abbandono”, ma dall’anno prossimo sarà minino, in quanto riferibile a regime a un solo anno solare.
A parte la social card che potrà contare soprattutto sul gettito delle multe comminate dall’Antitrust, i conti dormienti avrebbero dovuto “coprire” anche i 40.000 azionisti dell’Alitalia con una spesa presunta di 00 milioni di euro, le vittime dei bond argentini, (300mila obbligazionisti che richiedono un intervento da 15 miliardi di euro), i 40 mila obbligazionisti Parmalat con 7 miliardi di euro, le 5mila obbligazioni Cirio con 800 milioni di euro.
Per non parlare degli interventi promessi a favore dei precari della pubblica Amministrazione. In pratica si attinge in tanti nello stesso pozzo dove il livello dell’acqua peraltro è ormai minimo.
Come andrà a finire è facilmente prevedibile: molti resteranno all’asciutto.
Tra l’altro l’operazione “recupero fondi dormienti” ha incontrato un nuovo ostacolo nella bocciatura da parte del Consiglio di Stato del regolamento dell’Economia che disciplina il funzionamento del fondo.
Ora il governo ne sta cercando di sbloccare l’utilizzo, attraverso l’inserimento in aula di un emendamento nel decreto legge Alitalia. Era già stata presentata una proposta di modifica in commissione ma si era fatto notare al governo l’estraneità della materia e il rischio dell’inammissibilità .
Ora ci si riprova riformulando la proposta e facendo riferimento, come aggancio, ai fondi da destinare ai piccoli risparmiatori Alitalia.
Onestamente un po’ una forzatura mischiare conti dormienti e decreto sulla crisi Alitalia, anche alla luce dei molteplici destinatari di quei fondi, non certo esclusivamente gli azionisti Alitalia.
Senza contare che la social card in origine doveva essere finanziata dalla RobinTax e dagli introiti quindi dei petrolieri… Un pasticcio non da poco, in un contesto che in ogni caso vede una previsione di entrata ridotta da 10 a meno di 2 miliardi di euro.
Da non dormire sonni tranquilli, insomma…
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